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Ars Sine Finibus: inaugurata l’installazione “So(g)no” di Marco Nereo Rotelli

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Ars Sine Finibus: inaugurata l’installazione “So(g)no” di Marco Nereo Rotelli

È stato inaugurato il progetto artistico transfrontaliero Ars Sine Finibus, un museo a cielo aperto stanziale che espone l’installazione luminosa “So(g)no” dell’artista Marco Nereo Rotelli due sfere realizzate in Cor-Ten visitabili anche all’interno. Le sue Sfere gemelle di 4 mt di diametro sono posizionate una a Giasbana, in provincia di Gorizia, e una a Kojsko, in Slovenia. L’opera, realizzata con il contributo del prof. Riccardo Valentini, del compositore Alessio Bertallot, del poeta sloveno Aleš Šteger, del poeta italiano Valerio Magrelli e dell’artista friulano Giorgio Celiberti, trasforma lo spazio dei vigneti in un percorso immersivo e multisensoriale. Con Ars Sine Finibus, il Collio e il Brda non sono solo territori del vino di eccellenza, ma diventano un laboratorio culturale internazionale, dove creatività, memoria e natura si incontrano per parlare un linguaggio universale: quello dell’arte che unisce. Il progetto transfrontaliero è promosso da Sinefinis, fondato da Robert Princic e Matjaž Četrtič. L’iniziativa mira a trasformare i vigneti di confine tra Italia e Slovenia in un parco d’arte permanente, dove installazioni site-specific realizzate da giovani artisti diventano strumento di dialogo tra arte e natura, comunità e territorio. Le altre opere finaliste presentate dai giovani artisti sono: Sconfinare di Sofia Aloni e Lorenzo Lavezzo; Spazio di vite di Chiara Andolina, Tommaso Marchesi e Simona Tessaro; Fortino e Santuario di Pietro Chiarello e Jasmin Sara Prezioso; Mucca senza passaporto di Lili Grudina e Daniele Poli; Synergos di Nailia Khamzina e Vanessa Stefan. Il premio della giuria è stato assegnato all’opera Scritto nelle pietre di Juliana Florez Garcia, Gloria Veronica Lavagnini e Tajda Tomšič, un arco e un muro che richiamano l’ex confine, realizzati con marna, pietra e inserti dorati, trasformando la ferita storica in passaggio e soglia verso una coscienza condivisa. Pietre sospese e steli metallici evocano un prato fiorito, restituendo leggerezza e poesia a una memoria dolorosa.


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