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direttore Paolo Pagliaro

Che Italia sarebbe
se pagassimo le tasse

Che Italia sarebbe <br> se pagassimo le tasse

di Paolo Pagliaro

(29 settembre 2017) Si chiama economia non osservata quella che, per motivi diversi, sfugge all’osservazione statistica diretta e naturalmente al fisco.  In Italia nel 2014 valeva 194 miliardi, con un incidenza sul Pil di circa il 12%. Il dato viene dalla commissione presieduta da Enrico Giovannini e istituita dal Ministero dell’Economia per monitorare il fenomeno dell’evasione fiscale e contributiva. Le componenti più rilevanti dell’economia non osservata sono la sotto-dichiarazione Iva e l’impiego di lavoro irregolare. Un impatto minore ma significativo hanno fenomeni come gli affitti in nero.
E’ in nero circa un terzo del lavoro domestico e un quarto delle attività classificate sotto la voce commercio all'ingrosso e al dettaglio, trasporti e magazzinaggio, attività di alloggio e ristorazione. Nel settore delle costruzioni il sommerso raggiunge il 23% del valore aggiunto. C’è un 5% di sommerso addirittura nella pubblica amministrazione, settori sanità e istruzione.
Nel 2014, avevano un rapporto di lavoro irregolare circa 3 milioni e 600 mila persone, quasi il 16% degli occupati. La Calabria è la regione in cui il peso dell’economia sommersa e illegale è massimo, con il 21,2% del valore aggiunto complessivo, mentre l’incidenza più bassa si registra nella Provincia autonoma di Bolzano, con il 10,7%. Fanno meglio della media nazionale, nel senso che evadono meno, il nord-est, il nord-ovest ma anche il Lazio.  La commissione Giovannini stima che tra Irpef da lavoro autonomo, Ires, Iva, Irap, locazioni e canone Rai, nel 2015 lo Stato abbia incassato minori imposte rispetto al dovuto per 74 miliardi di euro.
La morale è che se anche solo una parte dell’economia non osservata diventasse osservabile e dunque tassabile, l’Italia non avrebbe bisogno di manovre correttive e negoziati con l’Europa per far quadrare i propri conti.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)