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direttore Paolo Pagliaro

Quando voteremo
potremo scegliere?

Quando voteremo <br> potremo scegliere?

di Paolo Pagliaro

(11 settembre 2019)  Dopo 35 anni di dibattiti e almeno cinque riforme dei sistemi elettorali, siamo dunque alla vigilia di una nuova riscrittura delle regole del gioco. Il  governo 5 Stelle-Pd intende puntare sul  proporzionale puro, riducendo contestualmente il numero dei parlamentari. Sarebbe un grande ritorno, perché il sistema proporzionale è quello che ha accompagnato l’Italia dal 1946 al 1994, dunque negli anni della ricostruzione e del boom economico, ma anche dell’esplosione del debito pubblico e della questione morale.

Archiviata la prima repubblica, il sistema politico volle rigenerarsi con una nuova legge di ispirazione maggioritaria con correzione proporzionale, dunque una legge mista chiamata Mattarellum, dal nome dell’attuale capo dello Stato che ne fu il relatore. Questa legge – probabilmente la più equa tra le troppe che si sono succedute – favorì la  nascita di un  sistema bipolare con nuove forze politiche.
Una svolta importante si ebbe dieci anni dopo, nel 2005, con il ritorno a un sistema proporzionale che però impediva il voto di preferenza con il meccanismo delle  liste bloccate, escludeva i partiti più piccoli prevedendo soglie di sbarramento e da ultimo attribuiva un forte premio di maggioranza alla lista vincitrice. Una legge tarata così sfacciatamente sugli interessi di chi l’aveva voluta che lo stesso artefice, il leghista Roberto Calderoli, la ribattezzò Porcellum.
Le leggi elettorali successive, Italicum e Rosatellum, rividero logiche e meccanismi ma una cosa confermarono: il divieto per i cittadini di scegliere con la loro preferenza il candidato da mandare in Parlamento.  Ora vedremo se il rinnovamento  promesso da 5 Stelle e Pd porterà finalmente al dissequestro di questo diritto 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)