La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne torna a segnare il calendario civile con un carico simbolico che va oltre la memoria delle sorelle Mirabal, uccise nella Repubblica Dominicana il 25 novembre 1960 per la loro opposizione alla dittatura. In Italia, istituzioni, scuole e associazioni hanno dedicato la giornata a incontri, iniziative e momenti di sensibilizzazione, mentre i dati Istat continuano a restituire l’immagine di un fenomeno persistente: ogni giorno 85 donne subiscono reati e nel 2022 sono stati registrati 106 femminicidi, 61 dei quali commessi da partner o ex partner.
Il quadro normativo si muove nel solco della Convenzione di Istanbul, mentre in Parlamento approda oggi il testo che introduce il reato autonomo di femminicidio, con pene fino all’ergastolo. Prosegue inoltre l’iter della legge che definisce il “consenso libero e attuale” come perno della qualificazione della violenza sessuale. A questi strumenti si aggiungono le norme già operative, come il Codice rosso, le aggravanti di genere e le misure di protezione per le vittime.
Nel suo messaggio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella richiama la distanza ancora esistente tra principi e realtà quotidiana: “In ogni ambito della vita sociale e privata, nelle case, nei luoghi di lavoro e negli spazi urbani, il principio della parità tarda ad affermarsi, limitando l’autonomia femminile, compromettendo la sicurezza delle donne, impoverendo il progresso della società”. Il capo dello Stato avverte anche sull’impatto della dimensione digitale: “Oggi assistiamo al dilagare di forme di violenza consentite dalla dimensione digitale, amplificate dalle dinamiche dei social network, con effetti tutt’altro che virtuali: umiliazioni, ricatti, coercizioni che portano, nei casi più gravi, ad aggressioni fisiche e femminicidi”.
Sulla responsabilità collettiva nell’uso del linguaggio, Mattarella sottolinea che “parità significa, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto”. E richiama il valore della ricorrenza: “La scelta di opporsi alla dittatura delle sorelle Mirabal continua a ispirare intere generazioni, ricordandoci che libertà e protagonismo delle donne sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno”.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni affida ai social il suo messaggio in cui concentra invece l’attenzione sul rafforzamento degli strumenti istituzionali: “La violenza sulle donne è un atto contro la libertà. Di tutti. Un fenomeno intollerabile, che continua a colpire e che va combattuto senza sosta”. La premier rivendica gli interventi messi in campo: “In questi anni, abbiamo varato leggi molto significative, inasprito le pene e rafforzato gli strumenti a disposizione, come il ‘codice rosso’ e le misure di prevenzione. Abbiamo raddoppiato i fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio, potenziato e reso strutturale il reddito di libertà, promosso il numero 1522, portato avanti innovative attività di educazione e sensibilizzazione”.
Meloni definisce questi interventi “passi avanti concreti”, ma avverte che “non ci fermiamo qui. Dobbiamo continuare a fare, ogni giorno, molto di più. Per proteggere, per prevenire, per sostenere. Per costruire un’Italia in cui nessuna donna debba più sentirsi sola, minacciata o non creduta. La libertà e la dignità delle donne sono un dovere dello Stato e una responsabilità di tutti”. (25 NOV - red)
(© 9Colonne - citare la fonte)



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