di Paolo Pagliaro

(23 settembre 2021) I numeri dicono che Draghi governa questa delicata transizione grazie al sostegno di un blocco politico formato da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, con l’apporto di Forza Italia e renziani. Il resto sta all’opposizione oppure alla finestra.
Da un rapporto di Fb&Associati – società che produce analisi del dibattito pubblico - risulta che su 1.200 emendamenti presentati per modificare, abolire o restringere l’obbligo del green pass, ben 900 sono stati proposti dalla Lega, che però poi li ha ritirati e ha votato addirittura l’estensione temporale del certificato.
D’altra parte ieri alla Camera quattro leghisti su 10 hanno negato il loro “sì” alla politica sanitaria del governo mentre nei giorni scorsi era stata una senatrice del Carroccio a organizzare il convegno sulle cure alternative al vaccino.
Osserva il rapporto che, in casa Lega, l’ambivalenza in tema green pass è il terreno scelto per tenere insieme l’anima governista e quella di opposizione, strizzando l’occhio del consenso alla galassia dei no vax. Mentre la convergenza tra PD e 5 Stelle sembra invece accelerare il percorso di costituzione di un nuovo centro-sinistra, che dovrebbe presentarsi alle elezioni del 2023 come coalizione credibilmente coesa. Sembra tutto molto chiaro ma c’è un dato, nel monitoraggio di Fb&Associati, che consiglia prudenza. Analizzando il dibattito sui social si scopre infatti che la base pentastellata e quella leghista vanno spesso molto d’accordo: ad esempio giudicano entrambe discriminatoriol’obbligo del green pass nelle scuole e università. E dunque non c’è solo il Salvini di lotta e di governo, ma anche i 5 stelle che al secondo Conte sembrano preferire il primo, quello dell’alleanza con la Lega. Grande è la confusione sotto il cielo.