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direttore Paolo Pagliaro

'La primavera non sapeva', Irene Vella e il post che ha commosso il web

“Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più. Ma la primavera non sapeva nulla…”.  “Sì. Questa poesia l’ho scritta io. L’ho pubblicata sulla mia pagina Facebook ieri, dopo mezzogiorno, e in poche ore, già ieri sera, è diventata virale. E’ rimbalzata dai social a WhatsApp. Pensa che l’ho ricevuta anche io stamattina… chi ha fatto il copia-incolla ha però dimenticato di aggiungere una cosa: il mio nome!”.  A parlare è Irene Vella: è lei l’autrice della poesia che da ieri sera circola “in maniera incontrollata” sui social network e sui nostri smartphone.

Per qualche ora è rimasta nel mistero (“ringrazio chi ha scritto queste parole” ha detto una commossa Barbara D’Urso dopo aver letto la poesia a Pomeriggio 5) ma complice lo stesso social che ha reso popolare il suo post, è facile arrivare a lei e scoprire che è una persona che sa ben usare le parole perché le parole sono il suo mestiere.

Giornalista e scrittrice, da anni inviata di programmi Mediaset, Irene Vella è convinta che se la sua poesia è piaciuta così tanto, se “è passata” è perché “ha un linguaggio semplice, è senza paroloni”. È forse perché ora come non mai abbiamo tutti bisogno di parole che fanno bene al cuore. Come le sue.

Irene Vella si definisce una “maremmana straripante, amante della vita e soprattutto madre a tempo pieno”: “Quando ho scoperto che il post è diventato virale ma che nessuno lo riconosceva come mio ho avuto, devo ammetterlo, una tipica reazione da maremmana! Vorrei che ne fosse riconosciuta la maternità! È così difficile premere il tasto ‘condividi’?” si chiede scherzando la giornalista.

A dare a Irene quello che è di Irene ci stanno provando però in queste ore un gruppo di amiche della giornalista, impegnate a spulciare post e tweet e a precisare, lì dove è stato omesso, nome e cognome dell’autrice che ha commosso il web.

“E’ un momento difficile per tutto il Paese – precisa Vella a 9colonne – ci sono sicuramente notizie più importanti a cui dare attenzione.  Ma sono felice se le mie parole sono ‘arrivate’. Le ho scritte col cuore, di getto, mentre osservavo la bellezza della primavera esplodere nel mio giardino. Come dice Vasco certe cose ‘nascono da sole, vengono fuori già con le parole’. Abito nel veneziano con la mia famiglia: da settimane non usciamo di casa. Vivo con un immunodepresso, mio marito, a cui 17 anni fa ho donato un rene. A noi il coronavirus fa ancora più paura”.

Impossibile non rimanere colpiti dalle sue parole, non commuoversi leggendo quei versi che raccontano di come il coronavirus ha cambiato le nostre vite, le nostre abitudini. Che parlano di paura e di come “il mondo sembrò fermarsi” ma che lanciano anche un messaggio di speranza: “E poi arrivò il giorno della liberazione. Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita.  E che il virus aveva perso.  Che gli italiani tutti insieme avevano vinto. E allora uscimmo per strada.  Con le lacrime agli occhi. Senza mascherine e guanti. Abbracciando il nostro vicino. Come fosse nostro fratello. E fu allora che arrivò l’estate”. (Gil – 12 mar)

L’AUTRICE Irene Vella ha realizzato video e interviste per Italia uno e Canale 5, Xstyle, Verissimo, Notorius, scritto per Vanity Fair e Donna Moderna. Ha collaborato con quotidiani e settimanali. Ha pubblicato tre romanzi, uno dei quali è diventato un caso editoriale “Credevo fosse un’amica e invece era una stronza” che tratta il bullismo al femminile, grazie al quale ha girato nelle scuole come consulente esperta della tematica. E’ anche una web content editor, rubricista e opinionista.

 

IL TESTO DI IRENE VELLA

Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini
E il cielo si colorava di rosa e di blu
La mattina si impastava il pane e si infornavano i ciambelloni
Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse
Era l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a discord
E nel pomeriggio immancabile l’appuntamento a tressette
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa
Dopo poco chiusero tutto
Anche gli uffici
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini
Perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali
E la gente si ammalava
Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire
Era l’11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
I nonni le famiglie e anche i giovani
Allora la paura diventò reale
E le giornate sembravano tutte uguali
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire
Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
Di scrivere lasciando libera l’immaginazione
Di leggere volando con la fantasia
Ci fu chi imparò una nuova lingua
Chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi
Chi capì di amare davvero separato dalla
vita
Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza
Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto coperti
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l’amore per il suo migliore amico
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi
E l’economia andare a picco
Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti
E poi arrivò il giorno della liberazione
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita
E che il virus aveva perso
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello
E fu allora che arrivò l’estate
Perché la primavera non lo sapeva
Ed aveva continuato ad esserci
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita.

(© 9Colonne - citare la fonte)