"Gli ebrei si sentono senza sicurezza”. Lo afferma l'ambasciatore israeliano Jonathan Peled in una intervista al Corriere della Sera. "Rispetto le decisioni della magistratura ma il rilascio dell'imam di Torino è un segnale preoccupante. L'ordinamento italiano non dovrebbe consentire discorsi d'odio. Spero che l'Italia riesca ad evitare che episodi del genere si ripetano in futuro" sottolinea. “L'antisemitismo è un cancro e bisogna affrontarlo – afferma -. Credo che gli ebrei in Italia si sentano senza sicurezza ma sono cittadini italiani come tutti gli altri e non hanno nulla a che fare con le politiche di Israele", "se attaccare gli ebrei diventa legittimo, i successivi saranno gli zingari, i gay, la sinistra, la destra, quelli che non ti piacciono, i bianchi, i neri. Non ci sarà fine al razzismo". Come mai l'antisemitismo sembra unire formazioni politiche del tutto diverse? “Perché Israele è una moneta molto facile da usare. È un modo per polarizzare le persone. Sinistra, filo-islamici, estrema destra — quella che in Europa chiamiamo la coalizione rosso-verde-nera — sono gruppi che non hanno nulla in comune ma che sono uniti su una cosa sola: stare contro Israele. E i governi in Italia e in Europa devono essere consapevoli che si tratta di un fenomeno molto pericoloso. Perché quello che vediamo a Milano, a Bologna, a Torino non ha nulla a che fare con l'essere a favore o contro i palestinesi. E’ un modo per protestare contro l'establishment, contro il governo, contro l'imperialismo, contro tutto”. L'ambasciatore commenta l'iter legislativo del ddl Delrio: "Non conosco i dettagli del ddl ma il fatto che se ne stia discutendo all'interno del Pd mi inquieta. Quello che serve è un provvedimento accettato da tutti i partiti in parlamento per combattere l'antisemitismo, il razzismo e la discriminazione". Riguardo alla propaganda internazionale, Peled denuncia la strategia di Hamas: "È una guerra asimmetrica in cui un'organizzazione terroristica sfrutta gli strumenti, gli istituti e le garanzie delle nostre democrazie per demolire le stesse, anche attraverso la diffusione di disinformazione e fake news". Inoltre sottolinea: "A lungo termine penso che troveremo un modo per coesistere perché non abbiamo altra alternativa. Siamo vicini e dobbiamo trovare un modo per vivere fianco a fianco". (16 dic - red)
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