Il vertice dei leader dell'Unione Europea, apertosi ieri a Bruxelles, si è concluso con un accordo unanime per lo stanziamento di 90 miliardi di euro a favore dell'Ucraina per il biennio 2026-2027. Come annunciato dal Presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e dal Cancelliere tedesco Friedrich Merz, la misura consiste in un prestito a tasso zero finanziato direttamente dal bilancio comunitario. Questa decisione mira a coprire i due terzi del fabbisogno finanziario complessivo di Kiev, stimato in 137 miliardi di euro, mentre la quota restante dovrebbe essere garantita da altri partner internazionali come Canada e Norvegia. L'intervento si è reso necessario per evitare che il Paese restasse privo di risorse già nel primo trimestre del 2026, a seguito della riduzione del sostegno statunitense decisa dall'amministrazione di Donald Trump.
Il dibattito tra i Ventisette è stato caratterizzato da lunghe trattative, protrattesi fino a tarda notte e condotte a porte chiuse senza l'ausilio di telefoni cellulari. Il nodo principale ha riguardato l'utilizzo degli asset russi congelati, circa 210 miliardi di euro depositati in gran parte in Belgio. Nonostante l'ipotesi iniziale di utilizzare tali fondi per un "prestito di riparazione" fosse sostenuta dalla Germania e dalla Commissione Europea, la resistenza delle autorità belghe e la mancanza di un consenso tecnico hanno portato i leader a optare per il finanziamento tramite il bilancio UE. Tuttavia, Merz ha precisato che i beni russi rimarranno congelati fino a quando Mosca non avrà risarcito l'Ucraina e che i relativi proventi continueranno a essere impiegati per sostenere le forze armate di Kiev per almeno altri due anni.
Secondo i leader europei, l'intesa rappresenta un segnale politico rivolto al Cremlino circa la determinazione dell'Europa nel mantenere il sostegno a lungo termine. Il Cancelliere Merz ha sottolineato che questa iniziativa non punta a prolungare il conflitto, ma intende indurre la Russia a concessioni rendendo evidente l'insostenibilità economica della guerra. Con l'approvazione di questo pacchetto finanziario, l'Unione Europea formalizza l'impegno preso lo scorso ottobre di assumere il ruolo di principale garante della stabilità economica e militare ucraina per le prossime due annualità.
“Se la Russia non paga le riparazioni, noi, nel pieno rispetto del diritto internazionale, utilizzeremo i beni immobilizzati dalla Russia per rimborsare il prestito”, ha dichiarato Merz. Il finanziamento all'Ucraina tramite il bilancio dell'UE sarebbe stato impossibile senza l'unanimità, ma la strada è stata spianata quando i tre governi nazionalisti dell'Europa centrale hanno dichiarato che avrebbero approvato tale soluzione, a condizione di essere esentati dal garantire i prestiti. Secondo il testo definitivo dell'accordo, le garanzie dell'UE sul prestito "non avranno alcun impatto sugli obblighi finanziari" di questi tre paesi.
Il primo ministro danese, Mette Frederiksen, ha parlato di “un traguardo importante” raggiunto con il convincere 27 paesi a concordare un prestito di 90 miliardi di euro per un’altra nazione. Ha aggiunto: “Ci sono molte persone al di fuori dell'Unione Europea e purtroppo anche al suo interno che cercano di dividerci. Sta diventando sempre più difficile e credo che continuerà così”. Intanto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato la legge National Defense Authorization Act per l'anno fiscale 2026, che prevede 400 milioni di dollari di aiuti per l'Ucraina. Il documento autorizza gli stanziamenti per l'anno fiscale 2026 principalmente per i programmi del Dipartimento della Guerra e per le costruzioni militari, i programmi per la sicurezza nazionale del Dipartimento dell'Energia, i programmi di intelligence e i programmi del Dipartimento di Stato. (19 DIC - deg)
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