Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Un fumetto al giorno
per la quarantena

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

FUMETTI, UN BONELLI AL GIORNO PER SUPERARE LA QUARANTENA

Sergio Bonelli Editore, nell’ambito del progetto #ACasaConBonelli, ha pensato di proporre una nuova iniziativa dedicata a tutti i suoi lettori. Grazie a “Un Bonelli al giorno”, ogni mattina alle ore 10, visitando il sito della Casa editrice, i lettori troveranno un fumetto in formato Pdf scaricabile gratuitamente. La partenza di questa nuova avventura è fissata per lunedì 23 marzo alle ore 10 con Tex Classic n. 1. L’appuntamento si rinnoverà ogni giorno alla stessa ora per 14 giorni, permettendo ai lettori di immergersi nelle atmosfere dei grandi eroi Bonelli: il Far West di Tex, la Londra di Dylan Dog, la foresta di Darkwood di Zagor, l’Amazzonia di Mister No, lo spazio di Nathan Never, i mille mondi di Martin Mystère, gli intrighi della Garden City di Julia, la misteriosa Napoli del Commissario Ricciardi… Ogni fumetto sarà disponibile sul sito della Casa editrice per 24 ore dal momento del suo rilascio.Spiega il Direttore Editoriale Michele Masiero: “Sono giornate difficili per tutti noi e sappiamo che questo è solo un piccolo gesto. Vogliamo però continuare a essere vicini ai nostri lettori: riusciamo nell’impresa grazie al lavoro eccezionale delle edicole e degli edicolanti, che ringraziamo veramente tantissimo, per tutto quello che fanno da sempre e per come si stanno prodigando ulteriormente nelle ultime settimane. Pensiamo, però, di fare cosa gradita ai nostri lettori e – perché no? - a chi vorrà avvicinarsi al mondo delle nuvole parlanti offrendo un nuovo appuntamento quotidiano: un fumetto ogni mattina, per far sentire la nostra presenza e quella dei nostri personaggi anche all’interno delle loro case. In attesa di rincontrarci dal vivo, non appena sarà di nuovo possibile”.

SOLARIS PARTE SECONDA DI SERGEJ ROIC

A volte le storie fanno giri immensi e hanno poi svolte inattese. Che cosa sappiamo di una vicenda narrativa che credevamo conclusa e che, invece, continua? Che cosa ne è stato del gigantesco cervello “a forma di oceano”, forse un dio, di Stanislaw Lem, che sul finire del romanzo del grande scrittore polacco faceva impazzire gli astronauti che lo avevano avvicinato? È pur vero che colui che era sopravvissuto alla storia di Lem, lo psicologo Kelvin, aveva deciso di rimanere sul pianeta Solaris… “In Solaris – parte seconda” (con le illustrazioni originali di Renzo Ferrari, Mimesis Edizioni) Sergej Roic azzarda una nuova avventura umana e filosofica a contatto con l’oceano dalle sembianze divine. Uno scrittore del qui e oggi viene investito del compito di creare una seconda storia solariana. Per farlo dovrà spossessarsi di se stesso. Guidato dall’amico filosofo Gabriele, sfiderà la peggiore delle maledizioni umane: l’impossibilità di conoscere. La possibilità di conoscere arriderà, invece, al pilota solariano Petar Bogut. Accompagnato dal gatto Schrödinger e dalla misteriosa Maria (questo nome non ci è nuovo… che sia la madre di Dio?), il pilota interrogherà il tempo e la materia cadendo piuttosto che volando. Sergej Roic è uno scrittore svizzero di origini croate/jugoslave, ma vive e lavora a Lugano. Giornalista culturale presso il Corriere del Ticino  di Lugano e insegnante. I suoi libri, le due raccolte di racconti Innumerevoli uomini e Il tempo grande e i romanzi Il gioco del mondo, Achille nella terra di nessuno e Omaggio a Paul Klee  sono stati pubblicati in Svizzera e in Italia. Ha inoltre curato tre libri-intervista con Aleksandr Zinov’ev, Predrag Matvejevic e Piero Bassetti. È attivo nel PEN Club della Svizzera italiana ed è un grande appassionato di tennistavolo. Renzo Ferrari è nato a Cadro, in Svizzera. Ha compiuto gli studi a Milano presso il liceo artistico e l’Accademia di Brera dal 1954 al 1962 e ha lavorato nella metropoli lombarda fino al 2007. Ha presentato le sue opere soprattutto in Italia e in molte collettive anche all’estero. Una cinquantina sono state le mostre personali. Ha ottenuto i prestigiosi riconoscimenti Premio Feltrinelli per la pittura nel 1974 e Premio Morlotti alla carriera nel 2009. Si ricorda anche la mostra antologica a Villa dei Cedri (Bellinzona, opere dal 1970 al 1990), seguita dalla costituzione del Fondo Ferrari (cronologia 1958-1999). Nel 2014 il museo di Neuchâtel e quello di Lugano in sinergia gli hanno dedicato due importanti retrospettive.

