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direttore Paolo Pagliaro

Gli intrecci dinamici
di Ferruccio Gard

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Gli intrecci dinamici<br> di Ferruccio Gard

ROMA. GLI INTRECCI DINAMICI DI FERRUCCIO GARD
Fino al 15 luglio il Polo Museale del Lazio presenta al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma la mostra “Intrecci Dinamici” di Ferruccio Gard, riconosciuto come uno dei maestri e dei precursori delle ricerche optical-cinetiche internazionali che hanno avuto negli ultimi anni un importante revival di critica e di pubblico. Le opere di Gard, nella loro tessitura di geometrie e di intersezioni cromatiche, vogliono dunque entrare con cautela negli spazi del museo per creare un legame diretto e forte con le sue collezioni, che presentano capolavori in cui ha preso forma concreta l’espansione delle arti visive verso la moda e il design dell’abito. Il lavoro di Gard si inserisce infatti a pieno titolo in quella linea nobile dell’arte italiana e internazionale che parte dal Futurismo (e in particolare da Giacomo Balla) dove le ricerche sull’arte astratta e sulla geometrizzazione della pittura si sono coniugate alle prime esperienze cinetiche. La vibrazione della pittura di Gard, le sue profondità illusive e il suo rigore compositivo potranno comporre così un intenso e vitale confronto con il Museo Boncompagni Ludovisi, in un interessante e intenso dialogo tra storia e contemporaneità fondato sul colore, la geometria e la pulsazione luminosa dei suoi intrecci dinamici. (red)

LE NUOVE ICONE DI VERONICA SMIRNOFF
La galleria Riccardo Crespi di Milano presenta, fino al 20 luglio, “Tales of Bright and Brittle” (Racconti di Fulgore e Fragilità) dell’artista inglese di origine russa Veronica Smirnoff. Le opere in mostra costituiscono un corpus quasi completamente unitario, concepito e dipinto tra il 2017 e il 2018 dall’artista che approfondisce varie intuizioni tra fantasia e storia, folclore e immaginazione. La tempera all’uovo su tavola gessata, una delle tecniche più antiche e minuziose, è strumentale al procedimento in cui l’artista combina la tecnica dell’icona con la miniatura, la tradizione asiatica con l’arte popolare, nonché con spunti e simboli da altre fonti, per aggiungere significato e validità ai suoi soggetti. Impadronendosi di diversi linguaggi pittorici attraverso giustapposizione irrazionale e pura intuizione, fa intuire l’implacabile conflitto tra figurazione e astrazione, un equilibrio sottile e costantemente re-immaginato tra allegoria e appropriazione. (PO / red)

PORDENONE, ALLA SCOPERTA DELLE “VILLE-REGGE”
Dal Cinquecento a fine Settecento una incredibile attività architettonica ha consentito di costruire quasi 5000 ville venete e di queste più di 400 si trovano in Friuli Venezia Giulia. Un dato strabiliante, un patrimonio enorme costituito da migliaia e migliaia di storie sparse nei nostri territori. La mostra “Le ville venete e le ville friulane, istriane e dalmate” con disegni di Pierfrancesco Fabris e racconti di Alessandro Marzo Magno, che si tiene fino al 26 agosto alla Galleria H. Bertoia di Pordenone, realizzata dal Comune di Pordenone e da Edizioni Biblioteca dell’Immagine, è un viaggio dentro le vicende raccontate e disegnate per comprendere come sono state costruite, da chi, quali funzioni avevano e oggi come sono e di chi sono. Un excursus tra le ville più sontuose e più conosciute ma anche tra quelle dimenticate o abbandonate con i loro stupendi giardini, i dipinti magnifici, le storie d’alcova, gli ospiti artisti e imperatori ma anche assassini e poi mille piccole e grandi storie dalle origini ai giorni nostri. (red)

TORINO, LE FOTO CULINARIE DI MARIE CECILE THIJS
“The unusual is natural”, fino al 15 luglio a Torino, a Palazzo Saluzzo Paesana, conduce il visitatore nel mondo magnifico e surreale della fotografa olandese Marie Cecile Thijs: ritratti di persone, animali, fiori e cibo hanno nella tranquillità la loro chiave di lettura. Le immagini di Thijs contengono influenze che ricordano gli antichi maestri olandesi del XVII secolo, ma allo stesso tempo sono caratterizzate da una interpretazione personale completamente moderna. L’artista gioca con i suoi soggetti portandoli alla vita inaspettatamente o, al contrario, li congela nel tempo e nello spazio: gli oggetti diventano personaggi e si allontanano dalla loro destinazione quotidiana. Questo porta alla creazione di immagini intriganti, che vedono l’incontro di elementi come la tranquillità, il dinamismo e, talvolta, anche un accenno di umorismo: il visitatore quasi dimenticherà che i gatti normalmente non indossano colletti inamidati o che i ceci si trovano solitamente su un piatto, invece di galleggiare nell’aria. La mostra presenta 35 opere negli spazi dell’appartamento padronale del palazzo e, per la prima volta, alcune di queste saranno allestite anche nei locali delle cucine, locali recentemente recuperati dove storicamente si trovava la cucina dei Marchesi di Saluzzo. Una sorta di “quinta sala”, dove, una volta al mese, il resident chef di Palazzo Christian Mandura, crea, con gusto, sapore e colori, le sue opere d’arte culinaria. Grazie ai suoi molteplici riferimenti al mondo del food, la mostra è inclusa nel programma “Bocuse d’Or Europe OFF 2018”. (PO / red)

MASSA, OMAGGIO A MONDRIAN
A Palazzo Ducale di Massa, fino al 15 luglio, la mostra “Omaggio a Mondriaan” rappresenta un particolare omaggio all’arte e al pensiero di Pieter Cornelis Mondriaan, meglio noto come Piet Mondrian (1872-1944), artista che più di tutti ha cambiato il modo di sentire e di “rappresentare” la pittura nella storia dell’arte e che ancora oggi è fonte di ispirazione per tutte le arti applicate. Nonostante le opere del grande maestro siano molto famose, imitate e banalizzate, dimostrano una complessità che smentisce la loro apparente semplicità dovuta alle linee perpendicolari, alle campiture di colore geometriche in colori primari (rosso, giallo,blu) col bianco, il nero o il grigio, sono in effetti il risultato di una continua ricerca di equilibrio e perfezione formale, che si è evoluta stilisticamente nel corso di tutta la sua vita. Apparente semplicità che ha indotto molte persone a credere che chiunque possa dipingerle; in realtà accurati studi sulla sua composizione neoplastica dimostrano che sono lavori originalissimi ed estremamente difficili da riprodurre con lo stesso effetto che solo lui è stato in grado di ottenere. La mostra vede la partecipazione di 38 artisti provenienti da Olanda, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Spagna, Belgio. L’Italia è rappresentata da grandi maestri quali: Lucio del Pezzo, Mauro Staccioli, Umberto Mariani, Lorenzo D’Andrea, Iginio Balderi, Getulio Alviani, Enrico Castellani e Kengiro Azuma (nato in Giappone ma che ha vissuto praticamente da sempre in Italia). Tutti questi artisti sono stati disponibili a “partecipare” a questo progetto realizzando un’opera particolare, specificatamente un oggetto di design un tavolo, uno sgabello o una sedia (unica eccezione Lorenzo D’Andrea che ha realizzato opere pittoriche tradizionali) ispirati, naturalmente, al linguaggio formale di Mondriaan. (red)

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