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direttore Paolo Pagliaro

La metamorfosi
della politica 

di Paolo Pagliaro

(17 febbraio 2021) I commentatori si chiedono quanto potrà durare la coabitazione nel governo Draghi di partiti sulla carta così diversi. Molto, verrebbe da dire: perché le differenze ideologiche sono ormai estinte da tempo, e da tempo è tramontata l’idea stessa di partito. E’ la tesi sostenuta da Luciano Canfora nel suo pamphlet intitolato “Metamorfosi”, dedicato alla parabola del Pci e di un intero sistema politico. Ai partiti, osserva Canfora, sono ora subentrati degli agglomerati ondivaghi, che rifuggono spesso dal nome di «partito» e preferiscono denominazioni fantasiose o puerili o metafisiche: da En Marche a Forza Italia con le varianti Fratelli d’Italia e Italia Viva, da Alternative für Deutschland a Lega Salvini, da Movimento 5 Stelle ad Azione. 
 Essi vivono come alone intorno a un leader, non hanno veri e propri programmi di un qualche respiro, per lo più fiutano l’aria, cioè le pulsioni dell’opinione pubblica. Hanno rinunciato a qualunque funzione pedagogica, vanno «al rimorchio»: e perciò non di rado deperiscono con la rapidità del fuoco di paglia, specie quando il leader si svuota. Qualcuno forse ricorda ancora Italia dei Valori?
Dice Canfora che a tener vivo il carattere eminentemente etico dell’impegno politico è rimasto poco più che l’attuale vertice della Chiesa cattolica, peraltro contestato e insidiato quotidianamente dall’esterno e dall’interno. Quanto agli eredi del Pci, avendo rinunciato a occupare lo spazio della socialdemocrazia, ora si accontentano dell’europeismo, che Canfora definisce l’internazionalismo dei benestanti. Un po’ poco, per chi 100 anni fa era nato con l’ambizione di cambiare il mondo.

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