Il Pnnr supera la verifica europea di metà 2025: la Corte dei conti certifica che tutti i 32 obiettivi UE previsti per il primo semestre sono stati raggiunti, mentre la spesa accelera e supera 80,9 miliardi a giugno, arrivando a poco meno di 86 miliardi ad agosto. È quanto emerge dalla Relazione semestrale approvata il 3 dicembre dalle Sezioni riunite, che rilevano un avanzamento complessivo del Piano pari al 64%, sei punti in più rispetto a fine 2024. Secondo la Corte, le milestone sono completate all’83%, i target al 43%. Le riforme avanzano al 76%, gli investimenti al 58%, con un tasso di raggiungimento dei passaggi procedurali nazionali del 94%. Sul fronte finanziario, la spesa nei primi otto mesi dell’anno ha già coperto oltre l’81% delle stime per il 2025 indicate nel Documento programmatico di finanza pubblica. A trainare l’avanzamento sono la missione 3 “Mobilità sostenibile” (5,6 miliardi), la missione 4 “Istruzione e ricerca” (oltre 5 miliardi) e la missione 6 “Sanità” (3,9 miliardi). Resta indietro il capitolo REPowerEU, fermo a 0,5 miliardi. La relazione descrive un Piano in fase di assestamento dopo il doppio ciclo di modifiche approvato nel 2025, che ha coinvolto circa 170 misure, aggiungendo 10 nuovi interventi e riducendo gli step di performance da 614 a 575. Il PNC scende a una dotazione complessiva di 27,46 miliardi, con impegni a fine 2024 pari a 17,7 miliardi e pagamenti a 14,5 miliardi.
Quanto agli effetti macroeconomici, la Corte stima un contributo del PNRR al Pil pari a 0,9 punti nel 2025, in crescita fino a 1,7 punti nel 2026 e 1,8 nel 2027, per un effetto cumulato di 6,1 punti percentuali nel 2020-2027. Nelle opere pubbliche, i progetti in corso valgono circa 78 miliardi, ma i tempi si allungano: le 5.546 opere concluse a ottobre mostrano una durata media di 533 giorni, in aumento di due mesi e mezzo da inizio anno. Tempi più brevi nel Mezzogiorno e per i nuovi progetti PNRR (509 giorni). La Corte sollecita un monitoraggio serrato per garantire il rispetto della scadenza finale di agosto 2026. Festeggia la maggioranza, anche se Angelo Bonelli, deputato AVS e co-portavoce di Europa Verde, evidenzia un altro dato, quello che "certifica senza ombra di dubbio che l'Italia, senza il PNRR, sarebbe in recessione. Secondo la Corte dei Conti l'impatto del PNRR sul Pil è' stato di +0,9 punti nel 2025, +1,7 nel 2026 e +1,8 nel 2027. Questa è la realtà. E a questa realtà devono rispondere Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che il PNRR non lo volevano, lo hanno osteggiato e criticato”.
(Sis)
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