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Carmine Pinto racconta ‘La Guerra per il Mezzogiorno’

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Carmine Pinto racconta ‘La Guerra per il Mezzogiorno’

CARMINE PINTO, “LA GUERRA PER IL MEZZOGIORNO – ITALIANI, BORBONICI E BRIGANTI 1860 – 1870”

Il brigantaggio fu l'eroica resistenza meridionale al colonialismo sabaudo o la sfida allo Stato di bande criminali? Ruoterà intorno a questo e altri interrogativi l'evento culturale in programma oggi a Ravello ( ore 18.30, Giardini del Monsignore) nel corso del quale verrà focalizzata l'attenzione su brigantaggio, unità d'Italia e tramonto del Regno delle due Sicilie. Temi ancora di forte attualità che saranno affrontati nel corso della presentazione del libro di Carmine Pinto, «La Guerra per il Mezzogiorno – Italiani, borbonici e briganti 1860 – 1870» a cui parteciperanno Antonio Bassolino, presidente della Fondazione Sudd e il professor Giuseppe Cacciatore, Presidente della Società Salernitana di Storia Patria. All'incontro con il pubblico, moderato dal giornalista Angelo Ciaravolo e organizzato dal Comune di Ravello in collaborazione con l'associazione Ravello Nostra, interverranno il sindaco Salvatore Di Martino e l'avvocato Paolo Imperato presidente del sodalizio culturale della Città della Musica.

IL LIBRO La guerra per il Mezzogiorno concluse la crisi del Regno delle Due Sicilie, determinò il successo dell'unificazione italiana e marcò la complicata partecipazione del Mezzogiorno alla nazione risorgimentale. Iniziò nel settembre del 1860, dopo il successo della rivoluzione unitaria e garibaldina, e si protrasse per un decennio, mobilitando re e generali, politici e vescovi, soldati e briganti, intellettuali e artisti. Non fu uno scontro locale, perché coinvolse attori politici e militari di tutta la penisola e d'Europa, ma non fu neppure una guerra tradizionale: i briganti, le truppe regolari italiane, i volontari meridionali si sfidarono nelle valli e nelle montagne in una guerriglia sanguinosa, del tutto priva dei fasti risorgimentali. Si mescolarono la competizione politico-ideologica tra il movimento nazionale italiano e l'autonomismo borbonico; l'antico conflitto civile tra liberalismo costituzionale e assolutismo; la lotta intestina tra gruppi di potere, fazioni locali, interessi sociali che avevano frammentato le città e le campagne meridionali. Questo libro, per la novità di materiali e documenti usati e per la vastità delle ricerche compiute, offre una prospettiva sulla guerra di brigantaggio che innova interpretazioni fino a oggi date per acquisite. (red)

 “GRAFFI” DI CLAUDIA SQUITIERI

“Graffi” è il romanzo di esordio di Claudia Squitieri edito da Capponi Editore in tutte le librerie dal 19 settembre. Con uno stile fluido e coinvolgente, una voce narrante evocativa e suggestiva, la Squitieri accompagna il lettore attraverso le vicende di Diana e Serena, due amiche che vivono la stessa sorte dalla nascita: entrambe sono state abbandonate e adottate. Le due sono inseparabili fino a quando Serena non dovrà seguire la famiglia altrove. Inizia così un rapporto epistolare grazie al quale Diana ripercorre l’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza, condividendo con Serena i momenti più significativi della sua vita. Fino a quello cruciale in cui scoprirà di essere stata adottata. Tra ricordi teneri, dubbi dolorosi, coraggio e determinazione, Diana matura la consapevolezza dei propri sentimenti nei confronti della madre adottiva, del padre adorato, delle figure che le volteggeranno intorno e di cui spesso non sentirà il calore. Una lucida introspezione, raccontata con uno stile delicato ma diretto, senza fronzoli. Due voci, o forse una. Due amiche, due anime. O, forse, una donna allo specchio… L’autrice è nata a Napoli nel 1971. E’ sociologa e mediatrice familiare. E’ stata impegnata come operatrice sociale presso un centro di accoglienza per minori. Dopo il matrimonio l'arrivo di due gemelle, la normalità e un buio durato a lungo... fino a conquistare con determinazione una nuova vita, nuove speranze, nuovi progetti – ma sempre con lo stesso marito e le gemelle "tutto pepe". Una famiglia "on the road", sempre in movimento, perché dietro l'angolo ci sono nuove opportunità da cogliere e ogni viaggio rappresenta per Claudia l’opportunità di scoprire quanto la vita sia meravigliosa e sorprendente. Attualmente, scrive per una testata giornalistica on line, recensendo libri che divora. Ha deciso di mettersi alla prova come autrice: “Graffi” è il suo romanzo di esordio. Sognatrice, crede che nella vita tutto possa accadere.

