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direttore Paolo Pagliaro

Debutta domani
l’Europa di Ursula

di Paolo Pagliaro

Bastando la maggioranza semplice non ci saranno sorprese, domani, nel voto con cui il Parlamento di Strasburgo dovrà dare via libera al nuovo governo europeo guidato da Ursula von der Leyen, cristianodemocratica tedesca, laureata in medicina, 61 anni, sette figli e decisamente predestinata visto che quando aveva 6 anni i genitori la iscrissero alle elementari della scuola europea di Bruxelles.

Von der Leyen arriva all’insediamento della commissione dopo aver schivato mille trappole, a cominciare dai 75 franchi tiratori che in luglio avevano messo a repentaglio la sua nomina, avvenuta con un margine di soli 9 voti e l’appoggio decisivo dei 14 eurodeputati del M5S. Ad allungare i tempi aveva poi contribuito la bocciatura da parte del Parlamento dei tre aspiranti commissari proposti da Francia, Ungheria e Romania e sostituiti non senza recriminazioni e minacce di ritorsione. Von der Leyen guiderà una commissione zoppa, mancando il commissario britannico. Le sedie rimarranno 28 ma al tavolo siederanno in 27, in attesa che gli inglesi si chiariscano finalmente le idee e portino a compimento la Brexit. Von der Leyen dovrà gestire un’Europa decisamente inquieta, soprattutto a Est. Lì c’è sì il Gruppo di Visegrad ma ci sono stati anche i recenti voti filo europeisti dei cittadini di Romania e Slovacchia. L’esito anti-sovranista delle elezioni a Budapest. Le proteste di massa a Praga contro un governo che coniuga nazionalismo e rapporti sin troppo amichevoli con la Russia di Putin, cosa che ai cèchi non evoca buoni ricordi. Nei paesi dell’ex Patto di Varsavia il comun denominatore – dice un sondaggio di Open Society - è il profondo malumore per la corruzione.

Chi chiede pulizia pensa di poter trovare ascolto e appoggio in Europa, e questa è la responsabilità non ultima della commissione che si insedia domani.

(© 9Colonne - citare la fonte)