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direttore Paolo Pagliaro

I sintomi morbosi
su cui indaga Sassoon

I sintomi morbosi <br>su cui indaga Sassoon

di Paolo Pagliaro

Essendo un ebreo nato in Egitto con passaporto inglese, scolarizzato in Francia, poi in Italia e in seguito nel Regno Unito e negli Stati Uniti, allo storico Donald Sassoon riesce relativamente facile sottrarsi alle mitologie nazionali e ai connessi pregiudizi.

D’altra parte, quand’era bambino imparò dalla maestra di Parigi che Vercingetorige era un fiero e coraggioso condottiero che si era opposto alla barbarie dei romani e dalla maestra di Milano che il coraggioso condottiero era Giulio Cesare, e il barbaro era Vercingetorige. Abbastanza per crescere con un’idea laica della storia.

Nel suo ultimo libro, “Sintomi morbosi”, tradotto da Leonardo Clausi e pubblicato da Garzanti, Sassoon mette in fila i segnali della crisi in cui si dibatte la civiltà occidentale. Dal dilagare del nazionalismo alle sempre più frequenti manifestazioni razziste, dalla sfiducia nei partiti tradizionali all'aumento delle diseguaglianze, ci sono pagine molto documentate sull’Italia, sulle sue psicosi e sul successo dei profeti di sventura. Ma c’è anche l’invito a non abbandonarsi alla retorica del declino, un genere oggi di moda come dopo la Prima guerra mondiale. Meglio ragionare sulle cose concrete, come ad esempio le 26.172 bombe scaricate nel 2016 dal premio Nobel per la pace Obama su sette paesi musulmani: Siria, Iraq, Afghanistan, Libia, Yemen, Somalia e Pakistan. O sul fatto che in soli dieci mesi Trump abbia fatto peggio.

Il titolo del libro riprende un pensiero di Gramsci che nei suoi Quaderni dal carcere scriveva: “La crisi consiste nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati”. Ottant’anni dopo siamo di nuovo lì, basta guardarsi intorno.

(© 9Colonne - citare la fonte)