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direttore Paolo Pagliaro

Pensioni d’oro
e conti sbagliati

di Paolo Pagliaro

(18 dicembre 2018) “Prendiamo 1 miliardo dai pensionati d'oro e lo mettiamo sulle pensioni di cittadinanza. Colpiamo la casta e aiutiamo i pensionati minimi ".  Questo hanno scritto i parlamentari del Movimento 5 Stelle spiegando uno dei passaggi più attesi e controversi della manovra.  Tra qualche ora sapremo come questo lodevole proposito redistributivo prenderà forma nella legge di bilancio.  
Sembra accantonata l’idea di tassare le cosiddette pensioni d’oro per la sola quota non coperta dai contributi, dato che non ci sono gli strumenti tecnici per un ricalcolo retroattivo delle pensioni separando la componente contributiva da quella retributiva. Dunque pare che la nuova norma si limiterà a introdurre un contributo  temporaneo di solidarietà riguardante le quote di pensione superiori ai 90 mila euro.  Un provvedimento analogo fu varato dai governi Monti e Letta. Questa volta si parte da un prelievo del 10 per cento per la parte di pensione compresa tra 90 e 130 mila euro e si arriva a un massimo del 40 per cento sulla quota che eccede i 500 mila euro (soglia superata da una trentina di persone in tutta Italia). Ci sono naturalmente diverse aliquote intermedie. I dati Inps ci dicono che i pensionati potenzialmente interessati dal provvedimento sono circa 40 mila, la metà dei quali compresi nella fascia 90-100 mila euro.   Per il percettore di una pensione di 90.100 euro il prelievo sarebbe di 10 euro. Uno dei pochissimi pensionati con importo pari a 200 mila euro pagherebbe invece un contributo lordo di 18 mila.  Oggi sul sito lavoce.info, l’economista Carlo Mazzaferro calcola che il risparmio alla fine sarebbe di 130 milioni di euro, da cui andrebbero però detratti 56 milioni di mancato gettito Irpef, perché anche i pensionati pagano le tasse. Se il saldo è questo, forse di nuovo si stanno sbagliando i conti.

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