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direttore Paolo Pagliaro

Un’emergenza
di vecchia data

Un’emergenza <br> di vecchia data

di Paolo Pagliaro

Alla vigilia della pandemia, il 31 gennaio 2020 è stato proclamato lo stato d’emergenza che ha conferito alle autorità poteri pressoché illimitati. Da allora i giuristi sono divisi tra chi urla al colpo-di-Stato e chi, sul versante opposto, difende la legittimità dell’operato del governo, con un arco ricchissimo di posizioni intermedie. Di questa discussione dà conto un saggio pubblicato da Rubettino, e intitolato “Il governo dell’arbitrio”. Lo ha scritto Luca Perfetti, professore di diritto amministrativo e avvocato, il quale sostiene che la proclamazione dello stato d’emergenza per il Covid 19 non ha fatto che accelerare un processo in atto da tempo.

Da molti anni - a fronte di singole questioni rilevanti - il nostro sistema è infatti caratterizzato da leggi emergenziali, che introducono regimi particolari, comprimono la possibilità di opporvisi e derogano alle norme ordinarie. Negli ultimi vent’anni, con leggi d’emergenza i governi sono intervenuti, ad esempio, per risolvere le crisi delle banche. Per affrontare i disastri ambientali, da Bagnoli all’Ilva. Per salvare Alitalia. Per organizzare le Olimpiadi o l’Expo di Milano. Per ridurre diritti fondamentali, come nella disciplina dei migranti.

Sostiene l’autore che una concezione distorta della sovranità è il comun denominatore di episodi apparentemente molto diversi come il lockdown anti-Covid, il blocco dei migranti sulla nave Diciotti, la manifestazione della Lega nella quale l’allora Ministro dell’Interno, indossando la felpa della Polizia, chiese alla piazza i pieni poteri. Ma - ricorda Perfetti - tutti i poteri, nello stato di diritto, hanno dei limiti e non possono essere pieni, anche quando li sorregge il consenso.

(© 9Colonne - citare la fonte)