“Era prevista già oggi la trattazione in Aula. Lo dico chiaramente: presidente, sarebbe stato bellissimo approvarla oggi. Tuttavia, ho rilevato che in ambito della Commissione sono state segnalate alcune modifiche. Devo dire che ci sono effettivamente delle piccole lacune”. A parlare è Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia del Senato e senatrice della Lega, in aula a Palazzo Madama, annunciando lo slittamento del ddl di modifica dell'articolo 609-bis del Codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso. L’innesco delle polemiche, che hanno portato allo slittamento del testo, è arrivato proprio dalla Commissione Giustizia del Senato, chiudendo alla possibilità di una approvazione del ddl nella data simbolica del 25 novembre. Le opposizioni, infatti, hanno abbandonato la Commissione per protesta dopo la richiesta, da parte dei parlamentari maggioranza, di un supplemento di indagine e approfondimento sul ddl. A frenare è stata in primis la Lega, seguita da Fratelli d'Italia e Forza Italia che hanno chiesto anche delle audizioni in merito. Il testo, già approvato all’unanimità dalla Camera, è dunque slittato rispetto al calendario previsto. Era il risultato di un accordo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein: le opposizioni, non a caso, avevano chiesto, già nella conferenza dei capigruppo, di votarlo direttamente in Aula oggi, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, parallelamente al ddl Femminicidio a Montecitorio. Una scelta che aveva ottenuto anche il sostegno del presidente del Senato Ignazio La Russa. “A noi interessa, come legislatori, essere responsabili - ha spiegato Bongiorno - il che significa che questa legge, sia chiaro, sarà fatta, poco meglio e facendo queste piccole aggiunte”. “Su un comma si gioca una vita - ha proseguito - quindi facciamo meglio questa legge, facciamola tutti insieme”. E ha concluso: “L’impegno è farla rapidamente”. La legge non salterà, dunque, ma servirà un’ulteriore valutazione.
Le opposizioni in Senato hanno accusato la maggioranza di aver sconfessato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in riferimento all’accordo con la segretaria del Pd Elly Schlein. Lo ha fatto, ad esempio, il senatore del Pd Francesco Boccia. Per il senatore Ivan Scalfarotto, capogruppo di Italia Viva in Commissione Giustizia, “la verità è che hanno scelto di affossare una legge frutto di un accordo politico ai massimi livelli, che la Camera aveva sancito votandola all’unanimità. Ancora una volta, il centrodestra dimostra una grave inaffidabilità istituzionale”. Conciliante, invece, Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati: “Nonostante ci sia stata oggi la necessità espressa da alcune forze politiche di un supplemento di riflessione, confido che si possa trovare il modo per arrivare quanto prima all’approvazione di questa norma. Non c’è da parte di nessuno la volontà di bloccare quello che è un provvedimento assolutamente necessario e bisogna riconoscere che la presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, è una figura autorevole e di assoluta garanzia, da sempre impegnata contro la violenza sulle donne, al di là di ogni colore politico. Pertanto, non scadiamo in sterili polemiche, ma restiamo tutti concentrati sull’obiettivo e lavoriamo insieme in questa direzione”. Rimangono le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, in apertura dell’assemblea odierna a Palazzo Madama: “La violenza contro le donne è una profonda ferita che offende la nostra comunità e i suoi valori” e, quindi, occorre “promuovere un cambiamento culturale duraturo”. La Russa, in chiusura, ha poi accolto la proposta di un esponente dell’opposizione di ricordare ogni settimana, “e spero non sia necessario farlo” tutte le settimane, “le donne che fossero vittime di femminicidio”.
Lo scontro politico sullo slittamento del ddl Consenso ha coinvolto anche Montecitorio. In Aula alla Camera dei deputati, la capogruppo dem Chiara Braga ha chiesto alla ministra Roccella di chiarire il motivo dell’interruzione del percorso comune e condiviso sulle leggi sul consenso in materia di violenza sessuale e sull’introduzione del reato di femminicidio. Braga ha ricordato alla ministra le parole da lei stessa pronunciate appena ieri, intervenendo a un convegno alla Camera, quando aveva dichiarato: “Io conto sul fatto che anche le nuove leggi che stiamo portando in aula il 25 novembre, cioè la legge sul reato di femminicidio e la legge sul consenso abbiano anche queste l'unanimità”. “Ministra, ci spieghi cosa è successo - ha affermato Braga - perché quel percorso si è interrotto, non possiamo credere che la presidente Meloni sia stata sfiduciata dalla sua maggioranza su un tema così importante per tutte le donne”. Braga ha infine contestato il silenzio della ministra Roccella al riguardo. A esasperare le polemiche il fatto che la Camera ha respinto la richiesta, avanzata dal deputato di AVS Marco Grimaldi e sottoscritta dalle altre opposizioni, di una sospensione della seduta sul ddl Femminicidio, in modo da avere un chiarimento da parte del governo su quanto avvenuto in Senato. (25 NOV - gci)
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