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Turismo radici, Th Torrini: racconto i borghi per farli rivivere e amare

Turismo radici, Th Torrini: racconto i borghi per farli rivivere e amare

Da “Elisa di Rivombrosa” a “Un'altra vita” passando per “Sorelle”: sono tante le serie tv firmate da Cinzia TH Torrini che hanno messo in luce, fatto riscoprire e affezionare il grande pubblico alle bellezze del Belpaese. Luoghi come Agliè, Ponza, Matera. E ora che si torna a parlare di turismo e in particolare di turismo delle radici - una forma di turismo che ha un bacino di utenza enorme, stimato tra 60 e 80 milioni di italo-discendenti nel mondo - è la stessa regista a sottolineare l’importanza di raccontare le proprie radici, le origini: “Sono una regista e amo raccontare l’Italia e le mie radici. Sono nata a Firenze, e quindi abituata a vivere nel bello. Per me è importante raccontare, nelle mie storie, attraverso le immagini, la bellezza; il patrimonio che il nostro Paese custodisce” spiega a 9colonne a margine del convegno alla Camera “Donne del Patrimonio” organizzato dagli Stati generale del patrimonio italiano.

ALLA SCOPERTA DI LUOGHI DIMENTICATI - TH Torrini ricorda ad esempio come grazie a “Elisa di Rivombrosa” sia stato “riscoperto” il castello ducale di Agliè, un’elegante ed imponente costruzione situata nel comune di Agliè, nella città di Torino. Il castello fa parte delle Residenze Sabaude del Piemonte: “Non avremmo mai pensato che quel castello che abbiamo fatto vedere nella serie, sarebbe diventato così famoso che addirittura, oggi, è stato messo davanti un cartello con scritto ‘Il castello di Rivombrosa’. Mentre ero a girare la serie non c’erano quasi turisti, anche se è un museo, ma una volta finite le riprese - e dopo la messa in onda - si è arrivati ad avere anche 9mila persone al giorno che compravano il biglietto per andarlo a visitare. Il borgo di Agliè poi, ha avuto l’idea di un trenino per accompagnare i turisti alla scoperta dei luoghi della serie e delle varie iniziative a lei legate: basti pensare al ‘Vino di Elisa’ o ai ristoranti con ‘I menù di Elisa’”, passando per i cioccolatini e il gelato. È così che il borgo ha avuto una nuova vita. A me piace molto raccontare i luoghi per poterli poi fare amare dal pubblico. Senza dimenticare – continua la regista - che la serie di ‘Elisa’ è stata venduta in diversi Paesi nel mondo: mi sono arrivate così testimonianze da luoghi lontanissimi, perfino dal Sud America. Molte persone mi raccontavano del viaggio che avevano fatto per venire a scoprire il castello di Agliè. In questo caso si parla di cine-turismo, un settore importantissimo. Ma non è un lavoro solo mio: pensiamo ad esempio, a come Montalbano ha fatto ‘risorgere’ delle cittadine in Sicilia che erano sconosciute ai più o come ho fatto con ‘Sorelle’ a Matera. Per questo è importante che in ogni Regione d’Italia vengano istituite delle Film Commission e che ci siano investimenti adeguati per attrarre produzioni cinematografiche”.

FAR CONOSCERE L'ITALIA NEL MONDO - “Bisognerebbe investire e incentivare e ancora di più la realizzazione di opere filmiche e serie tv proprio per poter far conoscere al pubblico in Italia e all’estero le bellezze del Paese e fare in modo poi, che queste pellicole vangano esportate all’estero”. TH Torrini ricorda poi l’esperienza avuta con “Terra ribelle”, una serie televisiva trasmessa nel 2010 e nel 2012 su Rai 1 e ambientata nella Maremma del XIX secolo: “Volevo raccontare la Maremma dei butteri e dei briganti di fine 800. Ma l’ho girato in Argentina. Lì ho conosciuto centinaia di italiani: emigrati di prima, seconda e terza generazione. In tanti erano fieri di avere il passaporto italiano e tutti avevano una grande voglia di tornare in Italia, alla scoperta delle proprie origini. Il nostro Paese attira ancora molto: all’estero c’è una grande voglia di sentirsi italiani”. Non solo tv e film però per far conoscere l’Italia nel mondo, anche dai social può arrivare un contributo fondamentale. “Oramai abbiamo tutti un cellulare a disposizione e cerchiamo ogni cosa, specie i giovani, su Internet. Ma anche lì, sui social, ci sono le immagini: e le immagini sono fondamentali per saper raccontare. Sì, - conclude TH Torrini - bisogna saper raccontare: io ho appena finito di girare un documentario su Celestino V per raccontare la Perdonanza che è patrimonio Unesco e raccontare così anche un mondo ancora selvaggio dell’Abruzzo”.

IL TURISMO DELLE RADICI - Valorizzare i piccoli centri, rilanciare il turismo in chiave sostenibile, incentivare l’occupazione giovanile e permettere a tante persone di riscoprire la storia della propria famiglia. Sono solo alcune delle possibilità date dal turismo delle radici, un’offerta turistica che si rivolge a tutti gli italiani residenti all’estero, ed agli italo-discendenti, alla ricerca delle proprie origini. Mete di questi viaggiatori non sono le grandi città italiane, ma i borghi o, in generale, i piccoli comuni, punti di partenza di diversi emigrati; qui vorranno riscoprire le tradizioni delle proprie famiglie, venire in possesso dei documenti dei propri antenati e, in generale, sentirsi parte della comunità. Un ruolo importante nella promozione di questa offerta, che potrebbe raggiungere una platea di circa 80 milioni di persone, è svolto dal ministero degli Affari esteri, il quale, attraverso la sua direzione generale per gli Italiani all’estero, gestisce dal 2018 un tavolo di coordinamento apposito. A rafforzare l’offerta, nei prossimi 3 anni, saranno 20 milioni di euro di investimenti previsti dal Pnrr: il turismo delle radici è infatti protagonista di un apposito progetto del piano, voluto dal ministero degli Affari esteri e dal ministero della Cultura.

(PO / sab – 8 apr)

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