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direttore Paolo Pagliaro

Cardini legge
il Decameron
ai tempi del virus

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Cardini legge <br> il Decameron <br> ai tempi del virus

CARDINI LEGGE IL DECAMERON AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

“Questo libretto, se ne avrete il tempo e la voglia, vi aiuterà a capire quel che stiamo attraversando e a ricordare quel che infinite generazioni hanno attraversato prima di noi: e a trarne utili frutti di riflessione per il futuro. La storia non si ripete mai, eppure il suo procedere – elicoidale, si direbbe – ci ripropone di continuo situazioni e casi mai identici a se stessi, eppure simili, del passato, per poi fermarsi su un momento, esemplare in quanto illuminato da un capolavoro che ci aiuta a comprenderlo e a comprendere meglio noi stessi”. Queste le parole con cui un grandissimo storico come Franco Cardini introduce il suo saggio “Le cento novelle contro la morte. Leggendo Boccaccio: epidemia, catarsi, amore”, dedicato al Decameron, pubblicato da Salerno e disponibile in eBook sul sito della casa editrice. Un saggio che aiuta a decifrare il tempo che stiamo vivendo, in piena emergenza Coronavirus. “Il potere terapeutico della lettura, come quello del racconto orale, i nostri vecchi lo conoscevano bene; e molti medici oggi lo sostengono con convinzione – sottolinea  Cardini - Raccontare a un bambino una fiaba anziché parcheggiarlo dinanzi alla Tv, e riuscire a fare in modo che alzi gli occhi dal piccolo schermo o abbandoni la sua playstation per ascoltare una storia e ‘vederla’ con gli occhi della fantasia, provoca oggi una sensazione portentosa in chi riesce a guadagnarsela. Può davvero, il leggere e il sentir leggere, guarire dall’ansia, dall’inquietudine, dalla paura, far sentire più forti e più liberi?” si chiede il medievista, sottolineando che in particolar modo in tempo di quarantena “possiamo provarla di nuovo, una sensazione del genere, e collaudare la forza del racconto letterario e storico, rivisitando un capolavoro del nostro Trecento italiano ch’è senza dubbio una delle più grandi opere mai scritte al mondo: il ‘Decameron’ di Giovanni Boccaccio”. Secondo Cardini la chiave di lettura dell’opera risiede “nella vicenda catartica della bella compagnia dei tre giovani e delle sette dame e donzelle, nel loro insieme e in quella di ciascuno di loro, attraverso l’originale, irripetibile percorso delle dieci novelle che ciascuno di loro narra in altrettanti giorni. E saranno dieci giorni al termine dei quali gli altrettanti protagonisti si troveranno, ciascuno a suo modo, ‘puri, e disposti a salire alle stelle’: stelle terrene tuttavia, per quanto illuminate dalla fede e dalla ragione; il futuro di una vita rinnovata che li aspetta, da percorrere con sicura e serena fiducia".

LORO E NOI. Lo storico nella sua interpretazione mette in luce che gli autentici protagonisti dell’opera "non sono né Masetto da Lamporecchio, né Andreuccio da Perugia, né Bruno e Buffalmacco, e neppure il nobilissimo Saladino, e neanche la sublime Griselda: bensì, appunto, Pampinea, e Fiammetta, e Dioneo, e Neifile, e le altre e gli altri. Personaggi scaturiti dalla fantasia del Boccaccio, senza dubbio: ma che hanno guardato nella loro Firenze, per alcuni giorni, la Morte Nera negli occhi, ne hanno avvertito il frusciare del mantello, del suo mantello color della notte alle loro spalle, ne hanno còlto il fiato gelido sulla loro nuca. E sanno di dovere uscire dall’angoscia che tutto ciò ha loro provocata, così come lo sa il loro creatore, che ha intravisto al pari di loro la Signora del mondo camminargli accanto. Perché di ciò anche noi, in questi giorni, sia pure in modo infinitamente meno drammatico, siamo stati testimoni: restando chiusi nelle nostre case, come gli ebrei compagni e seguaci di Mosè nella notte tremenda del Passaggio dell’Angelo che rapisce tutti i primogeniti d’Egitto e passa oltre gli stipiti segnati dal sangue dell’agnello sacrificale. Leggere di un pericolo, di uno spavento, di una tragedia, può essere un’esperienza sconvolgente; vederla ritratta in affreschi, in quadri, in fotografie, o doverla rivivere attraverso il cinema o la televisione, può essere terribile: ma viverla di persona, sentirsela addosso e dentro fin sotto la pelle e le ossa, è ancora peggio. Eppure sono esperienze che maturano, che fanno crescere, che aiutano a comprendere tante cose. Ed è quanto, sia pure in una misura minimale o comunque leggera, sta accadendo a noi”.   “Le cento novelle contro la morte” sono la lettura di un grande medievista per il dramma postmoderno iniziato nei primi mesi del 2020. Professore emerito di Storia medievale, Cardini ha insegnato nell’Università di Firenze, nell’Istituto Italiano di Scienze Umane (oggi confluito nella Scuola Normale Superiore) e presso L’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi; attualmente prosegue la sua attività d’insegnante e di ricercatore, incentrata anzitutto sui rapporti fra Europa cristiana e Islam. Nel volume Cristiani perseguitati e persecutori (Salerno Editrice 2011) ha posto con forza l’interrogativo circa il rapporto fra tolleranza e intolleranza, tra carità e persecuzione, all’interno della Chiesa cattolica.


