Nonostante il “deficit reputazionale” accumulato dal nostro Paese negli ultimi anni, l’italiano “migliora le sue posizioni nel mercato globale delle lingue” perché “in alcune delle zone più dinamiche del mondo - come il subcontinente sudamericano o la sponda meridionale del Mediterraneo - è la lingua italiana ad avere una funzione attrattiva. E’ vero, e le interviste ai migranti lo confermano”: così Paolo Pagliaro, direttore dell’agenzia di stampa 9colonne, nel suo intervento al convegno “L’italiano come risorsa per il Sistema Italia. Idee e sinergie per il futuro”, organizzato da Icon (Italian culture on the net) e in corso a Palazzo San Macuto. “L’opinione pubblica - intesa come quella comunità che si tiene informata e in vari modi dice la sua - è sicuramente interessata alla buona reputazione del proprio Paese - sostiene Pagliaro -. La reputazione è un fattore decisivo per favorire la competitività, e della competitività fa parte anche la buona salute e l’apprezzamento della lingua. Come sappiamo, è successo che in Italia gli investimenti esteri siano crollati del 58% rispetto al 2007, e sappiamo che questo decremento rispecchia perfettamente il deficit reputazionale accumulato negli anni. Le cause del declino, per usare la sintesi proposta da De Rita, sono: corruzione diffusa, scandali politici, pervasività della criminalità organizzata, lentezza della giustizia civile, farraginosità di leggi e regolamenti, inefficienza della pubblica amministrazione, infrastrutture carenti. Questo – per non parlare dei crolli di Pompei - è ciò che nuoce alla nostra reputazione e ai nostri affari”. Secondo il direttore dell’agenzia 9colonne, la domanda quindi è “perché mai l’italiano avrebbe dovuto mantenere e migliorare le sue posizioni nel mercato globale delle lingue, come pare stia invece accadendo. Qui le ipotesi sono le più diverse - continua Pagliaro -. C’è naturalmente l’attivismo intelligente degli istituti italiani di cultura, del network della Farnesina, delle Università, a cominciare dal consorzio che ci ospita. Ci sono spiegazioni minimaliste, come quella del settimanale tedesco die Welt secondo cui l’italiano piace perché è una lingua più efficiente del tedesco, consente cioè di trasmettere le stesse informazioni in minor tempo. Chissà quanto è costato alla Welt doverlo ammettere… Comunque, anche in questa classifica il giapponese è primo”.
Secondo il giornalista, però, "pare più convincente l' argomento con cui il rettore dell' Università di Pisa - in un intervento sul Sole - si è dissociato dalla decisione del Politecnico di Milano di tenere tutti i corsi di laurea in inglese. Ha spiegato che in alcune delle zone più dinamiche del mondo - come il subcontinente sudamericano o la sponda meridionale del mediterraneo - è la lingua italiana ad avere una funzione attrattiva. E' vero, e le interviste ai migranti lo confermano". "Il linguista Luca Serianni - continua Pagliaro - avverte che il borsino delle lingue è estremamente mobile, proprio come quello delle azioni, che lingue gloriose possono essere meno richieste (come il francese) e lingue ' nuove' possono suscitare largo interesse (come il cinese in America, Oceania e nella stessa Europa). In questo momento secondo lui giocano a favore dell' italiano alcune percezioni tradizionalmente positive legate all' Italia: non solo alle sue bellezze artistiche e naturali, ma anche al tradizionale prestigio in certi settori, dalla moda al calcio. E se non sapremmo immaginare un soprano o un tenore asiatici che non conoscano l' italiano, così dobbiamo prendere atto che la parola pizza è utilizzata in 60 diverse lingue, spaghetti in 54, tiramisu in 23 e carpaccio in 13". Secondo il direttore dell' agenzia 9colonne "l' italiano ha una buona tenuta nel mercato globale perché risponde a richieste specifiche e diffuse", un esempio è che "il distretto biomedicale di Mirandola, il più importante d' Europa, ha messo online per il mercato cinese dei database con informazioni su oltre 260 start-up e 50 brevetti innovativi" e "lo ha fatto - su richiesta - anche in italiano". Pagliaro spiega poi che "partendo dall' esperienza e dalle caratteristiche delle varie little Italy l' agenzia giornalistica 9colonne si è immaginata una Big Italy e ha chiamato così un app geolocalizzata che ogni giorno segnala iniziative e business italiani nel mondo. L' hanno scaricata già migliaia di persone nei cinque continenti e i fatti segnalati non sono mai meno di 20 al giorno". (red - 17 giu)
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