"Ritengo che il lavoro che stiamo mettendo in campo oggi sia un lavoro molto importante per il futuro: è evidente che dobbiamo anche su questo evitare le posizioni più estreme e le contrapposizioni, ma dobbiamo cercare di trovare le giuste sintesi, sbaglieremmo se avessimo l'approccio della Coesione contro il Pnrr. Penso che su questo ci sia bisogno di intendersi, non c'è una contrapposizione, non ci deve essere una contrapposizione tra i due modelli, noi abbiamo la necessità di avviare un processo di modernizzazione della politica di coesione, stiamo accordando i suoi principi, i suoi obiettivi" afferma Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alle riforme e alla coesione, intervenuto alla Camera all'evento "Coesione Italia - L'Italia delle comunità, l'Europa dei territori - Numeri, storie, futuro". “Quello che secondo me è importante rilevare - ha detto invece il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti - è che noi in questi dieci anni, tra il 2020 e il 2030, tra Pnrr e fondi di coesione nel loro insieme, abbiamo più di 320 miliardi di euro che planano sul territorio nazionale. Penso che siano un impatto che dovrebbe vedere tutti interessati, anche perché i governi poi si succedono. Non è che uno possa pensare se arrivo io, allora queste risorse sono mie, no, sono frutto di un processo". Tanti i governatori intervenuti. La politica di coesione europea è “fondamentale” per una regione come la Sardegna, perché sostiene “progetti trasformazionali e strategici” e rafforza la competitività dei territori, sottolinea la presidente Alessandra Todde, a margine del convegno. Todde cita iniziative come Genescope e ricorda che i fondi di coesione intervengono “sull’energia, sull’housing sociale, sulla gestione dell’acqua: temi infrastrutturali che rendono competitive le imprese”. Allo stesso tempo, aggiunge, la coesione “rafforza le piattaforme sociali nei territori”, grazie a interventi “sull’housing sociale e sull’integrazione dei fondi FSC per la sanità”, cruciali soprattutto per le aree interne e per le specificità dell’insularità. Politiche di questo tipo – conclude – permettono di offrire servizi adeguati, “capaci di sostenere gli insediamenti produttivi e le attività economiche”. (PO / Roc)
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