Roma, 27 nov - “In Italia, essere donna è sempre stata un’impresa. Ma sotto il governo Meloni, la missione si è fatta istituzionalmente complicata”. Il saggio di Caterina D’Ambrosio, dal titolo “Femminile sovranista. Giorgia Meloni e il corpo delle donne”, in uscita il 2 dicembre per Tab Edizioni, affronta alcuni temi sempre più al centro del dibattito (e dello scontro) politico. “Il libro nasce proprio all'esigenza di capire perché, in un momento storico così importante, con la prima donna al potere in ottanta anni di storia repubblicana, le donne invece vivano una condizione più difficile. Assistiamo infatti ad un attacco, a una compressione dei diritti civili individuali e in generale la vita delle donne sta diventando più complicata” sottolinea la giornalista, per poi spiegare: “In questo libro parlo di alcuni temi che sono molto cari al popolo femminile, come direbbe la nostra premier, in particolare di 194 e del tentativo di ridimensionare il diritto all’aborto, ma parlo anche del mondo del lavoro riservato alle donne e soprattutto di temi che le vedono più coinvolte nel quotidiano, come i femminicidi. Noi assistiamo ad una continua propaganda e lo scopo del libro è di andare oltre gli slogan e oltre la propaganda, quindi capire la differenza tra ‘palco e realtà’, cioè tra quello che viene detto e quello che invece le donne vivono ogni giorno”. Uno dei terreni di scontro tra maggioranza e opposizione è quello dell'educazione sessuo-affettiva nelle scuole, anche come strumento di prevenzione dei femminicidi. “Il femminicidio – afferma D’Ambrosio - è uno dei fenomeni più terribili, più atroci che le donne possano vivere e il nucleo di questo libro è proprio il corpo delle donne che viene utilizzato come terreno di battaglia politica. L'educazione sessuo-affettiva nelle scuole è uno degli strumenti fondamentali per poter eradicare questo atroce fenomeno e la resistenza da parte dei partiti di maggioranza a introdurre all'interno delle nostre scuole una corretta informazione ed educazione è quantomeno incredibile, perché se i ragazzi e le ragazze affrontassero in maniera laica il rapporto fra i generi, il rapporto emotivo, il rapporto sessuale, le relazioni sentimentali, forse qualcosa potrebbe cambiare. Purtroppo assistiamo da parte di questa maggioranza anche a delle affermazioni quantomeno discutibili”. Secondo l’autrice del saggio, “non possiamo ad esempio accettare le affermazioni di Nordio che dice che la violenza maschile risiede nel Dna. Se così fosse non ci sarebbe nessuna speranza. Così come non possiamo accettare le affermazioni della ministra Roccella che dice che il patriarcato nel nostro paese è stato sconfitto. Questo non è assolutamente vero, altrimenti non ci troveremmo a contare ogni anno più di 100 femminicidi. Nel nostro paese muore una donna ogni tre giorni, se va bene, e questo è frutto soltanto di un retaggio culturale”. (PO / Roc)
(© 9Colonne - citare la fonte)
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