"È l'inizio di una vera rivoluzione all'interno del nostro Ministero e anche nella Pubblica amministrazione: dal primo gennaio ci sarà un'altra Farnesina, un Ministero che avrà una 'testa' politica ma anche una 'testa' economica. Accanto al segretario generale ci sarà un segretario aggiunto che coordinerà l'attività economica e uno che coordinerà l'attività politica". Con queste parole il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto oggi a Villa Madama la presentazione della nuova riforma della Farnesina, composta da due pilastri fondamentali: uno politico che permetterà al Ministero di affrontare in modo più coerente tutti gli sviluppi di maggiore interesse in politica estera; un altro, economico, che vede la nascita della Direzione Generale per la crescita e la promozione delle esportazioni, attiva nella promozione e il consolidamento negli ambiti dell’economia, cultura, sport, tecnologia, scienza, ricerca e spazio. Tutte le Ambasciate, ha proseguito Tajani, "avranno come riferimento quella direzione generale perché tutte le nostre sedi diplomatiche saranno delle piattaforme per sostenere ogni impresa italiana affinché nessun imprenditore si senta solo ogni volta che deve operare fuori i confini nazionali. Cominciamo questo lavoro già dalla riunione degli Ambasciatori che si terrà a metà di questo mese". Ice, Simest, Sace, Cdp e le Camere di Commercio collaboreranno con il Ministero per raggiungere gli obiettivi di “internazionalizzazione” per “proiettare l'immagine dell'Italia fuori dal mondo nel miglior modo possibile”. Nell’ambito di questa riforma è stata prevista “un’unità per la semplificazione interna”, perché “ci sono troppe bandiere burocratiche” secondo il titolare della Farnesina: “Un’unità destinata a raccogliere le proteste dei cittadini, in modo che ci sia filo diretto con loro”, ha specificato. Canale comunicativo istituito tramite l’indirizzo email semplificazione@esteri.it a cui, come si augura Francesca Santoro, Capo dell’Unità per la semplificazione e il coordinamento Segreteria Generale, sarà possibile “ricevere suggerimenti, idee, proposte”.
Decisa anche la modifica al bando per diventare diplomatici: “Oggi puoi diventare diplomatico se hai una laurea in scienze politiche, giurisprudenza o economia. È limitante”, ha dichiarato Tajani, un messaggio ripreso in seguito da Patrizia Falcinelli, direttrice generale per le risorse e la formazione, che ha sottolineato come si sia deciso di estendere “a tutte le lauree magistrali dal 2026” il requisito d’accesso per avviare la carriera diplomatica. Questo perché “abbiamo bisogno di professionalità nuove, competenze aggiuntive rispetto a quelle della tradizionale diplomazia”, ha continuato Falcinelli, rimarcando in seguito che l’obiettivo è “favorire la compenetrazione di competenze. Abbiamo bisogno di diplomatici che non siano solo in possesso di nozioni, ma sappiano operare sul terreno”. Tra le competenze imprescindibili per la contemporaneità c’è senza dubbio quella dell’informatica e della cybersicurezza: “Dovremo avere sempre più tecnici, se parliamo di guerra cibernetica e ibrida” c’è bisogno di “ingegneri esperti per proteggere la nostra politica estera”, ha detto Tajani, sottolineando poi che ”non bastano più i diplomatici per far funzionare il sistema, dobbiamo essere al passo con i tempi”. A questo proposito è stata predisposta alla Farnesina la nuova Direzione Generale per le questioni cibernetiche, l’informatica e l’innovazione tecnologica, con una componente tecnica e una politica, accompagnata da una nuova sala operativa per far fronte a minacce informatiche: “Nel contesto in cui operiamo la competizione si gioca sempre di più su tecnologia e innovazione e la sicurezza cibernetica assume un ruolo sempre più importante. Il rischio è sempre dietro l'angolo e la riforma serve per attrezzare la Farnesina a contrastare questi fenomeni", ha detto Alessandro De Pedys, direttore generale per le questioni cibernetiche, l'informatica e l'innovazione tecnologica del Ministero degli Esteri. “La Direzione Generale che sono chiamata a dirigere è un veliero e ha tre bussole: diplomazia, visione e semplificazione", ha detto invece Cecilia Piccioni, vicesegretaria generale aggiunta della Farnesina e direttrice generale per gli affari politici e la sicurezza internazionale: "La semplificazione non può limitarsi all'ambito amministrativo" ma deve avere anche "un coordinamento politico, cercando di proporre soluzioni a crisi in modo efficace”, ha proseguito.
