Roma, 2 dic – La situazione in Cisgiordania è “di estrema gravità”, con violazioni sistematiche dei diritti fondamentali che restano “meno visibili all’opinione pubblica internazionale rispetto alla tragedia di Gaza, ma non per questo meno drammatiche”. Lo ha detto la vicepresidente del gruppo PD alla Camera Valentina Ghio, a margine della conferenza stampa del Partito democratico dopo la missione della delegazione dem nei Territori occupati. “Abbiamo incontrato istituzioni politiche palestinesi, deputati dell’opposizione della Knesset, operatori umanitari e semplici cittadini. Tutti ci hanno raccontato la stessa realtà: espropri di terre, violazioni sistematiche dello Stato di diritto, torture nelle carceri, restrizioni quotidiane alla libertà di movimento, impossibilità per chi vive nelle zone della West Bank di condurre una vita normale”, ha sottolineato Ghio, aggiungendo che “questa è una ferita aperta, una ‘Gaza 2’ come qualcuno l’ha definita, meno evidente ma profondamente radicata”. Particolarmente toccante – ha spiegato – l’incontro con i figli di Marwan Barghouti, il leader palestinese detenuto da oltre vent’anni: “Per larga parte della popolazione palestinese è un simbolo di speranza, l’idea di una possibile unità per contrastare – insieme al sostegno della comunità internazionale, che purtroppo oggi latita – il disegno di annessione e di occupazione portato avanti dal governo israeliano”. Ghio ha ricordato che “da sabato è partita una mobilitazione internazionale per chiedere ‘free Marwan Barghouti’, una mobilitazione che sosterremo in Parlamento e nelle piazze”.
Sul piano istituzionale, la vicepresidente dem ha annunciato iniziative concrete: “Chiederemo che venga impedita l’applicazione di un regime discriminatorio che sta colpendo la nostra cooperazione internazionale, sottoposta a una sorta di schedatura sulla base di opinioni e non di fatti. Questo meccanismo ha già impedito agli operatori italiani di essere presenti in Cisgiordania, privando il territorio di attività umanitarie in cui il nostro Paese aveva un ruolo di primo piano”. “Quello che abbiamo visto e ascoltato – ha concluso – non può restare senza risposta. Trasformeremo questa esperienza in atti parlamentari e in un lavoro politico costante, perché la tutela dei diritti umani e il rispetto del diritto internazionale non possono essere sacrificati all’indifferenza”.
(PO / Sis)
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