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direttore Paolo Pagliaro

I giovani expat fanno rete: energia e rabbia per cambiare tutto

I giovani expat fanno rete: energia e rabbia per cambiare tutto

I giovani italiani nel mondo hanno costruito la loro rete. A Palermo hanno raccolto la sfida del Consiglio generale degli italiani all’estero e in quattro giorni (16-19 aprile) si sono resi protagonisti: da loro dovrà partire il rinnovamento dell’associazionismo italiano all’estero. “Siamo giovani italiani fuori dall’Italia, ciascuno di noi porta con sé associazioni e comunità da cui tornare e a cui raccontare l’esperienza del Seminario - si legge nella Carta di Palermo, che i 115 ragazzi hanno redatto durante i lavori - Siamo quelli che si chiedono perché il mondo, a partire dalle istituzioni del nostro Paese, non potrebbe funzionare molto meglio e che non rinunciano a mescolare l’energia con la rabbia per alimentare la speranza di cambiare non qualcosa, ma tutto”. Le loro storie si sono intrecciate fin da subito in un melting pot culturale a cui sono sempre stati abituati. Molti di loro hanno vissuto in più Paesi, hanno genitori e nonni che arrivano da diverse Regioni di Italia: pur sforzandosi non riuscirebbero a vedere la diversità come un problema. Anzi, “per noi da sempre è una ricchezza - scrivono nella Carta di Palermo -. Forse a volte complicata da gestire, nello sguardo di altri siamo ‘Altro’ anche quando abbiamo la stessa residenza e lo stesso passaporto, ma ora sappiamo che questo spazio ‘altro’ possiamo abitarlo insieme”.

Uno spazio - chiedono i giovani expat - che sia condiviso, concreto, pieno di relazioni e aperto a un nuovo modo di pensare. Con la convinzione che la rete dei giovani italiani nel mondo possa “dare un forte contributo non solo nei Paesi di provenienza ma anche al sistema Italia. Vogliamo impegnarci - concludono i ragazzi nella Carta di Palermo - per accorciare le distanze tra gli italiani fuori dall’Italia e le istituzioni, con azioni concrete e con l’obiettivo di rendere protagonisti tutti i giovani”. Ai 115 ragazzi, una volta rientrati a casa, il compito di non abbandonare l’energia sprigionata a Palermo, mentre spetta alle istituzioni mettere a sistema gli input raccolti in Sicilia. Il Seminario dei giovani italiani nel mondo - afferma Michele Schiavone, segretario generale del Cgie - “si colloca all’interno di una volontà di cambiamento”: fondamentale, in questo senso, “la forza e il coraggio della gioventù. Su questo è necessario investire per cambiare”. Da oggi Palermo ha 115 ambasciatori nel mondo. Sono “115 palermitani”, afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e la loro presenza qui “conferma che essere italiani è una scelta”. (Sip - 19 apr)

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