ROBERTO ESCOBAR RACCCONTA IL MONDO DI WOODY

Nato a Brooklyn il primo dicembre del 1935, non troppo lontano da Coney Island e dalle montagne russe del luna park, Allan Stewart Konigsberg a 17 anni cambia all’anagrafe il nome in Heywood Allen, che presto diventa Woody Allen. A tutto il 2019 ha scritto e girato, e spesso interpretato, quarantotto film per il grande schermo, da “Che fai, rubi?” a “Un giorno di pioggia a New York”, e uno per la televisione. Un nuovo film, “Rifkin’s Festival”, è in postproduzione. Pare che ogni lunedì suoni il clarinetto con la sua New Orleans Jazz Band al Café Carlyle di Manhattan. Molto amato, soprattutto in Europa, e molto odiato, soprattutto negli Usa, è stato ed è un grande comico, e al pari di ogni grande comico è stato ed è un grande tragico. Come direbbe lui, non senza ironia, Allan Stewart Konigsberg alias Woody Allen è un autore e un uomo con a huge worldview, con un’ampia visione del mondo. Scritto non sul suo cinema, ma nei suoi film e con i suoi personaggi, il saggio “Il mondo di Woody” di Roberto Escobar (Il Mulino) cerca di raccontarla. L’autore ha insegnato Filosofia politica nell’Università di Milano e collabora con Il Sole 24 ore. Con il Mulino ha già pubblicato: “Il silenzio dei persecutori ovvero il coraggio di Shahrazàd” (2001), “La libertà negli occhi” (2006), “Metamorfosi della paura” (20153), “La paura del laico” (2010), “Eroi della politica. Storie di re, capi e fondatori” (2012), “La fedeltà di Don Giovanni” (2014), “Totò. Avventura di una marionetta” (20172) e “Il buono del mondo” (2018).

"ACQUA PASSATA", IL COLLETTIVO BIDON RACCONTA IL MITO DELLA BORRACCIA NEL MONDO DEL CICLISMO

Pochi oggetti nel mondo dello sport vantano un apparato di significati più vasto di quello di cui è dotata la borraccia nel ciclismo. Fondamentale strumento di sopravvivenza fisica dei corridori, la borraccia rappresenta "l’anello di congiunzione tra l’ordinarietà del pedalatore e l’eccezionalità del campione". Il destino della borraccia è quello di passare di mano in mano, costantemente: dai gregari ai capitani, dagli atleti ai tifosi, con un movimento attraverso il quale essa si carica progressivamente di sofferenza e di gloria, di compagni che si sacrificano e di campioni che si rispettano. In "Acqua passata. Vita sorte e miracoli delle borracce nel ciclismo", edito da People, il collettivo Bidon – Ciclismo allo stato liquido racconta la passione per il simbolo-borraccia in un percorso che fonde aneddoti e incontri, cronache e soprattutto storie: storie raccolte durante il Giro d’Italia, messaggi che a ogni corsa raggiungono vecchi e bambini e chiunque attenda paziente a bordo strada, in un misto di stupore e gioia, la consegna di quello che è molto più di un souvenir. Perché "in nessun caso si riceve: una borraccia si eredita". Un libro che chi ha la passione per lo sport non potrà non amare, ma che saprà catturare l'attenzione e la curiosità anche di chi è meno familiare con il ciclismo. "Acqua passata. Vita sorte e miracoli delle borracce nel ciclismo" è già disponibile in ebook su Bookrepublic, Amazon e Kobo, e se ne può ordinare una copia cartacea sul sito di People (https://www.peoplepub.it/pagina-prodotto/acqua-passata), che la spedirà appena possibile.

 


