Trelew - Scienziato, geologo, naturalista, esploratore. Difficile imprigionare dentro a un’unica “etichetta” il multiforme ingegno di Egidio Feruglio (1897-1954), il “figlio” di Feletto cui il Comune di Tavagnacco ha già dedicato la sala consiliare del municipio e un grande murale, realizzato dall’artista udinese Simone Mestroni sulle pareti della scuola elementare di Feletto Umberto e inaugurato lo scorso aprile. Per riscoprire e valorizzare l’opera di Feruglio sta per partire anche un progetto, che il Comune ha avviato assieme all’Ente Friuli nel Mondo e ad altri partner, tra cui anche l’Università di Udine, la Società Alpina Friulana e la Fundación Egidio Feruglio di Trelew, in Patagonia, collegata al Museo Paleontologico, dedicato proprio all’esploratore e naturalista friulano, che trovò in Argentina una seconda patria e nuovi sbocchi anche per la sua carriera scientifica e accademica, preclusigli in Italia dal rifiuto a iscriversi al partito fascista. Prima tappa del progetto il convegno “Egidio Feruglio, uno scienziato tra Friuli Venezia Giulia e Patagonia”, in programma a Feletto Umberto venerdì 28 novembre alle 17.30, proprio in sala Feruglio. I contributi di Nestor Ruben Cuneo, direttore del Museo e della Fondazione di Trelew, di Umberto Sello, presidente della Società Alpina Friulana, di Silvia Metzeltin, geologa ed alpinista, e di Javier Grossutti, studioso dell’emigrazione friulana, consentiranno di ripercorrere la storia personale e professionale di Feruglio. Interverrà inoltre il presidente dell’Ente Friuli nel Mondo Franco Iacop, che illustrerà gli obiettivi e le tappe del progetto dedicato a Feruglio, finanziato dalla Regione Fvg e che vede tra i suoi promotori e partner, oltre a quelli già citati, anche il Centro culturale Settetorri per il Terzo Millennio, il circolo Speleologico Idrologico Friulano e il Fogolâr di Esquel, il sodalizio friulano più a sud di tutto il pianeta. L’obiettivo, spiega Iacop, è quello di “contribuire non solo alla riscoperta e a una giusta valorizzazione di Feruglio, ma anche all’avvio di nuove relazioni istituzionali e culturali sull’asse Friuli-Patagonia e al consolidamento di quelle già esistenti, con il coinvolgimento della rete dei nostri Fogolârs e della comunità friulana, presente nell’estremo sud dell’Argentina fin dalla prima metà del Novecento”. Il programma proseguirà nel 2026 con una mostra in primavera, sempre a Feletto, e un convegno finale in Argentina. (9colonne)
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