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Emigrazione, Libri: alla Camera "clausura liberatoria" di Cinzia De Marzo

Roma, 17 set – "Sono molto emozionata di essere qui, direttamente arrivata da Bruxelles. Sono una expat italiana, che vive da dieci anni in Belgio, Durante la prima ondata della pandemia mi sono dedicata alla scrittura della mia prima opera narrativa". Cinzia De Marzo, cinquantenne avvocato barese, specialista in diritto ed economia dell’Unione europea, vive a Bruxelles dal 2011 ed è madre single con un figlio unico che porta il suo cognome.  "Clausura liberatoria" (Albatros) è il suo primo romanzo, dal sapore autobiografico, presentato alla Camera su invito del deputato di Italia Viva Massimo Ungaro, eletto in Europa. La narrazione, liberamente ispirata a fatti realmente accaduti, si snoda al ritmo di un metaforico viaggio intrapreso durante il lockdown. Ci si muove tra realtà contemporanea e digressioni nel passato. Protagonisti Carolina, madre single e libera professionista espatriata a Bruxelles, e suo figlio Arturo. I due si ritrovano coinvolti in un’odissea senza fine, in vicende ai limiti del grottesco causate dalla presenza di babysitter uomini e inaffidabili. Rari purtroppo i collaboratori meritevoli. "Il libro – spiega l'autrice - evidenzia da un lato gli ostacoli che si possono incontrare cambiando città e trovandosi in un'altra realtà, dall'altro però la voglia di migliorarsi e di investire sulla propria professionalità. Gli expat se hanno cambiato città e Paese è anche perché vogliono dare un contributo di competenze 'spendendole' in un'altra dimensione. Dal libro si evincono due elementi fondamentali: da un lato la capacità di resilienza applicata al quotidiano, sempre vissuto in maniera propositiva e ottimista, dall'altro il tema delle famiglie monoparentali: in un luogo come la Camera una discussione più approfondita su un tema come questo, in termini di tutele, sarebbe il caso di affrontarla". "Il racconto è sincero e autentico, piace proprio per questo ai lettori che lo hanno apprezzato tantissimo – spiega ancora Cinzia De Marzo - Dietro l'autoironia e i toni leggiadri c'è anche una profondità, la sofferenza di una donna che si coglie al di là della forza, della determinazione e della caparbietà di una madre, di una professionista e di un'amante, perché si raccontano anche le sue fragilità nelle relazioni con gli uomini. È la duplice vita di una mamma e di una donna che vive tra Bruxelles e l'Italia". "E' un bel romanzo, che io consiglio e che pensavo fosse interessante presentare qui alla Camera – afferma invece Ungaro - per far capire come il lockdown abbia avuto un impatto sulle nostre vite, ci ha permesso di capire di più di noi stessi aprendo delle strade prima ignote".   (PO / Roc) ////               

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