Daniela Di Benedetto, presidente del Comitato degli Italiani all'Estero di Monaco di Baviera, fa un bilancio delle attività portate avanti nel 2025: “Un anno importante volge al termine e, mentre iniziamo a fissare alcuni degli obiettivi per il 2026, desidero condividere, in qualità di Presidente del Com.It.Es. di Monaco di Baviera, una riflessione sul cammino compiuto finora – si legge in una nota - Guardando in particolare all’ultimo anno, emergono tre aspetti che considero fondamentali e che desidero sottolineare, non soltanto per ricordare, ma per lasciare una testimonianza utile al futuro. In tema di memoria e collaborazioni con le Istituzioni, non posso non ricordare la serie di eventi ‘Bruciate Napoli’, un film di Arnaldo Delehaye sul moto popolare delle Quattro Giornate di Napoli, realizzati tra gli altri in collaborazione con il Comune di Napoli, il Consolato Generale, l’Istituto Italiano di Cultura e la comunità scolastica, in occasione degli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e della liberazione dei campi di concentramento bavaresi”. Di Benedetto ricorda poi la pubblicazione “Il mio silenzio è una stella”, storia inedita della giudice e vittima di mafia, Francesca Morvillo, con l’autrice Sabrina Pisu: “Entrambi gli eventi hanno visto collaborazioni Istituzionali importanti e un particolare impegno delle commissioni Scuola e Cultura, Arti e Memoria, che ringrazio sentitamente per il grande lavoro” sottolinea la presidente del Comites in una nota. “La Commissione Newcomers ha realizzato ad inizio 2025, in collaborazione con l’Università di Monaco, un nuovo importante evento della serie Newcomers, confermando il proprio impegno nell’accoglienza ed informazione dei nostri connazionali, con un format aperto e coinvolgente. Abbiamo contribuito alla proiezione e dibattito con la regista, Daniela Porto, del film ‘Il mio posto è qui’, film che parla di diritti e autodeterminazione femminile nell’Italia del secondo dopoguerra e che ha vinto molto premi internazionali”.
“Un grande impegno – sottolinea ancora Di Benedetto - è stato legato agli eventi per le celebrazioni dei 70 anni dagli accordi bilaterali tra Italia e Germania, per il reclutamento e l’assunzione di manodopera, sottoscritti appunto il 20 dicembre del 1955. In questo ambito dobbiamo citare diversi ambiti di impegno. Sicuramente la collaborazione alla realizzazione di “Un Sogno Italiano”, un importante film documentario, diretto dal regista Fausto Caviglia e prodotto da Cristiano Bortone e Antonio Padovani con le case produttrici Orisa e Latteplus, pensato per la grande distribuzione. Una seconda collaborazione ad una produzione video ci porta verso il mondo scolastico e Verona, dove la quinta classe a.a. 2024/25 del Liceo Artistico Statale ha realizzato, sotto la guida attenta dell’insegnate Nicola Dalla Mura, uno prezioso documentario dal titolo “Verso Monaco”, con le interviste a diversi testimoni di Monaco, contattati grazie alla collaborazione con il nostro Com.It.Es. e con la scuola bilingue di Monaco, Leonardo da Vinci, che aveva altresì portato avanti un proprio lavoro di approfondimento.
“La collaborazione che ha visto l'impegno più intenso e continuativo da parte mia, ha però riguardato quella con il Dipartimento “Public History” della Città di Monaco. Per la realizzazione di una serie di eventi (ben 25) sul tema degli accordi bilaterali – fa sapere con una nota Di Benedetto - Un’iniziativa che ha anche contribuito a rafforzare i legami con la città gemellata di Verona. Da questa esperienza ho tratto alcune profonde convinzioni: Oggi, a differenza del passato, gli italiani a Monaco sono parte integrante, attiva e consapevole della storia e dell’identità della città. I diritti di cui godono oggi lavoratori e migranti sono il frutto di una lunga storia di emigrazione, integrazione e lotta contro la marginalità, iniziata nel lontano 1955 e tuttora in evoluzione. Gli italiani che giunsero in Germania grazie a quegli accordi furono tra i primi a vivere e a sognare l’Europa che oggi abitiamo. Il dialogo e l’interazione tra le generazioni restano la chiave per guardare con fiducia e continuità al futuro. La partecipazione della comunità italiana, attraverso le associazioni storiche e le nuove forme di associazionismo, è oggi esemplare: viva, inclusiva e, diversamente dal passato, finalmente visibile nello spazio pubblico. Accogliere la migrazione non deve essere considerata soltanto come una risposta a un bisogno di manodopera, ma come una vera assunzione di responsabilità sociale, che si traduce in attenzione, sostegno e apertura alla multiculturalità”. (P.O. red EMG Gil – 29 dic)
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