“VOLTAIRE CONTRO SHAKESPEARE”, STORIA DI UN RAPPORTO

La storia del rapporto tra Voltaire e l’ingombrante eredità di Shakespeare che, con il suo genio, pose fine alla tradizione del mondo classico e all’egemonia culturale francese, annunciò il Romanticismo e aprì alla modernità. Un capitolo affascinante della storia della cultura europea. “Voltaire contro Shakespeare” è il titolo del saggio di Mara Fazio pubblicato da Laterza. Voltaire è stato il primo grande intellettuale in senso moderno: l’autore più letto, criticato, discusso ed emulato del suo secolo. Grande ammiratore degli inglesi, della loro libertà di pensiero e delle loro istituzioni, giovane esule, tra il 1724 e il 1728, nei teatri di Londra scoprì Shakespeare, allora in Francia del tutto sconosciuto, e contribuì alla diffusione della sua fama in tutta Europa. Solo pochi decenni dopo però – in concomitanza con la guerra dei Sette anni (1756-1763) vinta dagli inglesi – il successo del poeta inglese in Europa crebbe a dismisura, mettendo in crisi la tragedia, il ruolo della Francia nel mondo e, quindi, lo stesso Voltaire, la cui cultura significava regole, norme, principi e, soprattutto, buon gusto. Shakespeare, invece, che trascendeva i limiti aristocratici, metteva in scena non eroi ma uomini moderni, con un linguaggio ora ricercato ora triviale, unendo tragico e comico, alto e basso, divenne emblema del genio. Pur riconosciuto come il teorico della tolleranza, Voltaire vide vacillare il suo mondo e attaccò il poeta inglese, che considerava un barbaro e il cui sorprendente successo gli parve, a un secolo e mezzo dalla morte, uno scandalo intollerabile. Ma sapeva, dal punto di vista letterario e teatrale, di essere ormai uno sconfitto. Mara Fazio, studiosa del teatro europeo del Settecento, Ottocento e Novecento in un’ottica storico-comparatistica, ha insegnato Discipline dello spettacolo alla Sapienza Università di Roma. Tra le sue pubblicazioni: Il mito di Shakespeare e il teatro romantico (Bulzoni 1993), François Joseph Talma. Primo divo (Leonardo Arte 1999) e Lo specchio il gioco e l’estasi. La regia teatrale in Germania dai Meininger a Jessner (Bulzoni 2003). Con Pierre Frantz di Paris Sorbonne ha collaborato a una ricerca decennale sul teatro e lo spettacolo moderno e contemporaneo in Europa e insieme a lui ha curato La fabrique du théâtre (Desjonquères 2010), Les Arts du spectacle et la référence antique dans le théâtre européen(Garnier2018) e L’orecchio e l’occhio. Lo spettacolo teatrale, arte dell’ascolto e arte dello sguardo (Artemide 2019). Nel 2015 con Vincenzo De Santis ha curato l’edizione critica della Zaire di Voltaire (ETS).


“SE LA NOTTE HA CUORE” DI MATTEO CORRADINI

Codini Donna è il curioso nome con cui si presenta al mondo il protagonista di questo romanzo: vestito da chierichetto, fugge dal camposcuola estivo durante una grande festa a cui non vuole prendere parte. Sua complice e compagna è Andra, che non parla e porta un costume da majorette. La notte è lunga e popolata di bizzarri incontri: tra balli notturni e inseguimenti nel buio i due andranno alla ricerca di una serie di messia, le persone che sanno mostrare la bontà del domani tanto da far venir voglia di cambiare l’oggi. Le persone che possono salvarci. Ma nella notte non è facile distinguere l’amico dal nemico: Rodento, Mazurka, l’inquietante Barbara Zagaglia, il cane Asmodeo, la delicata Ortenzia... chi sono? Da che parte stanno? È tutto un incubo, un delirio, forse. Ma il risultato è grandioso se alla fine Andra riesce ad affrontare ciò che le ha tolto la voce e i sogni, e Codini a parlare con suo padre. E l’indomani il mondo non sarà per forza migliore, ma diverso sì. Una storia d’amicizia e rese dei conti, dura e terribile e vitale come l’adolescenza. Tutto questo è “Se la notte ha cuore” di Matteo Corradini, romanzo pubblicato da Bompiani disponibile in eBook. Corradini, nato nel 1975, è ebraista e scrittore. Premio Andersen 2018, ha curato per Rizzoli la nuova edizione del Diario di Anne Frank. Tra i suoi romanzi La repubblica delle farfalle, ambientato nel ghetto di Terezin.


“NEL CONTAGIO”, RIFLESSIONI DI PAOLO GIORDANO   

L’epidemia di Covid-19 si candida a essere l’emergenza sanitaria più importante della nostra epoca. Ci svela la complessità del mondo che abitiamo, delle sue logiche sociali, politiche, economiche, interpersonali e psichiche. Ciò che stiamo attraversando ha un carattere sovraidentitario e sovraculturale. Richiede uno sforzo di fantasia che in un regime normale non siamo abituati a compiere: vederci inestricabilmente connessi gli uni agli altri e tenere in conto la loro presenza nelle nostre scelte individuali. Nel contagio siamo un organismo unico, una comunità che comprende l’interezza degli esseri umani. Nel contagio la mancanza di solidarietà è prima di tutto un difetto d’immaginazione. Sono le riflessioni dell’ultimo saggio di Paolo Giordano, “Il contagio”, pubblicato da Einaudi e disponibile in eBook. L’autore è nato a Torino nel 1982. Ha un dottorato in fisica ed è autore di quattro romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l'argento (Einaudi 2014 e 2017) e Divorare il cielo (Einaudi 2018 e 2019). Per Einaudi ha pubblicato anche Nel contagio (2020). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il Corriere della Sera.    

 

 

   

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