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direttore Paolo Pagliaro

L’Europa protesta
nelle vie di Varsavia

di Paolo Pagliaro

(13 gennaio 2020) Sabato scorso 25 mila persone hanno sfilato a Varsavia in difesa dello stato di diritto e la novità è che alla manifestazione hanno partecipato anche centinaia di magistrati e avvocati provenienti da una ventina di paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia.   
E’ la prima volta che qualcuno scende in piazza a nome dell’Unione europea per contestare le politiche di uno stato membro.
In Polonia il governo nazionalista ha adottato una serie di provvedimenti che limitano  autonomia e indipendenza della magistratura.  Sono state unificate le figure di ministro della Giustizia e di procuratore generale, mettendo così fine alla distinzione fra potere politico e potere giudiziario. Sono state trasferite ai presidenti dei tribunali di nomina governativa le sentenze che riguardano i giudici. Per la Corte costituzionale, la Corte suprema, il Consiglio superiore della Magistratura sono state introdotte misure di epurazione dei dissenzienti e di rafforzamento dell’influenza del governo. E’  all’esame del Parlamento la legge che prevede pesanti sanzioni disciplinari per i magistrati che criticano le nuove norme in materia di giustizia. Ma impedire ai magistrati  di esprimersi significa annullare la possibilità del controllo sulla “legalità” delle leggi, come fa notare oggi sulla Stampa il giurista  Vladimiro Zagrebelsky. 
Chi ha manifestato sabato a Varsavia – tra loro anche il professor Roberto Castaldi, che ne riferisce oggi nel suo blog sull’Espresso - ritiene che la politica del governo polacco in materia di giustizia sia incompatibile con l’adesione all’Unione Europea, che è una comunità fondata su valori condivisi, tra i quali c’è la separazione dei poteri. 
La manifestazione di Varsavia è un fatto inedito e straordinario. Segnala il timore che il virus della democrazia illiberale possa contagiare altri paesi. 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)