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direttore Paolo Pagliaro

UCCIDERE E MORIRE
IN NOME DI ALLAH

UCCIDERE E MORIRE<br>IN NOME DI ALLAH

di Paolo Pagliaro

Rai 1, il conduttore del talk show dice che in Iran è vietato farsi il segno della croce. Gli ospiti annuiscono e si passa ad altro.

Ma le cose non stanno così. Il Catechismo della Chiesa cattolica, tra l’altro, è stato tradotto in persiano, al termine di un lavoro che ha visto impegnati teologi islamici e cristiani nella più importante università di studi religiosi dell’Iran. E’ stato persino presentato a Roma, alla Gregoriana, in collaborazione con il Vaticano.
Ma siccome siamo in guerra, capita di inciampare in menzogne ed omissioni.

Di che guerra si tratta lo racconta Pietrangelo Buttafuoco in un libro uscito per Bompiani e intitolato “Il feroce saracino”, guida storico-letteraria alla comprensione del conflitto – anzi, della guerra civile mondiale - che non oppone Oriente e Occidente ma semmai il fanatismo e l’ortodossia, il sacro e il nichilismo, e che ha la sua rappresentazione più eloquente nella strage di “Charlie Hebdo” a Parigi dove un musulmano spara a un altro musulmano. Il primo - il terrorista - uccide in nome di Allah, e il secondo - la guardia - muore invocandolo.

Buttafuoco – che ha anche un nome saraceno, Giafar – afferma di non aver perso nulla del passato incontrando l’Islam, ma questa è una faccenda sua privata. Al lettore risulta invece prezioso lo sguardo dell’insider, e dunque lo sguardo incantato – così più interessante del disincanto - con cui lo scrittore visita il mondo e la Sicilia, dove ogni mercato è una casba e sulle chiese si legge un’iscrizione - “Solo dio è grande” – che è la traduzione di Allahu Akbar.

A chi gli chiede che cosa lo ha spinto ad avvicinarsi all’Islam, Buttafuoco risponde citando Battiato: il giorno della fine non ti servirà l’inglese. (7 apr)

(© 9Colonne - citare la fonte)