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direttore Paolo Pagliaro

L’AUSTRALIA ORA CHIEDE
UNA STRETTA SULLE ARMI

L’AUSTRALIA ORA CHIEDE <BR> UNA STRETTA SULLE ARMI

Sedici morti, tra cui un bambino, e 38 feriti, di cui 27 ricoverati in ospedale in condizioni più o meno gravi. Questo al momento il bilancio della sparatoria scatenata ieri da due uomini armati sui partecipanti a una festa ebraica su una spiaggia di Sydney. Tra i ricoverati c'è anche il passante ripreso dalle telecamere mentre affrontava un aggressore armato. Gli attentatori sono padre e figlio. Il primo - Sajid Akram, 50 anni - è caduto sotto i colpi della polizia mentre il secondo, il 24enne Naveed Akram, è attualmente piantonato in ospedale e in passato era stato segnalato alle autorità per la sua vicinanza ad altri individui “radicalizzati”. Gli investigatori dell’antiterrorismo ritengono che i killer avessero giurato fedeltà all'organizzazione jihadista del cosiddetto “Stato Islamico” (ISIS). Alti funzionari hanno riferito a sostegno di ciò che due bandiere dell'ISIS sono state trovate nell'auto degli aggressori sulla spiaggia.

L'uomo più anziano era in possesso di una licenza di caccia ricreativa, mentre l'agenzia di sicurezza australiana che aveva precedentemente esaminato il figlio aveva valutato che nonostante i suoi contatti inquietanti “non vi era alcun rischio che potesse commettere atti violenti”. Adesso, in seguito all’accaduto, l'Australia chiede leggi più severe sulle armi: “Il governo è pronto ad adottare tutte le misure necessarie. Tra queste rientra anche l'esigenza di leggi più severe sulle armi”, ha dichiarato il primo ministro australiano Anthony Albanese, poco dopo che la polizia ha reso noto che uno degli aggressori possedeva legalmente ben sei armi da fuoco. “Le persone possono radicalizzarsi col tempo. Le licenze non dovrebbero essere permanenti”, ha aggiunto, affermando che proporrà una serie di nuove restrizioni, tra cui la limitazione del numero di armi da fuoco che un titolare di licenza può acquisire.

“Penso che l'incidente terroristico antisemita di Bondi abbia scosso l'intera nazione, non solo gli abitanti di Sydney e del Nuovo Galles del Sud; in particolare, i membri della comunità ebraica sono rimasti devastati da un attacco di portata senza precedenti del tutto estraneo allo stile di vita australiano”, ha dichiarato Albanese aprendo questa mattina una riunione straordinaria del governo. “L'incontro di oggi – ha aggiunto Albanese - ha lo scopo di garantire che gli stati e i territori siano allineati”, per “inviare un messaggio” a “tutti gli australiani” e in particolare “agli ebrei australiani” ovvero che “siamo uniti contro l'antisemitismo, siamo uniti contro il terrorismo e faremo tutto il possibile”, contro tali flagelli. “Uno dei suggerimenti che saranno all'ordine del giorno oggi – ha spiegato ancora il premier - è quello di esaminare le nostre leggi sulle armi”.

NELLA FOTO: i killer in azione (15 DIC - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)