Abbiamo portato nella sede della Commissione Femminicidio un simbolo, quello delle ‘scarpette rosse’”. Così Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul Femminicidio, inaugurando l’installazione “Zapatos Rojos”, a cura del Liceo Enrico Fermi di Salò, presso il Chiostro della Cisterna di Palazzo San Macuto, con la partecipazione
dell’artista Lady Be, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Le scarpe rosse rappresentano la battaglia contro i maltrattamenti e femminicidi e la loro storia nasce in Messico, a Ciudad Juárez, città tristemente nota per il numero sconcertante dei femminicidi avvenuti negli ultimi vent’anni. Un’artista messicana, Elina Chauvet, per ricordare le donne vittime di violenza, compresa la sorella assassinata dal marito a soli vent’anni, nel 2009 posizionò in una piazza della città 33 paia di scarpe femminili, tutte rosse.
“Lo abbiamo fatto – aggiunge - mantenendo una promessa agli studenti e alle studentesse dell'Istituto Enrico Fermi di Salò. Un anno fa abbiamo ospitato qui a San Macuto un'esposizione delle loro locandine, e ci eravamo ripromessi di portare qui le scarpette rosse. Questo è un simbolo, ma noi dobbiamo travalicare i simboli oltre il 25 novembre perché la lotta alla violenza di genere è una lotta quotidiana e sistematica”. All’inaugurazione ha preso parte anche la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella: “Siamo tra i primi in Europa varare una legge che tipizza il reato di femminicidio: questo che cosa vuol dire? Vuol dire riconoscere la specificità di questo reato, riconoscerne le motivazioni profonde che si differenziano in questo reato dagli altri”. “Ci sono Paesi nel mondo – ricorda Roccella - dove il femminicidio è veramente una tragedia abituale, ma anche i nostri numeri sono gravi, sono pesanti perché il femminicidio nasce appunto da una storica, millenaria asimmetria di potere tra uomo e donna, che noi stiamo cercando di cancellare in pochissimi decenni in realtà. Con questa legge facciamo un cambio di paradigma, una cosa davvero epocale”. Tra gli intervenuti Elena Bonetti, deputata e presidente Azione, già ministra delle Pari opportunità: “È dalla nuova generazione che il nostro Paese può trovare speranza effettiva, perché è solo togliendo quella dimensione di asimmetria di potere, di abuso che ancora il maschile ha nei confronti del femminile che noi possiamo eliminare la violenza. Il fatto che le nuove generazioni dicano ‘noi ci siamo, ci impegniamo insieme’ per costruire una reciproca libertà e protagonismo delle donne e degli uomini in modo paritario, significa che l'Italia ha davvero molto di speranza. Oggi è una giornata nella quale noi omaggiamo le tante vittime di questa tragedia disumana, che ancora è la violenza contro le donne, alcune giovanissime. Queste ragazze e questi ragazzi, e la loro memoria, dicono al paese che c'è qualcosa che può cambiare e loro lo vogliono fare” conclude Bonetti. (Roc)
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