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direttore Paolo Pagliaro

CARCERI, CARTABIA:
VIOLENZE A FREDDO

Per i fatti accaduti il 6 aprile 2020 nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere “sono indagati a vario titolo appartenenti al corpo della polizia penitenziaria e all’amministrazione penitenziaria. Le accuse sono gravi: concorso in torture pluriaggravate, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico aggravato, calunnia favoreggiamento, frode processuale, depistaggio. Tutti i delitti sono pluriaggravati per la minorata difesa, dall’aver agito per motivi abietti o futili, con crudeltà, abuso di poteri, violazioni di doveri inerenti alla funzione pubblica, con l’uso delle armi, ed aver concorso ai delitti un numero superiore a cinque unità”. Queste le parole della ministra della Giustizia Marta Cartabia, che oggi ha parlato alla Camera nell’informativa urgente sui fatti avvenuti nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere oltre un anno fa. L’ex presidente della Corte costituzionale ha evidenziato come le violenze avvenute siano state compiute a “freddo” e non come reazione a una protesta da parte dei detenuti. Cartabia ha sottolineato come al momento "il totale complessivo delle unità di personale dell'amministrazione sospesa a vario titolo è di 75", ricordando che "rimangono altri indagati, per i quali il Gip non ha specificato che ci fosse certezza della loro presenza, e per questo ha respinto la richiesta di misura cautelare". La ministra della Giustizia ha invitato, però, ad attendere "gli sviluppi dell'indagine, che è ancora in corso", senza trarre premature "conclusioni sui singoli coinvolti”.

All'Aula, Cartabia ha detto che "fatti di questa portata richiedono da un lato una risposta immediata da parte dell’autorità giudiziaria che sta lavorando per accertare le responsabilità penali, dall’altro sono spia di qualcosa che non va. E dobbiamo indagare e intervenire con azione ampie e di lungo periodo perché non accadano più”. Più in generale, l'ampia indagine a cui ha fatto riferimento deve portare a “comprendere quando sia avvenuto in tutte le carceri nell’ultimo anno, dove la pandemia ha esasperato tutti – ha aggiunto – Perché le nostre carceri già subiscono il sovraffollamento, la fatiscenza delle strutture, la carenza del personale”. Affinché “non si ripetano più episodi di violenza, occorre una strategia che operi a più livelli: strutture materiali, personale e formazione. Negli ultimi anni le condizioni delle carceri italiane sono così peggiorate che il lavoro di chi opera al loro interno e le condizioni di vita dei detenuti diventano insopportabili”. Cartabia ha portato come esempio proprio il carcere di Santa Maria Capua Vetere, in cui “non c'è acqua corrente, stanno iniziando ora i lavori”. La ministra ha ricordato anche il problema del sovraffollamento delle carceri, per combattere il quale “ci sono stati interventi importanti ma la situazione sta peggiorando". (red / PO) ///

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