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direttore Paolo Pagliaro

Benvenuto
trasformismo

Benvenuto <br> trasformismo

di Paolo Pagliaro

15 febbraio 2021

Sfocia nel  governo di  tutti o quasi una legislatura che si era sviluppata nel segno della contaminazione tra diversi. Cominciata con l’alleanza tra due partiti - 5 Stelle e Lega- che in campagna elettorale si erano presentati come incompatibili. Proseguita con un accordo sulla carta altrettanto improbabile,  quello tra i 5 Stelle e il Pd – per anni messo alla berlina come Pd meno elle, il partito di Bibbiano e dei mercanti di bambini. E conclusa con una svolta spettacolare di cui avremo  piena contezza solo quando vedremo le immagini del nuovo consiglio dei ministri, con i fieri avversari di un tempo Di Maio e Gelmini, Speranza e Giorgetti seduti allo stesso tavolo.
E’ il capolavoro politico di Sergio Mattarella ed è anche  l’unica risposta all’altezza delle sfide legate alla pandemia.   Tra i vantaggi della nuova congiuntura dovrebbe esserci  un drastico calo dei discorsi d’odio, ed è un beneficio non secondario.  
Ci sarà invece qualche prezzo da pagare in termini di coerenza.  Ma un maestro della pop filosofia come Adriano Celentano ha opportunamente ricordato  che solo gli sciocchi non cambiano mai idea.  Parlava di Salvini ma il discorso vale per tutti.
Un altro maestro forse meno popolare  come Benedetto Croce invitava invece a giudicare senza moralismi e con maggior benevolenza  il trasformismo, un fenomeno avversato dagli storici, i quali in cuor loro – secondo Croce - vorrebbero che le cose restassero ferme, senza pensare che in questo caso non avrebbero più storie da scrivere.  Osservazione che vale anche per i giornalisti.  

 

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