Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Veronica Pivetti in scena al Duse di Bologna

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Veronica Pivetti in scena al Duse di Bologna

PIVETTI A BOLOGNA IN “STANNO SPARANDO SULLA NOSTRA CANZONE”

Una sensuale e spiritosa Veronica Pivetti è la protagonista di “Stanno sparando sulla nostra canzone” black story musicale di Giovanna Gra, in scena dal 25 al 27 marzo, venerdì e sabato alle ore 21, domenica alle 16, al teatro Duse di Bologna (via Cartoleria, 42). L’intera pièce, diretta da Gra & Mramor, è l’espressione della travolgente esuberanza di un mondo risorto alla vita. Siamo in America, nei mitici anni Venti. Anni d’oro e ruggenti. I baci e gli abbracci non sono più sconsigliati, l’epidemia di Spagnola è un lontano ricordo. In ogni pentola, o quasi, frigge quel che passa il convento, ma anche una bella manciata di futuro fresco e incontaminato. Gli scampati corteggiano le sopravvissute. Le sopravvissute si danno alla pazza gioia e sanno che la speranza è l’ultima a morire. Siamo in pieno proibizionismo, la malavita prospera e con essa un folto sottobosco di spregiudicati. Questa l’atmosfera della nostra storia accompagnata dalla contemporaneità di canzoni fra le più note e trascinanti della musica pop e rock. Veronica Pivetti veste i panni di Jenny Talento, fioraia di facciata, in realtà venditrice d’oppio by night che finisce col cedere alle avances di un giovane e inesperto giocatore di poker: Nino Miseria, interpretato da Brian Boccuni. La voglia di risorgere, dopo gli anni della pandemia, soffia sulla passione e Jenny si lascia trascinare in un mondo perduto fatto di malavita, sesso, amore e gelosia. Le cose cambiano quando Micky Malandrino, il gangster più temuto della città, un visionario dal mitra facile, spacciatore di sentimenti e tentazioni, pretende da Jenny la restituzione di un vecchio debito contratto dal suo amante. Il ruolo di Micky Malandrino è affidato a Cristian Ruiz. Dopo qualche resistenza, la donna cede, ma poi ci ripensa trascinando il pubblico verso all’epilogo in una resa dei conti salata e non più rinviabile, con un finale in crescendo decisamente esplosivo. Uno spettacolo incalzante dalle atmosfere retrò, travolte e stravolte da un allestimento “urban”, spolverato dai fumi colorati delle strade di Manhattan, da occhiali scuri, mitra, calze a rete, scintille e canzoni. (PO / Alp)

 

foto. Renzo Dalenuzzi

 

 

 

A ROMA, PER I BAMBINI VA IN SCENA “LA CONTADINA FURBA”

Sarà in scena al teatro Le Maschere di Roma (via Aurelio Saliceti, 1/3) dal 19 marzo al 3 aprile, solo sabato e domenica alle 16, per la sezione dedicata ai bambini dal titolo “Fiabe e biscottini”, lo spettacolo “La contadina furba”, scritto da Carla Marchini, con la regia di Riccardo Diana, con Lorenzo Branchetti, Alberto Bucco, Martina Carletti, Pierciro Dequarto e Gabriele Passaro. La furbizia può far nascere il vero Amore? Certo che sì. Nella fiaba della contadina furba accade proprio questo e non solo, poiché la semplice figlia di un contadino si trova a fronteggiare alcuni dilemmi che incontra nel suo cammino per diventare regina e, grazie alla sua perspicacia e al suo fine ingegno, riesce a trovare ogni volta la soluzione giusta per aiutare il prossimo. Questa fiaba narra di come l’altruismo e l’intelligenza possono essere messi a servizio degli altri e di se stessi, lontano dai sotterfugi, e ci mostra come l’astuzia, quando è usata a buon fine, può far nascere il vero Amore. La contadina furba fa parte di una più ampia raccolta di fiabe popolari tramandate in dialetto e trascritte in lingua italiana da Italo Calvino, il quale, dopo un lungo lavoro condotto tramite interviste e racconti provenienti da tutto il territorio nazionale riesce, grazie anche a una ricerca linguistica precisa e puntuale, a radunare le duecento fiabe che compongono questo preziosissimo contributo di grande importanza antropologica e culturale. (Alp)

 

ROMA, AL TIRSO DE MOLINA “PARTO O NON PARTO” 