ANDARE PER I LUOGHI DI ULISSE 

Chi volesse in Italia ripercorrere i luoghi e ritrovare le immagini del favoloso errare di Ulisse, dove dovrebbe recarsi? L’eroe omerico tocca infatti molte località della penisola. Ormeggiò le navi nel Golfo di Gaeta e s’imbattè nei terribili Lestrigoni, giganti antropofagi, nei pressi di Formia; dalle parti di Terracina, l’antica Anxur, sarebbe stato sepolto l’amico Elpenore, e l’isola Eea fu identificata col promontorio del Monte Circeo: qui s’immaginava la residenza della Maga Circe, con la quale egli visse un anno d’amore. E le mostruose Scilla e Cariddi altro non sono che la trasposizione mitologica dei pericoli dello stretto di Messina. Ulisse e i suoi uomini incontrarono i Ciclopi e vennero fatti prigionieri da Polifemo alle falde dell’Etna. Episodi celeberrimi, immortalati fin dall’antichità in affreschi, mosaici e sculture. Il viaggio termina a Cortona, dove Ulisse, lasciata di nuovo Itaca dopo il periglioso ritorno, avrebbe trovato infine sepoltura. Posti “esplorati” da  Maurizio Harari in “Andare per i luoghi di Ulisse, pubblicato dalla casa editrice Il Mulino. Harari dirige il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Pavia, dove insegna Etruscologia e Archeologia italica. Ha condotto campagne di scavo in siti etruschi dell’Alto Adriatico, nell’entroterra di Adria e a Verucchio. Fra le sue numerose pubblicazioni segnaliamo “Gli Etruschi del Po” (Cardano, 2000) e “Icone del mondo antico. Un seminario di storia delle immagini” (L’Erma di Bretschneider, 2009).

LA NOTTE DI UN'EPOCA, CONTRO LA SOCIETÀ DEL RANCORE

“La notte di un'epoca. Contro la società del rancore: i dati per capirla e le idee per curarla” di Massimilano Valerii (edito da Ponte alle Grazie) è un libro sui sogni diurni di ognuno di noi. Sono importanti, sono necessari. Sono urgenti. La lunga e profonda crisi ci ha lasciato una pesante eredità. Si è rotto il tacito patto che aveva guidato lo sviluppo per oltre mezzo secolo. L'ascensore sociale si è inceppato: scende, ma non sale. Valerii, direttore generale del Censis, ricostruisce in modo originale questo scenario facendo parlare i dati. E racconta la frammentazione dell'immaginario collettivo e i nuovi miti d'oggi, volatili e fragili. Perché abbiamo vissuto anche il naufragio delle grandi narrazioni post-ideologiche egemoni negli ultimi trent'anni, entro le quali avevamo costruito la nostra identità e radicato il nostro benessere: l'Idea di una nuova patria in una Europa unita senza più frontiere, i benefici per tutti portati dalla globalizzazione, il potere taumaturgico della rivoluzione digitale come leva universale per diffondere conoscenza e democrazia ai quattro angoli del pianeta. La società del rancore che si è risvegliata l'indomani, con questi sogni andati in pezzi, spaesata, inquieta e impaurita, imprigionata nel limbo della crescita da «zero virgola», si è immersa in una nuova antropologia dell'insicurezza. Ora ci sporgiamo sulla frattura della storia. Come affrontare il futuro? Come rimettere in moto i desideri e la speranza di quei diavoli sognanti che noi tutti siamo diventati? La filosofia può accompagnarci per mano nel travaglio del salto d'epoca. Per non accontentarci del cattivo presente. Per scansare il frutto avvelenato del rancore e non cadere nella trappola della nostalgia. Per continuare a sognare a occhi aperti.

IN FAMIGLIA, NELLA COPPIA, SUL LAVORO: FATEVI RISPETTARE!

In famiglia, nella coppia, sul lavoro, ma anche per la strada, in ogni aspetto della vita di tutti i giorni, il rispetto è diventato una merce sempre più rara. Sembra che lo si possa ottenere solo urlando più forte degli altri, essendo prepotenti e… mancando di rispetto. Ma in verità chi urla e strepita ispira solo paura o indifferenza. Il rispetto non si impone né con la forza né con l'aggressività. Ed è il rispetto che ci rende umani, che ci permette di vivere serenamente in società. Cosa accade quando veniamo trattati come delle cose? Perdiamo la capacità di essere dei soggetti attivi e, con essa, la nostra libertà interiore, sola garante del rispetto. “Fatevi rispettare! Al lavoro, in famiglia, per strada” di Stéphane Clerget e Bernadette Costa-Prades (edito da Corbaccio).  si pone lo scopo di far tornare la voglia di riprendere in mano le redini della propria vita, senza per questo maltrattare gli altri. Dimentichiamo a volte che se il rispetto inizia da se stessi, il diritto al rispetto va di pari passo con il dovere di rispettare gli altri. Se il precetto “Amiamoci l'un l'altro” a volte è troppo difficile da seguire, proponiamo con forza: “Rispettiamoci l'un l'altro!”. Stéphane Clerget, parigino, è psichiatra e autore di numerosi libri, fra cui, tradotti in italiano, “La madre perfetta sei tu”, “La seconda chance in amore” e, pubblicato da Corbaccio, oltre a “Fatevi rispettare!”, “Come difendersi dai vampiri emotivi”. Bernadette Costa-Prades, giornalista della rivista Psychologies, è autrice di numerosi libri. (red – 6 set)

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