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direttore Paolo Pagliaro

Amelia: un museo a cielo aperto nel cuore dell’Umbria

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Amelia: un museo a cielo aperto nel cuore dell’Umbria

Un’esposizione collettiva ed itinerante, fino al 30 aprile, nel dedalo di vie del centro storico di Amelia, borgo di origine romana a sud dell’Umbria, che si arrampica su tre livelli, circondato da mura “ciclopiche”, che per un mese sarà così luogo di sperimentazioni, un laboratorio e cornice di dialogo tra l’arte contemporanea e gli abitanti. Una mostra per immaginare le tappe di un percorso visivo e simbolico che accomuna, sfiorandole, la memoria e la metafora di viaggi lontani, tra oriente e occidente, tra “La Via della seta” e la “Via Francigena” che in questo territorio di orizzonti a perdita d’occhio, si sono incrociate secoli addietro. Queste tracce Claudio Pieroni, “artista visionario e colto”, le ha percepite e ha invitato i suoi artisti a ripensare questi segni e a dar loro corpo e immagine. Una proposta artistica, quella di “Sentieri”, primo festival di arte Contemporanea organizzato dal Centro Ricerca Arte Contemporanea, con la collaborazione dell’associazione Feng Huang, che è un’interpretazione e un’attualizzazione di quel ricco tessuto di scambi culturali che si costruiva nei lunghissimi viaggi di pellegrini e mercanti, nel rapporto tra le diversità feconde di lingue, abitudini, riti, comportamenti e che si concretizzerà in un gruppo di ben 33 artisti, tra i quali un manipolo di giovani cinesi, che proprio in questi paraggi hanno condotto precedentemente un laboratorio formativo. Le opere - dipinti, fotografie, video, installazioni – si incontrano negli androni di antichi palazzi nobiliari appositamente aperti per l’occasione, negli spazi monumentali delle cisterne romane risalenti al II sec. a.C, site sotto piazza Matteotti (costituite da un sistema di 10 locali deputati alla raccolte delle acque piovane per dissetare gli antichi abitanti della città di Amelia. Il complesso sotterraneo è imponente per le sue dimensioni e la visita piuttosto suggestiva) o sui muri di edifici chiesastici sconsacrati. Altre opere sono introdotte nei luoghi in abbandono lungo le strade del centro storico, botteghe chiuse, officine in disuso, magazzini dimenticati.  (red)

 

 

URBINO: I GIARDINI DEI DUCHI

 

 

In occasione della nuova piantumazione del giardino pensile di Palazzo Ducale ad Urbino, fino al 10 giugno la Galleria nazionale delle Marche celebra la primavera inaugurando la mostra “I giardini dei Duchi” dedicata agli arredi vivaistici adottati alla corte dei Montefeltro e Della Rovere. Basata su materiali eterogenei, l’esposizione intende accompagnare il visitatore nella ‘scoperta’ dei giardini ducali che non esistono più, come quelli di alcune ville pesaresi o dell’urbinate Giardino di Santa Lucia, ma anche di rilanciare l’attenzione su realtà ancora fruibili, come il Giardino pensile del Palazzo ducale di Urbino che, inserito nel percorso espositivo, costituisce fisicamente e idealmente il cuore vivo e pulsante della mostra. L’ indagine, che per la prima volta pone a confronto su questo tema alcuni tra i principali centri del Ducato, prende avvio con i giardini pensili di Urbino e di Gubbio, da dove tutto è cominciato, e prosegue con Fossombrone, Pesaro e Urbania; inizia con Federico di Montefeltro (1422-1482) e si conclude con l’ultimo duca, Francesco Maria II Della Rovere (1549-1631). Tutti i luoghi considerati hanno offerto il loro contributo alla storia del giardino formale all’italiana, dove la natura viene organizzata secondo precisi schemi. Emergerà come lo sviluppo dell’idea di giardino nel Ducato di Urbino sia strettamente legato alle diverse personalità dei duchi e delle duchesse che, come nel caso di Eleonora Gonzaga o Lucrezia d’Este, hanno portato in questi luoghi l’esperienza di altre corti. Inoltre alla Galleria nazionale delle Marche è in corso, fino al 13 maggio, Montefeltro rivisto, la personale del pittore austriaco Peter Baldinger che "rivisita" i grandi capolavori rinascimentali con la tecnica del pixel fruibile e, fino al 19 aprile, si tiene una antologica sullo scultore montefeltrino Gio’ Pomodoro. (red)