 

LIBRI, IL SOCIOLOGO FARA RACCONTA “L’ITALIA DEL NI’”

(NoveColonneATG) Roma - Cento “appunti” per descrivere l’Italia, le sue contraddizioni, i problemi che la affliggono, le sue abitudini, le sue sfide e il futuro possibile. Dopo La Repubblica delle Api, pubblicato nel 2013, Gian Maria Fara, sociologo e Presidente dell’Eurispes, torna a dialogare con il lettore e a farlo riflettere con un nuovo volume: “Il Paese del ‘nì’. 100 appunti per cercare di capire un Paese complicato” (Edizioni Minerva), con la prefazione di Michele Ainis. Cento appunti ovvero “piccole particelle di memoria” che possono aiutare a recuperare il ricordo e la consapevolezza di “situazioni che forse sono state, in molti casi, sommerse dal diluvio dell’informazione che tende a cancellare l’origine delle cose, a dimenticare il passato, anche recente, per consegnarci ad un presente senza futuro e senza pretese”. Il volume è una raccolta di riflessioni ad ampio raggio, scritte nell’arco degli ultimi sette anni (2019/2013): un lasso temporale attraversato da cambiamenti politici e piccole grandi rivoluzioni di scenario, anche socio-culturale. Un settennio che ha visto l’Italia passare da governi “non eletti” all’ascesa del Movimento 5 Stelle e dell’“esperimento gialloverde”; un periodo di tempo attraversato da due campagne elettorali europee, due campagne elettorali nazionali e numerose consultazioni regionali. Il gioco di ricostruzione del “day by day”, che costituisce la struttura del testo, è invertito dal punto di vista temporale: la prima nota è l’ultima scritta in ordine cronologico. Andando avanti nella lettura, è evidente l’attualità del pensiero: ciò che è stato scritto sette anni fa torna ad essere quanto mai attuale, nonostante lo scenario sia (apparentemente) cambiato. Michele Ainis firma la prefazione al libro e osserva che «l’autentica lezione che Gian Maria Fara consegna ai suoi lettori, si condensa nell’analisi del rapporto fra Stato italiano e società italiana. Un rapporto di separazione, se non di contrapposizione”. Scrive ancora Ainis: “Siamo rimasti intrappolati in una rete di inefficienze e di egoismi, pubblici e privati, individuali e collettivi. Venirne fuori sarà dura, ma non potremo mai riuscirci senza una più matura consapevolezza dei guai che abbiamo sul groppone. Questo libro può aiutarci, può farci aprire gli occhi. Anche perché non è scritto con lo stile pedante di chi parla dalla cattedra, né col tono ciarliero che spesso usano i sociologi. Semmai riecheggia un’opera che Gian Maria Fara certamente ben conosce, perché ne cita l’autore a più riprese: i Minima Moralia di Theodor W. Adorno. Una raccolta di aforismi, ed è per l’appunto, rapsodico e aforistico il discorrere di Fara”. “Un sociologo” diceva Gesualdo Bufalino “è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori”. Gian Maria Fara, è a sua volta un sociologo, però il suo sguardo viaggia sul campo da gioco, non solo sugli spalti. Quel campo è il perimetro delle nostre Istituzioni; sulle tribune, vociante e scalpitante, si affolla invece la società italiana. Che rapporto corre fra attori e spettatori? E fino a che punto i primi vengono influenzati dai secondi?  O viceversa: quanto Stato circola nella società civile, quanto senso di comunità, d’appartenenza a un unico destino? Porsi questo tipo di domande significa interrogarsi sulla qualità della democrazia italiana, sulle sue trasformazioni, sulle degenerazioni. Pillole di buon senso, così potremmo definire queste note. Quel buon senso che, in genere, se ne sta nascosto per paura del senso comune, come diceva Alessandro Manzoni.

