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Trento a Chisinau: cibo, formazione e un campo per 500 profughi

Trento a Chisinau: cibo, formazione e un campo per 500 profughi

“Noi e voi, insieme, apparteniamo a un’unica grande famiglia”, la famiglia europea della solidarietà. Le province autonome di Trento e Bolzano hanno completato nel weekend la propria missione a Chisinau, capitale della Moldavia che si trova a un’ora e mezza dal confine di Palanca con l’Ucraina, e il ringraziamento arriva direttamente dal colonnello Vitalie Grabiovski, capo del Dipartimento di protezione civile e Servizio emergenze di Chisinau: “Abbiamo ricevuto una donazione da parte di Trento e Bolzano per l’allestimento di un campo da 500 posti, grande e completo, che servirà per fare alloggiare in pochissimo tempo le persone in fuga dall’Ucraina: grazie di cuore a tutti gli uomini che hanno portato il materiale”. Gli uomini in questione sono il capo missione Giovanni Giovannini, Alessandro Brunialti, responsabile della logistica, Markus Leimegger, responsabile protezione civile della Croce Bianca Alto Adige, che da Trento a Chisinau hanno trasportato sedici bancali di alimenti a lunga conservazione, donati dalla Caritas trentina, fino alla Casa della provvidenza, nel cuore della capitale, venerdì sera: l’arrivo dei vigili del fuoco permanenti e volontari della provincia di Trento (coordinati rispettivamente da Gabriele Pilzer e Daniele Postal) e del Nucleo volontari alpini (Nuvola) con il capo missione Giovanni Giovannini è stato accolto dal sorriso grande e materno di suor Rosetta Benedetti, originaria di Segonzano e da 13 anni nel Paese dove ad oggi sono transitate 100mila persone in fuga dalla guerra in Ucraina.
“Questo è un giorno straordinario. Grazie per esservi ricordati di noi” ha commentato la religiosa all’arrivo del container, scaricato in poche ore dagli uomini della Colonna mobile della Protezione civile trentino-altoatesina che in questi giorni sta operando in Moldavia. “I prodotti che ci avrete portato saranno messi in tavola a tutti i rifugiati che stiamo ospitando. Qui trovano un ambiente sereno, caldo. Sicuro. Li abbiamo accoliti come si fa con un familiare. La speranza è che il conflitto termini il prima possibile per ritornare nelle loro case” ha detto. All’interno della struttura, gli uffici, una cappella e una biblioteca sono stati allestiti con brande e letti a castello per ospitare mamme, bambini e qualche anziano. In totale, la “Casa” può accogliere 125 persone ma, a partire dal 28 febbraio, vi hanno trascorso almeno una notte in cinquecento. La maggior parte degli ospiti della ‘Casa’ provengono da Odessa e Nikolaev, il centro che sta proteggendo la città sotto attacco dalle navi russe. Ad Anienii Noi, 35 chilometri da Chisinau, la colonna mobile di Trento e Alto Adige ha ultimato invece lo scarico dei container con il materiale necessario per l’allestimento del campo per l’accoglienza di 500 persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Il personale delle due province autonome si è poi dedicato anche ad attività di formazione dei responsabili dei dipartimenti Protezione civile della Moldavia e vigili del fuoco, in merito alla predisposizione di un altro ulteriore campo profughi in località da individuare al più presto tra alcune selezionate. Laimegger, tra le altre cose, ha sottolineato l’importanza del mantenere uniti i nuclei famigliari in arrivo dall’Ucraina, in modo da sottoporli il meno possibile a traumi ulteriori. “Questi uomini e queste donne che sono in Moldavia sono l’orgoglio del Trentino, c’è forte consapevolezza dell’importanza di questa missione” ha ringraziato presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. (Simone Santi)

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