 

MASSA: NELLA CATTEDRALE SPOERRI E MANFREDINI  

Due grandi artisti di fama internazionale come Daniel Spoerri (Galati, Romania 1930) e Giovanni Manfredini (Pavullo nel Frignano, Modena 1963) sono i protagonisti della mostra “The Other Half of the Sky may be Obscured?” (L’altra metà del cielo può essere oscura?), che si svolge a Massa da oggi al 29 aprile, promossa dal Comune in collaborazione con il Museo Diocesano. Il percorso espositivo comprende oltre 50 opere tra sculture, quadri e i famosi “tableau piege” disseminate nei bellissimi spazi del Palazzo Ducale, del Museo Diocesano e della Cattedrale dei S.S. Pietro e Francesco. L’obiettivo è quello di enfatizzare l’aspetto della dimensione “spirituale” del lavoro dei due artisti, restituire cioè alle opere una dimensione “sacra” che le faccia dialogare (attraverso un colloquio muto e assorto) con l'abside, l'altare, la navata (nella Cattedrale) con le sale di rappresentanza dei Malaspina, duchi e signori di Massa antica (nel Palazzo Ducale) e con le opere sacre di Jacopo della Quercia, del Bernini, di Bernardino, di Pietro Tacca (nel Museo Diocesano), ciò finalizzato a “ritrovare” un contatto tra il sé e il divino. Il catalogo vede un testo critico di Achille Bonito Oliva. (red)

 

SAN MARINO: DARIO BREVI, “NUOVO FUTURISMO” DI LEGNO  

 

 

Dario Brevi, esponente di punta del movimento Nuovi Futuristi lanciato dal critico Renato Barilli, presenta le proprie opere tridimensionali dalle forme sinuose e dagli splendidi colori derivanti da smalti ed acrilici allo Spazo Onofri della Repubblica di San Marino fino al 22 aprile. Sotto il titolo di “Alberi ed altre storie” Brevi presenta opere in cui applica uno dei suoi materiali preferiti, il medium density fibreboard, altrimenti chiamato MDF, un derivato del legno particolarmente malleabile e versatile. Sotto le sue abili mani questo materiale viene intagliato, piegato e modellato, rivelando un delicato gioco di “pieni e vuoti” successivamente dipinti a mano. (red)

 

MILANO: IL TORO DI CHRISTIAN BALZANO

 

Milano, 30 mar - La sede di Banca Generali Private Banking, a Milano, ospita fino al 27 aprile la mostra “Resilienza” di Christian Balzano che presenta 30 dipinti e sculture recenti, oltre ad alcuni lavori realizzati dall’artista livornese negli ultimi dieci anni. Il percorso espositivo inizia idealmente da piazza Sant’Alessandro che accoglie una grande scultura (320 cm di altezza) di un toro a testa in giù che duplica se stesso riverberando la sua immagine su una mappa specchiante di Milano composta dalla sovrapposizione dei continenti. Questo lavoro riassume la tematica che Christian Balzano ha sviluppato nella sua ricerca dell’ultimo decennio. Quello del toro è uno dei soggetti più volte replicato, e rappresenta una figura primordiale, di origine mitica, che Balzano utilizza per parlare e riflettere sull’uomo immerso nel tempo presente. Lo stesso titolo dell’esposizione, “Resilienza”, fa riferimento alla capacità di reagire e di rialzarsi più forti senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà e dalle avversità dettate dal destino. L’arte, proprio, per la sua capacità di evocare nuove strategie e nuove ritualità, è una delle forme di resilienza più antiche. La mostra si inserisce nel progetto di Banca Generali volto alla ricerca di proposte originali ed inedite in ambito artistico. Balzano nel 2011 è invitato alla Biennale di Venezia, nel 2012 ha tenuto una personale all’ambasciata Italiana di Washington, nel 2013 ha partecipato ad una collettiva alla galleria Underline di New York, nel 2014 ad una collettiva allo Zaha Museum di Seoul e nel 2015 alla Biennale di Valparaiso (Cile).

 

 

 

 

 

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