di Paolo Pagliaro

(9 settembre 2020) E’ ripresa da pochi giorni la stagione della politica in tv e quest’anno gli spettatori hanno a disposizione un raffinato manuale di autodifesa contro i guasti della propaganda e della manipolazione. Il manuale – intitolato “Della gentilezza e del coraggio” - lo ha scritto per Feltrinelli Gianrico Carofiglio , scrittore, giurista e polemista. Non promuove idee politiche ma propone un metodo. Spiega come si distingue un buon comunicatore da un manipolatore: il primo usa le parole per esprimere significati, il secondo le usa per influenzare indebitamente i suoi interlocutori. Il manipolatore riduce la realtà a etichette, schemi, classificazioni banali e preconcette. Il suo linguaggio prevede sintassi frammentaria e sconnessa, vocabolario minimo, ripetizione continua delle stesse parole e delle stesse espressioni. Non ci dice cosa è meglio evitare e cosa è meglio non dire, ma sostiene che dobbiamo sentirci liberi di dire qualsiasi cosa. Il manipolatore attribuisce all’avversario parole che questi non ha pronunciato o concetti che non ha espresso. Sfrutta il sentimento primordiale della paura, per dirigerlo verso nemici e pericoli inesistenti trasformandolo in rancore prima e in odio poi. Osserva Carofiglio che questo è un atto di grave immoralità politica, addirittura peggiore della corruzione.
La tesi del libro è che tutto ciò si può arginare sviluppando la capacità di porre domande, attività sovversiva che spiazza ogni forma di autoritarismo. E che all’aggressività è bene rispondere con la gentilezza, una sofisticata virtù marziale che trasforma la forza degli aggressori nella loro debolezza, come sa bene la cintura nera Carofiglio