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Celina Seghi,
la prima grande
sciatrice azzurra

Ritratti
Una galleria giornalistica di ritratti femminili legati all'Unità d'Italia. Donne protagoniste nell'economia, nelle scienze, nella cultura, nello spettacolo, nelle istituzioni e nell'attualità. Ogni settimana due figure femminili rappresentative della storia politica e culturale italiana passata e presente.

Celina Seghi, <br>la prima grande <br>sciatrice azzurra

Celina Seghi è la prima fuoriclasse dello sci azzurri: è stata una delle prime sciatrici alpine nostrane, vincitrice di una medaglia iridata e del maggior numero di medaglie ai Campionati italiani nella storia dello sci alpino. Atleta dal fisico minuto, è stata attiva negli anni Quaranta e Cinquanta. Nata all'Abetone il 6 e non l'8 marzo 1920 - come erroneamente riportato all'anagrafe e quindi sui documenti ufficiali per colpa di una nevicata che si abbattè su quelle zone - ha da poco compiuto 100 anni. Un età che non dimostra affatto, anche grazie a piccoli trucchi di cui lei stessa non fa mistero: "Un pezzetto di cioccolato e una passeggiata quotidiana al giorno, andare a letto presto, mangiare con moderazione e tenere sempre vivo il passato".
Passato incredibile, pieno di successi e di record, che solo l'arrivo della Seconda guerra mondiale è riuscito a intaccare. Ottenne la prima delle sue trentasette medaglie ai Campionati italiani nel 1934, appena quattordicenne. Durante la guerra, nel 1941 a Cortina d'Ampezzo, partecipò ai Mondiali, successivamente non omologati dalla FIS poiché erano assenti molte nazioni avversarie belliche dell'Italia; in quell'occasione vinse la medaglia d'oro nello slalom speciale e quella d'argento nella combinata. In carriera vinse anche prestigiosi trofei internazionali, in particolare l'Arlberg-Kandahar.
Nell'edizione del 1947, disputata a Mürren, vinse la discesa libera e la combinata e si piazzò seconda nello slalom speciale; in quella del 1948, a Chamonix, si impose nello slalom speciale e nella combinata e fu terza nella discesa libera. Grazie a questi piazzamenti ricevette il prestigioso trofeo della competizione, la "K" di diamanti. Sempre nel 1948 partecipò ai V Giochi Olimpici invernali di Sankt Moritz 1948, dove si classificò 4a nella discesa libera, 14a nello slalom speciale e 4a nella combinata. Nel 1949 ottenne i suoi ultimi piazzamenti di rilievo all'Arlberg-Kandahar, chiudendo a Sankt Anton am Arlberg tra le prime sei (pur senza andare a podio) in tutte e tre le specialità previste; l'anno dopo vinse la Coppa Foemina e, ai Mondiali di Aspen 1950, conquistò la medaglia di bronzo nello slalom speciale. Ai VI Giochi olimpici invernali di Oslo 1952 fu 15a nella discesa libera, 7a nello slalom gigante e 4a nello slalom speciale. Vinse il suo ultimo titolo nazionale nel 1954 (a vent'anni dalla prima medaglia), in slalom gigante, e continuò a gareggiare fino alla vigilia dei VII Giochi olimpici invernali di Cortina d'Ampezzo 1956.
Ma non ha mai smesso di sciare e anche oltre gli 80 anni ha continuato ad aprire il trofeo Pinocchio, grande manifestazione per giovani dove la Seghi era il simbolo di uno sci straordinario, eterno e capace di trasmettere grinta, umiltà e voglia di vincere alle future generazioni. (Peg - 10 mar)

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