“Siamo di fronte a una riforma sistemica che, come Dipartimento della Funzione pubblica, abbiamo accompagnato in tutti i suoi snodi strategici e che si inserisce nel più ampio percorso di modernizzazione della spina dorsale del Paese", ha affermato il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: "In un'epoca di cambiamenti così profondi tutte le organizzazioni pubbliche sono chiamate a ripensare le loro finalità e, di conseguenza, i modelli di gestione del personale con uno sguardo rivolto soprattutto verso le nuove generazioni. Reclutamento, formazione e merito sono i tre asset strategici su cui stiamo puntando. Con il disegno di legge sul merito, ora all'esame del parlamento, inneschiamo una vera e propria rivoluzione culturale che segna il passaggio da una gestione ‘burocratica’ a una per ‘obiettivi’”, ha sottolineato Zangrillo: “Abbiamo potenziato Syllabus, il portale digitale dedicato a tutti i dipendenti pubblici, estendendolo anche al personale del Ministero degli Affari esteri e della rete estera”, ha fatto sapere il ministro, per poi concludere che “la riforma del Ministero degli Affari esteri è un investimento sul ruolo dell'Italia nel mondo e questo percorso potrà realizzarsi solo attraverso un impegno condiviso e una visione comune”. Per quanto riguarda la prospettiva di far percepire tutti i ministeri come “parte di un unico sistema” il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato: “Mi sto battendo affinché le nostre rappresentanze diplomatiche debbano avere personale anche di altre amministrazioni”, come addetti culturali, agricoli, alla sicurezza, al fine di mettere in piedi una “grande squadra di collaboratori”. Non secondarie anche le questioni legate alle ispezioni presso “le nostre rappresentanze diplomatiche per verificare che non ci siano imbrogli” e l’aumento del “numero di direttrici generali, a dimostrazione che non possiamo fare differenze e non possiamo privarci dell’intelligenza e della capacità delle donne che lavorano al nostro Ministero”, ha detto il capo della diplomazia italiana.
"La vocazione della nostra rete diplomatica è offrire servizi più semplificati e la Direzione Generale per i servizi ai cittadini all'estero si occuperà anche di scuole di italiano ed enti gestori. Con la riforma, inoltre, si istituirà un ufficio dedicato al turismo delle radici, per favorire i viaggi delle origini dei nostri connazionali". Lo ha detto Silvia Limoncini, direttrice generale per i servizi ai cittadini all'estero e le politiche migratorie della Farnesina. "Il team della nostra Direzione Generale vorrebbe lanciare due progetti - ha spiegato Limoncini -, il primo per assistere i nostri connazionali che ne hanno bisogno, una fetta importante, con una sala multimediale attraverso la quale ci sarà la possibilità di assistere in maniera integrata i nostri connazionali" mentre l’altro "è legato alla semplificazione" con "un'evoluzione della piattaforma Fast-it, attraverso la quale si potrà accedere ai servizi consolari". La riforma punta anche a “valorizzare e gestire il nostro patrimonio immobiliare”: l’Italia gestisce infatti “oltre 300 immobili nel mondo” tra ambasciate, consolati e istituti di cultura, ha detto Nicandro Cascardi, direttore generale per il Patrimonio e l’amministrazione. “Gli immobili sono strumenti di lavoro” che “devono essere decorosi”, ha continuato, aggiungendo che “la Farnesina ha bisogno di manutenzione, innovazione e creazione di ambienti altamente tecnologici e funzionali”. Una riforma quindi che intende “valorizzare la presenza italiana nel mondo”, promuovere e “difendere i suoi interessi”, nelle parole di Stefania Craxi, presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato, per “dare risposte al mondo produttivo italiano”, come ha invece sottolineato Tajani. L’obiettivo che si vuole raggiungere sono i 700 miliardi di export entro la fine del 2027 (attualmente sono 623,5 miliardi): “Grazie a questa riforma la Farnesina si mette al fianco di chi investe e produce”, ha dichiarato il vice-segretario generale del Ministero degli Esteri Carlo Lo Cascio; “parliamo la lingua delle imprese, nessuna azienda si dovrà sentire sola in questo nuovo percorso”, ha detto Mauro Battocchi, direttore generale per la crescita e la promozione delle esportazioni; “la crescita è al centro della nostra politica estera perché la politica estera contribuisce alla crescita del Paese in tutte le sue sfaccettature”, ha detto invece il segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia in chiusura della presentazione. (4 DIC - sio)
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