Dal 23 marzo al 3 aprile va in scena “Parto o non parto – Tre uomini in viaggio” al teatro Tirso de Molina di Roma (via Tirso, 89), con Luca Latino, Flavio Moscatelli ed Ezio Passacantilli. La commedia, presentata da Centouno, è ambientata a Roma: è  il 10 agosto, la città è finalmente deserta. Luca, Flavio ed Ezio, amici da una vita, sono in procinto di partire per fare il loro secondo viaggio della maturità. Infatti, a ridosso dei trent’anni hanno sentito la necessità di respirare un’ultima boccata di libertà prima di tornare nell’apnea della “maturità vera” che il loro presente richiede, e quale miglior modo se non quello di riorganizzare lo stesso viaggio di dieci anni prima? Sono le tre di notte e gli amici si trovano in strada, bagagli alla mano, pronti per andare a prendere il traghetto che li accompagnerà in Grecia. Sono felici e confusi allo stesso tempo e nonostante qualche perplessità inziale, tutto sembra andare tutto per il verso giusto. Ma è proprio mentre i tre si stanno incamminando alla stazione dei taxi che Flavio riceve una notizia tanto inaspettata quanto sconvolgente. Da lì in poi vivranno un turbinio di situazioni assurde che trasformeranno questa notte in un palcoscenico di comicità, dando sfogo ad ansie, paure, fragilità e situazioni comiche e colme di tenerezza. Riusciranno i tre amici a fare questo viaggio? Sarà la vita a metterli davanti alla scelta: “parto o non parto?”. (Alp)

 

ROMA, AL CIAK LA BLACK COMEDY “SLEUTH – GLI INSOSPETTABILI” 

Dal 25 marzo al 16 aprile torna il brivido al teatro Ciak di Roma  (via Cassia, 692) con “Sleuth – Gli insospettabili”. Presentato da Ubik produzioni e teatro stabile del Giallo con la regia di Raffaele Castria, questo thriller scritto dal drammaturgo inglese Anthony Shaffer vedrà sul palco Giuseppe Pambieri e Paolo Romano. Le scene sono di Fabiana di Marco, le musiche di Alessandro Molinari e i costumi di Susanna Proietti. “Sleuth - spiega Castria – è un duello arguto, perverso, ipnotico, selvaggio e assolutamente divertente che inchioda lo spettatore alla poltrona col fiato sospeso. Senza respiro, senza pause, è un capolavoro del brivido a teatro. Un gioco al massacro in cui lo spettatore rimane intrappolato insieme ai protagonisti. La suspense si fa puro divertimento spingendo dall’angoscia alla risata in un sospiro”. “Sleuth” è una black comedy e anche un divertissement teatrale in cui nulla è ciò che appare; una fiaba moderna fatta di orchi e case incantate che non parlano ma si muovono. L’aristocratico scrittore di romanzi gialli Andrew Whyke, impersonato da Giuseppe Pambieri, invita nel suo maniero Milo Tindle, portato in scena da Paolo Romano, un parrucchiere di origini italiane, nuovo amante della moglie. Tra i due si instaura un legame ambiguo e crudele ma umanamente intensissimo e inaspettato, in cui i confini tra gioco e follia sono decisamente labili, fatto di invenzioni continue e dialoghi al vetriolo. Il testo teatrale di Shaffer è stato al centro di due adattamenti cinematografici. Il primo, del 1972, per la regia di Joseph Leo Mankiewikz, interpretato da Laurence Olivier e Michael Caine. Il secondo, del 2007, diretto da Kenneth Branagh, interpretato da Michael Cane e Jude Law e con la sceneggiatura del premio Nobel Harold Pinter. (Alp)

 

SISTINA, NUOVE DATE A MAGGIO PER “RUGANTINO”

