Roma, 2 dic – Il progetto “West Star”, dedicato alla ricerca, al restauro e alla futura musealizzazione del più grande bunker antiatomico accessibile d’Europa, entra ufficialmente nel dibattito politico nazionale. A rilanciarne il valore è la deputata di Fratelli d’Italia Alessia Ambrosi, che oggi alla Camera ha illustrato la portata culturale, storica e identitaria dell’iniziativa legata al complesso sotterraneo costruito sotto il Monte Moscal, nel comune di Affi (Verona). Progettato tra il 1958 e il 1960 e realizzato dal 1962 al 1966, il bunker West Star è una delle più imponenti infrastrutture militari della Guerra fredda: oltre 13.000 metri quadrati scavati nella roccia, destinati a ospitare un comando Nato in caso di attacco atomico. Una struttura unica nel panorama europeo, che secondo gli ideatori del progetto può ora diventare un polo culturale e scientifico di rilievo nazionale. Ambrosi rivendica l’importanza dell’iniziativa, ricordando le sue origini territoriali e l’impegno portato avanti in Parlamento: “Quello che presentiamo oggi è un progetto straordinario dal punto di vista culturale, ma anche un progetto di identità nazionale, perché parliamo di una base NATO che peraltro è il bunker antiatomico e accessibile e visitabile non solo più grande d'Italia ma anche più grande d'Europa. 13.000 metri quadri scavati sotto la roccia, sotto il Monte Moscal, di un piccolo comune dell’entroterra gardesano”. La deputata sottolinea come il West Star rappresenti “simbolo di storia, simbolo di resilienza, di ingegneristica italiana, della Guerra fredda” e ricorda il sopralluogo effettuato con l’amministrazione di Affi: “È un sito che conosco perché sono di quelle zone di origine e quindi ho portato le istanze di quella amministrazione qui a Roma, in Parlamento”. Da qui l’interrogazione rivolta al Governo per chiedere chiarimenti su ristrutturazione, musealizzazione e possibile candidatura a patrimonio Unesco. Ambrosi evidenzia l’attenzione delle istituzioni: “C’è stata fin da subito una grande attenzione, insieme al sindaco e all’Università di Firenze, con cui c’è questa importante collaborazione che dà ancora maggiore valenza a questo progetto. Siamo stati al Ministero degli Affari europei e ad incontrare Tommaso Foti. Abbiamo incontrato poi anche il Presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone e devo dire che da parte del Governo c’è stata veramente una grande attenzione”. Un interesse che, secondo la deputata, deriva anche dalla posizione strategica del comune di Affi: “Parliamo di un piccolo comune all’interno di un’area interna, 2.400 abitanti, però posizionato in una zona strategica tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Lombardia. Credo ci possa essere una grande collaborazione anche interregionale”. Il West Star, sostiene Ambrosi, non deve essere inteso come un progetto locale, ma come un investimento culturale per il Paese: “Non è solo una realtà o un sito di sviluppo locale, bensì di interesse nazionale. Può diventare una base dove si può fare cultura, si può fare ricerca, può essere anche una zona che può attrarre davvero tantissimi turisti e visitatori”. Da qui il ruolo del Parlamento: “Il nostro compito è valorizzare il patrimonio storico del Paese”. Il progetto – che unisce Comune, università e Governo – punta ora a definire i passi operativi verso il recupero della struttura e la sua apertura al pubblico, con l’obiettivo di trasformare un capolavoro ingegneristico della Guerra fredda in un centro di memoria storica e sviluppo culturale.
(PO / Sis)