Progressi ma nessuna svolta a Berlino tra americani ed europei. Questo, in estrema sintesi, il sunto dell’ultima tornata di incontri nel “campo occidentale” nel tentativo di approdare a una soluzione che ponga fine alla guerra in Ucraina. Nonostante l’amministrazione trumpiana sostenga che il novanta per cento dei problemi sia stato risolto, l’impressione è che si sia ancora ben lungi da un possibile accordo anche se in Germania si è registrato un profluvio di affermazioni ottimistiche. “Le garanzie legali e materiali messe sul tavolo dagli Stati Uniti” per garantire la sicurezza del paese invaso “sono davvero notevoli”, ha ad esempio affermato lo stesso cancelliere tedesco Friedrich Merz. Ma “Questo è solo un primo passo”, ha subito puntualizzato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per il quale i colloqui “non sono stati facili” ma in ogni caso “produttivi” sì.
Zelensky ha riconosciuto che, mentre Washington sta spingendo per una rapida fine della guerra, Kiev è più concentrata nel garantire la qualità di qualsiasi accordo. “Il percorso non è certo facile, perché la guerra è complicata", ha detto il presidente ai giornalisti. “Gli americani vogliono una fine rapida. Per noi, la qualità è importante in questa velocità. Se velocità e qualità coincidono, lo sosteniamo pienamente”. C’è però almeno uno scoglio che al momento sembra insormontabile: lo ha ribadito lo stesso leader ucraino sottolineando ancora una volta che Kiev non accetterà alcun accordo che ponga il Donbass sotto il controllo russo. “Qualsiasi forma di Donbass sotto il controllo russo è per me inaccettabile”, ha detto Zelensky. "Né de jure né de facto riconosceremo il Donbass come russo”. Dunque, ha aggiunto, “Mi sembra che abbiamo ancora posizioni diverse” sulle questioni territoriali, “ma tutti sono pronti a lavorare in modo produttivo per trovare soluzioni che avvicinino la vera fine della guerra”.
Zelensky ha inoltre confermato che Kiev cerca garanzie di sicurezza “simili a quelle dell'Articolo 5” e ha affermato che ci sono stati concreti passi avanti in questo ambito. Ha aggiunto che le garanzie in discussione non si baseranno su un singolo attore, ma su un'ampia alleanza di partner. “Se all'inizio dei nostri dialoghi alcuni partner nutrivano dubbi sull'efficacia di una 'coalizione di volenterosi', oggi discutiamo del fatto che le garanzie di sicurezza devono provenire dall'Europa (la coalizione dei paesi europei volenterosi), dal Canada e da altri partner, oltre alle garanzie di sicurezza americane”, ha affermato. In un chiaro tentativo di far calare la tensione con Washington, pericolosamente allineata alle posizioni di Mosca, Zelensky ha inoltre puntato l0indice contro le affermazioni secondo cui l'Ucraina sarebbe sotto pressione da parte degli Stati Uniti, spiegando che “la pressione proviene da Mosca e Washington agisce da mediatore”.
Nelle loro proposte per un accordo di pace sull'Ucraina, i leader europei hanno assunto una serie di impegni per “raggiungere una pace duratura che preservi la sovranità ucraina e la sicurezza europea”. I firmatari del testo sono la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il Presidente del Consiglio europeo, António Costa, e i leader di Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia, Norvegia, Polonia e Svezia. Gli Stati Uniti, menzionati più volte nel testo, non sono tra i firmatari. Questi impegni sono:
1) “Fornire un sostegno continuo e significativo all'Ucraina per rafforzare le sue forze armate, che dovrebbero mantenersi a un livello di 800.000 soldati in tempo di pace, al fine di scoraggiare qualsiasi conflitto e difendere il territorio ucraino”.
2) Creare “una forza multinazionale guidata da europei, composta da forze provenienti da paesi volenterosi, nel quadro della coalizione dei volenterosi e sostenuta dagli Stati Uniti. Contribuirà alla rigenerazione delle forze ucraine, alla sicurezza dello spazio aereo ucraino e alla sicurezza dei mari, in particolare operando all'interno dell'Ucraina”.
3) Istituire “un meccanismo di monitoraggio e verifica del cessate il fuoco guidato dagli Stati Uniti e che coinvolga diversi paesi, al fine di fornire un allarme tempestivo in caso di un possibile attacco, identificare i responsabili e rispondere, nonché un meccanismo di de-escalation volto ad attuare misure da cui tutte le parti possano trarre vantaggio”.
4) “Un impegno giuridicamente vincolante, soggetto alle procedure nazionali, ad adottare misure per ripristinare la pace e la sicurezza in caso di un futuro attacco armato. Tali misure possono includere l'uso della forza armata, l'intelligence e l'assistenza logistica, nonché azioni economiche e diplomatiche”.
5) “Investire nella futura prosperità dell'Ucraina, anche stanziando risorse significative per la ricostruzione, concludendo accordi commerciali reciprocamente vantaggiosi e tenendo conto della necessità della Russia di risarcire l'Ucraina per i danni causati. In quest'ottica, i beni sovrani russi nell'Unione Europea sono stati congelati”.
6) “Sostenere fermamente l'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea”. (16 DIC - deg)
(© 9Colonne - citare la fonte)



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