Roma, 4 dic – Un presidio di tutela che mancava, pensato per intercettare un bisogno sommerso ma in crescita: quello delle donne italiane che vivono all’estero e che subiscono violenza senza sapere a chi rivolgersi. È questo l’obiettivo di IRIS, il primo sportello internazionale dedicato alle italiane vittime di violenza fuori dal Paese, presentato oggi dall’Associazione Senza Veli Sulla Lingua, realtà attiva da anni nel contrasto alla violenza di genere attraverso servizi gratuiti di supporto psicologico, legale e sociale. Il progetto prende avvio dal Marocco, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Casablanca, e verrà replicato progressivamente in altri Stati, costruendo una rete di protezione capace di raggiungere donne spesso isolate, lontane da riferimenti linguistici, culturali e istituzionali. Un’esigenza confermata dai numeri: ogni anno oltre duemila italiane chiedono assistenza consolare per violenze o gravi conflitti familiari all’estero, secondo il Ministero degli Esteri. Una cifra che rappresenta solo la punta dell’iceberg di un fenomeno più ampio, fotografato dai dati EU-FRA, OMS e UN Women: una donna su tre subisce violenza almeno una volta nella vita, con un rischio più elevato per chi vive fuori dal proprio contesto d’origine. “Molte donne italiane all’estero non sanno a chi rivolgersi. Con IRIS siamo noi ad andare verso di loro: una porta aperta in mezzo al mondo, accessibile ovunque si trovino. Nessuna donna deve sentirsi sola, mai”, ha affermato Ebla Ahmed, presidente dell’Associazione Senza Veli Sulla Lingua. Ahmed sottolinea come il format sia pensato per essere esportato: “Possiamo replicarlo in altri consolati italiani nel mondo, in associazioni internazionali, ONG, filiali di aziende e persino nei CAF. Partiamo da Casablanca per renderlo un modello globale. E questo è già molto: abbiamo trovato un console sensibile, Francesco Capecchi, che ci ha dato fiducia. Da gennaio lo sportello sarà operativo sia in presenza che attraverso IrisConnect”.
IRIS, infatti, non è solo uno sportello fisico ma un sistema integrato. Grazie a IrisConnect, la piattaforma tecnologica sviluppata con Sokom srl, garantisce un canale sicuro per assistenza immediata: videochiamate criptate, chat riservata, funzione d’emergenza, presa in carico rapida e un team multidisciplinare composto da psicologi, avvocati, mediatori culturali e consulenti specializzati. Lo sportello è itinerante e attivabile in consolati, ONG, sedi aziendali, associazioni italiane all’estero e campus internazionali. All’evento di presentazione è intervenuta anche la deputata di M5S Stefania Ascari, prima firmataria del Codice Rosso, che ha definito il progetto “straordinario e unico”. “Apre un modello pilota che potrà essere esteso in tanti altri consolati all’estero per supportare le donne vittime di violenza nel mondo. Sono felicissima che sia l’associazione a guidarlo, perché con Ebla Ahmed lavoriamo insieme da anni: abbiamo scritto la legge Saman Abbas, e sappiamo quanto sia fondamentale essere unite, fare rete ed essere concrete”. ha spiegato Ascari. La presentazione è stata anche l’occasione per rimarcare il ruolo delle istituzioni. Il console Capecchi ha evidenziato l’importanza di una collaborazione stabile tra apparati diplomatici e società civile per offrire alle connazionali un punto di riferimento immediato e competente, soprattutto nei contesti più delicati.
(PO / Sis)




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