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Cooperazione, Del Re: figura Umberto Farri da stimolo per sfide attuali

Roma, 14 mar - "Penso che Umberto Farri rappresenti una delle vie che sono emerse dal '68, un periodo che ha portato a grandi cambiamenti e pure a grandi ispirazioni. Farri scelse un percorso di cooperazione molto interessante, avendo l'intuizione a suo tempo di concentrarsi sulla formazione universitaria". Così a 9colonne Emanuela Del Re, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Sahel, a margine della presentazione del volume “Icu, un'avventura di cooperazione. Sulle orme Umberto Farri”, pubblicato da Edizioni Ares, avvenuta nella Sala Capitolare del Senato. Dedicandosi alla cooperazione per quarant’anni, dalla creazione dell’Istituto per la cooperazione universitaria fino alla morte, Farri ha lasciato una traccia significativa in molte persone in tutto il mondo, sforzandosi di mettere in pratica gli insegnamenti di San Josemaria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, che aveva conosciuto nel 1948 e di cui era figlio spirituale. Del Re, già viceministra degli Esteri con delega proprio alla cooperazione allo sviluppo e docente di Sociologia politica, sottolinea: "Da accademica capisco perfettamente l'importanza di privilegiare questo aspetto nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, perché portare l 'università in zone remote, come lui ad esempio fece in Perù, vuol dire riuscire a condensare i principi ispiratori della cooperazione, quali quello della sostenibilità, ovvero che gli interventi non siano spot ma possano riprodursi, facendo sì che chi viene formato sia in grado poi a sua volta di formare".Secondo Del Re riflettere sulla figura di Farri è "un modo per discutere su quali siano le sfide della cooperazione oggi, una figura di stimolo anche per il mio ruolo attuale di rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel, ovvero la fascia geografica africana che costituisce la nostra vera frontiera meridionale, un luogo dove si giocano tantissimi interessi ma dove soprattutto c'è la possibilità di offrire a un enorme capitale umano straordinario, come quello dei giovani africani, un futuro sostenibile.
Anche qui si riproduce lo stesso principio ispiratore del percorso fatto da Umberto Farri, ovvero creare partnership veramente alla pari, fare in modo che ci sia una formazione duratura e cercare di rendere tutto questo un percorso globale attraverso una comunicazione attenta". "Il percorso di Farri va conosciuto e merita attenzione, parallelo ad altri emersi dal '68. Io faccio parte della scuola di Ferrarotti e Macioti, con l'interesse per le periferie, per gli ultimi, per le periferie del mondo" sottolinea ancora la rappresentante speciale dell’Unione europea per il Sahel, che conclude: "Tutto questo ci fa pensare all'Italia di oggi che riflette su sé stessa con toni non sempre entusiastici. In realtà è un'Italia di grande attenzione, fatta da più di 6 milioni di persone che lavorano nel volontariato, di cui 4 milioni in strutture organizzate. Insomma un Paese che è fortemente consapevole dei destini del mondo, come sta sta dimostrando tutti i giorni sulla questione Ucraina e che può dare molto. Da dove veniamo? Veniamo anche da Umberto Farri, dai periodi di crisi da cui abbiamo saputo trarre ispirazione per portare avanti principi molto importanti per le generazioni future". (PO / Roc) ////

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