(25 luglio 2016) Chirurgo, poeta, drammaturgo e “radio” artista: Pino Masnata (1901-1968) è conosciuto dal grande pubblico come co-autore del Manifesto radio futurista del 1933 redatto insieme a Filippo Tommaso Marinetti. Tra i più importanti documenti artistici del ventesimo secolo, il Manifesto radio futurista ha assunto un ruolo iconico tra gli artisti che si sono dedicati a ripensare l'arte attraverso lo studio e l'uso di nuovi media. La composizione di Masnata con il compositore Carmine Guarino produsse una delle primissime opere scritte specificatamente per la radio, “Il cuore di Wanda”, in onda nel 1931. Una straordinaria carriera alla quale l’Istituto italiano di cultura di San Francisco dedica una serata – giovedì 4 agosto dalle 18,30 alle 20,30 – di conferenze e dibattiti. Roberto Masnata, figlio dell’artista, illustrerà l'originale accoppiamento, da parte del padre, della medicina e delle arti di avanguardia, e racconterà dell'esperienza dello stesso come chirurgo per le truppe italiane in Etiopia e in Russia, mettendo in risalto il suo ruolo all'interno del movimento futurista italiano. Margaret Fisher, traduttrice del manifesto “Radia”, e Charles Amirkhanian, compositore, poeta, e direttore Artistico di radiOM e Other Minds di San Francisco, si uniranno alla presentazione per discutere il retaggio dell'arte futurista sia nella poesia che nelle arti elettroniche. (Red)
LA SCHEDA / L’INCONTRO CON MARINETTI
Il 1919 è un anno importante per Pino Masnata: si iscrive alla facoltà di Medicina e Chirurgia nell'Ateneo di Pavia in cui si laureerà a pieni voti il 25 novembre 1925 e conosce Filippo Tommaso Marinetti e Paolo Buzzi in Corso Venezia 61 a Milano, casa del capo del Futurismo. Nel suo diario privato scrive così del suo maestro: “Marinetti mi esaltava sempre forse troppo perché io avevo accettato in pieno il suo paroliberismo e scritto un volume Poesia dei ferri chirurgici dove il paroliberismo si affermava con una personalità distinta. Ciò inorgogliva Marinetti. Il modo suo non era il suo stile ma un mezzo perché gli altri poeti trovassero un loro particolare stile”.