 

 

 

 

“COUS COUS BLUES” DI DARIO LA ROSA

 

Esce il 9 aprile nelle librerie italiane “Cous cous blues” (editore booakook) primo vero lavoro editoriale del giornalista palermitano Dario La Rosa. Scritto interamente al cellulare e ricco di profumi, scorci e sapori che solo la Sicilia sa donare, il libro è un concentrato di ironia e leggerezza in stile “giallo”. E il suo personaggio, Iachìno Bavetta, è già pronto a farsi amare per la sua sincerità e la voglia di creare uno spirito di “famiglia”. Iachìno Bavetta è un giornalista di satira. Ha appena fondato la rivista Ulapino, quando una morte improvvisa colpisce proprio il proprietario del mezzo a tre ruote avuto in prestito per lanciare la pubblicazione. Con il compare Gerlando, Iachìno si trova quindi invischiato in un intrigo da risolvere. In mezzo ci sono i profumi di Palermo, dei vicoli e del mare, uniti alle gustose ricette che ama preparare alla sua donna, Carmela, e ai suoi due figli. Dalle strade di Palermo alle limpide acque di Favignana per una pasta coi ricci e un nuovo caso da risolvere il passo è breve, sino ad arrivare a un borgo di montagna in cui volano i grifoni e si produce una salsiccia al pepe rosa. Con il suo fidato bassotto Arturo, un pizzico di fortuna e tanta ironia Iachìno cerca di far luce su omicidi e stranezze di cui la Sicilia è ricca. Dario la rosa ci racconta la sua Sicilia ricca di profumi, misteri e tanto buon cibo. Attraverso i tre racconti, che vedono lo stesso protagonista al centro dei tre misteri, l’autore ci porta con lui alla scoperta dei vicoli di Palermo a bordo del folkloristico lapino, dei fondali del mare che circonda Favignana e la famosissima Cala rossa, dei boschi dei Nebrodi e della loro popolazione di Grifoni. Dario La Rosa, nato nel 1980 a Palermo, è giornalista. Ha pubblicato per diletto racconti e altri scritti. Cous Cous Blues è il suo primo vero lavoro editoriale. Con lo pseudonimo Pablo Dilet si occupa di comunicazione per l’ambiente e tematiche sociali con il linguaggio dell’arte contemporanea. È già al lavoro per tornare a far vivere sui libri il personaggio di Iachìno Bavetta.

 

I NEMICI DEGLI ITALIANI RACCONTATI DA AMEDEO FENIELLO

 

Galli, Cartaginesi, Unni, Normanni, Turchi, Spagnoli, Francesi, Tedeschi, Americani. Nella storia della nostra Penisola al centro di tutto c’è sempre stato lui: il nemico. E la sua storia racconta meglio di qualunque altra cosa chi siamo stati e come siamo diventati. Per secoli dalla terra e dal mare i nemici sono arrivati in Italia: Cartaginesi, Vandali, Unni, Arabi, Normanni, Turchi, Spagnoli, Austriaci…un elenco che sembra infinito. Ogni epoca ha avuto il suo, di nemico. Pronto a invadere il nostro Paese, a conquistarlo, a saccheggiarlo, a tiranneggiarlo per poi insediarcisi e sfruttare le sue ricchezze e le sue bellezze. E in effetti quando arriva il barbaro, il nemico di turno, un mondo finisce e un altro inizia, senza soluzione di continuità. Poi, bisogna aspettare: che i barbari diventino meno barbari, si amalgamino con gli altri e comincino, anche loro, a temere nuovi stranieri. Insomma, ci sono nemici che vanno e altri che vengono, in un susseguirsi secolare dove, ogni volta, il tempo passa e la storia si sedimenta, la paura diventa oblio e ciascuno degli antichi nemici si ritrova a temere nuovi invasori, nuove minacce alle proprie tradizioni e alla propria identità. Amedeo Feniello racconta “I nemici degli Italiani” (con la partecipazione di A. Vanoli), saggio pubblicato da Laterza. Amedeo Feniello insegna Storia medievale all’Università dell’Aquila. Per Laterza ha collaborato alla Storia mondiale dell’Italia (a cura di A. Giardina, 2017) ed è autore, tra l’altro, di Sotto il segno del leone. Storia dell'Italia musulmana (2011), Dalle lacrime di Sybille. Storia degli uomini che inventarono la banca (2013) e Storia del mondo. Dall’anno 1000 ai giorni nostri (con F. Canale Cama e L. Mascilli Migliorini, 2019).

 

 

 

 

 

 

 

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