Bruxelles - Il Museo Novecento presenta al Parlamento Europeo di Bruxelles la mostra “Landscape, Nature, and Rural Labour” a cura di Sergio Risaliti, un progetto che riunisce una selezione di opere provenienti dalle collezioni del Museo Novecento e del Museo de’ Medici di Firenze, in dialogo con nove fotografie di Dario Garofalo. L’esposizione offre una riflessione sulla rappresentazione del paesaggio italiano attraverso epoche diverse, indagando il rapporto persistente e in continua evoluzione tra natura, espressione artistica e vita rurale. Attraverso l’intreccio tra arte e ambiente, la mostra mette in luce il ruolo centrale dell’agricoltura – e in particolare della viticoltura – come elemento fondante dell’identità culturale e visiva dell’Italia. “Abbiamo cercato di evidenziare il legame stretto tra arte, paesaggio e agricoltura, che potremmo definire anche un vincolo reciproco, all’insegna della bellezza, dell’armonia e del benessere. In questa mostra si intrecciano espressioni artistiche e documenti storici che uniscono il passato alla contemporaneità”, ha commentato Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze. “Portare a Bruxelles queste testimonianze – ha dichiarato il direttore del Museo de’ Medici, Samuele Lastrucci - significa far parlare, nel cuore d’Europa, una civiltà che nei campi ha seminato bellezza. I Medici seppero intendere l’agricoltura come un linguaggio politico e morale, capace di unire arte, scienza e governo: lo raccontano i loro bandi, le parole di Redi e del Filicaja, l’eco di un mondo in cui la vigna e l’aratro erano strumenti di cultura. Da quella visione nacque anche il bando del 1716, primo nel mondo a riconoscere nel vino un bene da tutelare per origine e qualità. Essere oggi testimoni di quel primato, come Museo de’ Medici, è insieme un privilegio e un dovere: ricordare che da quella terra laboriosa nacque l’idea moderna di misura, di armonia e di civiltà”. Con la serie fotografica Signs, Dario Garofalo cattura le tracce spontanee e poetiche che il tempo lascia negli spazi rurali. Le stratificazioni naturali di lieviti e batteri sulle pareti delle cantine danno vita a composizioni astratte e luminose, dove la luce solare rivela sfumature dorate e ambrate. Lontano da un intento puramente documentario, il fotografo propone una meditazione, al tempo stesso spirituale e materica, sulla forza generativa della natura. Scattate in luoghi e tempi diversi, le immagini si fondono in un racconto coerente fatto di osservazione, trasformazione e memoria. (9colonne)
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