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direttore Paolo Pagliaro

Gli errori della Ue
e quelli dei governi

Gli errori della Ue <br> e quelli dei governi

di Paolo Pagliaro

Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Politico oltre la metà dei tedeschi e più di un francese su tre pensa che  l’Unione Europea abbia fatto un pessimo lavoro nella gestione dei vaccini contro il coronavirus. Un giudizio che i governi nazionali condividono, anche perché un parafulmine a Bruxelles  serve a evitare  che le tensioni si scarichino in casa. E pazienza sei in quasi tutti i paesi si registra un divario importante fra vaccini consegnati e vaccini somministrati, inefficienza  che non si può certo imputare alla commissione europea. 

Alcuni governi – come quelli austriaco e danese -    hanno annunciato che intendono sottrarsi agli impegni presi con l’Unione, preferendo trattare direttamente con Israele per la produzione di vaccini di seconda generazione, in grado di rispondere alle varianti del coronavirus.  Altri potrebbero seguire il loro esempio.
Sui  molti errori commessi dai negoziatori europei nella trattativa con le multinazionali che producono i vaccini esiste ormai una vasta letteratura.  Le previsioni sono state irrealistiche, i contratti lacunosi, i prezzi sbagliati. Ma per completezza andrebbe aggiunto che in questa conduzione deficitaria degli affari comuni un ruolo importante lo hanno avuto proprio i governi.    La Commissione ha agito per conto degli Stati membri, evitando che ci fossero 27 trattative parallele, ma tutte le decisioni sono state concordate preventivamente e nel dettaglio con le delegazioni nazionali.  Diversi Stati  facevano parte del gruppo negoziale e tutti i 27 Paesi membri facevano parte del comitato direttivo che ha guidato e monitorato i negoziati. E chi presiedeva il comitato? L’Austria, che adesso saluta e se ne va.   

 

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