Per accontentare la grande richiesta del pubblico, "Rugantino", in scena al teatro Sistina di Roma (via Sistina, 129) nella sua versione storica originale fino al 27 marzo, verrà prorogato con ulteriori date a maggio: da venerdì 13 a domenica 15 e da giovedì 19 a domenica 22, in cartellone dopo "Jesus Christ Superstar". Lo ha annunciato nei giorni scorsi il direttore artistico Massimo Romeo Piparo. Lo spettacolo sarà in scena anche al teatro Augusteo di Napoli (p.tta duca d'Aosta, 263) dal 3 al 10 aprile.  Presentato con la regia di Pietro Garinei, le musiche del maestro Armando Trovajoli, le scene e i costumi originali firmati da Giulio Coltellacci, e con la supervisione di Massimo Romeo Piparo, "Rugantino" vede sul palco Serena Autieri, interprete della bella e irraggiungibile Rosetta, e Michele La Ginestra, che dà vita al popolano sbruffone e chiacchierone ma dal cuore buono di cui ha vestito i panni per la prima volta 21 anni fa. Nel ruolo di Eusebia torna Edy Angelillo, mentre Massimo Wertmuller esordisce nel ruolo di Mastro Titta. Insieme a loro, un cast di oltre trenta artisti. Ancora una volta, la storia commovente, ironica e nostalgica di Rugantino ha dunque colpito al cuore gli spettatori: dalla première dello scorso 10 marzo, in pochissimi giorni, le repliche erano andate tutte sold-out. Nel sessantesimo compleanno dello spettacolo di Garinei e Giovannini, che debuttò nel lontano 1962, i romani continuano a dimostrare il loro affetto nei confronti di questa maschera amara e dissacrante, anima pulsante di un titolo che è uno dei simboli più autentici della Capitale, oltre a rappresentare un pezzo di storia della grande tradizione teatrale italiana. (PO / Alp)

 

 

ROMA, IN SCENA “STERILI FANTASIE” DI DAVID MASTINU

Il 26 e il 27 marzo il palcoscenico del teatro Lo Spazio di Roma (via Locri, 43) ospita “Sterili fantasie”, spettacolo scritto e diretto da David Mastinu, con Martina Maria Zuccarello. Un racconto ironico che vede Benedetta, bambina degli anni Novanta, dal legame morboso con le bambole, divenire una donna alla ricerca di principi azzurri in t-shirt che colmino il suo desiderio assoluto: diventare mamma. Una storia che passa dai primi baci impacciati ad una serie di prime volte memorabili, da bimba sognante che si ritrova solo tra le stelle a donna inadeguata persa e sola davanti a uno specchio. “Sterili fantasie” vuole esorcizzare quel tabù e rompere quel silenzio che c’è dietro all’infertilità femminile. Perché nessuna si debba più sentire in colpa o vergognare. L’obiettivo è dar voce e riconoscere le emozioni di tutte quelle donne che non sono riuscite a diventare madri cercando di “normalizzare” l’argomento con ironia, condivisione e rispetto. (PO / Alp)

 

 

ROMA, “ENIGMA. REQUIEM PER PINOCCHIO” SUL PALCO DELL’INDIA

Dal 19 al 27 marzo al teatro India di Roma (lungotevere Vittorio Gassman, 1) è di scena teatro Valdoca con “Enigma. Requiem per Pinocchio”,  opera liberamente ispirata alla figura del burattino di legno. Una partitura fatta di canto e suono dal vivo, che vede al centro tre interpreti come Chiara Bersani, Silvia Calderoni e Mariangela Gualtieri, con una produzione teatro Valdoca, Emilia Romagna teatro fondazione/teatro Nazionale. Dopo una feconda e complessa gestazione, durata due anni, e il debutto al teatro Bonci di Cesena, “Enigma. Requiem per Pinocchio” approda al teatro India con la regia e l’allestimento ideato da Cesare Ronconi per questo spazio. Un corpo di legno giace in proscenio. I suoi pezzi sono smembrati e arsi. Il nostro Pinocchio dinoccolato, scatenato e a tratti malinconico, si sporge tutto verso di noi: come si diventa umani? Come si resta fedeli all’infanzia? È una quasi meditazione guidata dalla Fatina, cioè da un femminile potente e magico, mentre un maschile ammutolito, forte come un Mangiafuoco abita la scena e la sostiene. Una partitura fatta di canto e suono dal vivo, movimento e versi originali scritti da Mariangela Gualtieri, fa di questo spettacolo una respirazione musicale e teatrale, dentro un panorama onirico che vede al centro Silvia Calderoni e Chiara Bersani - alla quale la Gualtieri dal vivo presta la voce - e il corpo espressivo, potente e leggero di Matteo Ramponi. Altra forza della scena è il paesaggio sonoro dal vivo, materico e metafisico, creato dal canto di Silvia Curreli ed Elena Griggio, e dal suono di Enrico Malatesta, Attila Faravelli, Ilaria Lemmo. Un’opera che Cesare Ronconi, che cura regia e allestimento, ha composto nell’ascolto visionario di tutti gli interpreti, quasi a compimento di una tensione che da sempre innerva la sua scrittura registica. (Alp)

 

(© 9Colonne - citare la fonte)