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PFAS, LIVELLI IN CALO MA L’ISS VIETA LA PESCA

In Veneto i valori delle sostanze perfluoroalchiliche, meglio note come Pfas, nelle acque sono oggi di dieci volte minori rispetto a quelli del 2014. Lo dice il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che in audizione in Commissione d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su  illeciti ambientali ad esse correlati, spiega che il "trend di progressiva  diminuzione dei valori di esposizione a Pfas attraverso le acque potabili riguarda tutti i territori interessati” e, per l'appunto, i valori si “considerano ridotti di  circa un ordine di grandezza, cioè circa 10 volte inferiori rispetto ai valori massimi di performance già indicati dall'Istituto superiore di sanità Iss con un parere iniziale del 2014".  Anche in quel parere, peraltro, si rilevava che “c’erano adeguati margini di sicurezza considerando le soglie di tolleranza allora definite in sede Efsa e Epa". Nonostante ciò “si è ritenuto comunque di provvedere ad una drastica riduzione della esposizione a Pfas della popolazione interessata". Nei prossimi giorni, spiega il ministro Lorenzin, sarà completato il monitoraggio sulla contaminazione da Pfas sugli alimenti in alcune aree della Regione Veneto “ma posso anticipare che i risultati raccolti finora non hanno segnalato criticità che richiedessero l'adozione di misure in itinere". Per questioni di sicurezza, ad ogni modo, Regione Veneto Iss hanno concordato il divieto di consumo di alcune tipologie di pesce catturate nelle acque interne del Veneto, dopo il riscontro di sostanze tossiche in alcuni campioni: “L'Istituto superiore di sanità ha concordato con la Regione sull'opportunità di definire misure di natura  precauzionale quali il divieto di consumo del pesce di cattura  nelle aree interessate" ha spiegato Lorenzin. 

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