Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

PROCEDE EVACUAZIONE
MA ANCORA BOMBE
SULL'AZOVSTAL

PROCEDE EVACUAZIONE <br> MA ANCORA BOMBE <br> SULL'AZOVSTAL

17.35 - CROCE ROSSA: EVACUAZIONE AZOVSTAL: "OPERAZIONE ESTREMAMENTE DELICATA E COMPLESSA"

Parlando di una “operazione estremamente delicata e complessa”, il capo della delegazione della Croce Rossa internazionale in Ucraina, Pascal Hundt, ha deplorato che solo alcuni dei civili intrappolati ad Azovstal siano potuti venire evacuati. “Speravamo che molte più persone potessero unirsi al convoglio e lasciare questo inferno”, ha detto in una conferenza stampa, invitando Mosca e Kiev a concordare "urgentemente" altre evacuazioni. Hundt ha affermato di non sapere quanti civili siano ancora presenti in questo gigantesco complesso siderurgico, l'ultima sacca di resistenza delle forze ucraine a Mariupol.


17.30 - GLI SFOLLATI DA MARIUPOL ARRIVANO A ZAPORIZHIA

Dozzine di sfollati dai bunker dell'Azovstal a Mariupol occupata dalla Russia sono arrivati oggi a Zaporizhzhia, controllata da Kiev, dove gli ospedali erano pronti a curare le persone per qualsiasi cosa, dalle ustioni alla malnutrizione. Persone dall'aspetto esausto, compresi bambini piccoli e pensionati carichi di bagagli, sono scese dagli autobus che si sono fermati nel parcheggio di un centro commerciale a Zaporizhzhia, nel sud dell'Ucraina, non lontano dalle linee dirette.


17.10 - BOMBE SULL'AZOVSTAL. MOSCA: MILITARI UCRAINA HANNO ROTTO CESSATE IL FUOCO

Secondo quanto sostenuto dall'agenzia governativa russa Ria Novosti, che cita Vadim Astafyev, portavoce del ministero della Difesa russo, i militari ucraini assediati nello stabilimento siderurgico Azovstal a Mariupol avrebbero "rotto il cessate il fuoco" cercando di raggiungere le loro postazioni di tiro", il che avrebbe indotto le forze del Cremlino "a sparati su di loro". "Sono usciti dagli scantinati, hanno occupato delle postazioni di fuoco sul territorio e negli edifici dell'impianto. Ora le unità dell'esercito russo e della DPR, usando artiglieria e aerei, stanno iniziando a distruggere queste postazioni di fuoco", ha detto Astafyev. 


14.15 - ALMENO 9 CIVILI UCCISI NEI PRESSI DI DONETSK DA QUESTA MATTINA

Almeno nove civili sono stati uccisi dai russi nella regione di Donetsk dalle prime ore di oggi. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. "Almeno 9 persone sono state uccise dai russi oggi nella regione di Donetsk. Stiamo registrando attentamente tutti i crimini di guerra russi sulla nostra terra!" ha scritto il responsabile di questo settore. Gli attacchi costati la vita alla popolazione civile si sono verificati ad Avdiivka, Grady, Vugledar, e Ocheretyn che in questo momento sarebbe ancora sotto il fuoco. Secondo Kyrylenko il bilancio sarebbe purtroppo destinato ad aggravarsi, anche per la gravità di diverse persone rimaste ferite.

13.56 - ALMENO 9 CIVILI UCCISI NEI PRESSI DI DONETSK DA QUESTA MATTINA

Almeno nove civili sono stati uccisi dai russi nella regione di Donetsk dalle prime ore di oggi. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. "Almeno 9 persone sono state uccise dai russi oggi nella regione di Donetsk. Stiamo registrando attentamente tutti i crimini di guerra russi sulla nostra terra!" ha scritto il responsabile di questo settore. Gli attacchi costati la vita alla popolazione civile si sono verificati ad Avdiivka, Grady, Vugledar, e Ocheretyn che in questo momento sarebbe ancora sotto il fuoco. Secondo Kyrylenko il bilancio sarebbe pultroppo destinato ad aggravarsi, anche per la gravità di diverse persone rimaste ferite.


11.54 - DRAGHI: NON PUO' ESISTERE EQUIVALENZA TRA CHI INVADE E CHI RESISTE

"In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste. Vogliamo che l'Ucraina resti un Paese libero, democratico, sovrano. Proteggere l'Ucraina vuol dire proteggere noi stessi e il progetto di sicurezza e democrazia che abbiamo costruito insieme negli ultimi settant'anni". Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo durante la plenaria del Parlamento europeo.

11.50 - SLOVACCHIA CHIEDE ESENZIONE DA QUALSIASI EMBARGO SUL PETROLIO RUSSO

L'Unione europea si appresta ad inasprire le sanzioni economiche contro Mosca e già oggi la Commissione dovrebbe proporre un sesto pacchetto di misure punitive che includerebbe un calendario per l'eliminazione graduale delle importazioni di petrolio russo, che rappresentano il 30% delle importazioni di petrolio dell'Ue. Se i 27 Stati membri saranno d'accordo su questa misura, la cessazione degli acquisti di petrolio e prodotti petroliferi dalla Russia sarà graduale, nell'arco di sei-otto mesi, ma con misure con effetto immediato, in particolare una tassa sul trasporto di navi cisterna, ha affermato un europeo ufficiale. Le nuove sanzioni riguarderanno anche "il settore bancario, ci saranno altre banche russe che lasceranno Swift", ha precisato lunedì a Panama l'alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri, Josep Borrell. Ma la risoluzione non appare totalmente scontata in quanto per alcuni paesi un ulteriore stop all'energia russa sarebbe un passo dolorosissimo. È il caso della Slovacchia che dovrebbe chiedere un'esenzione da qualsiasi embargo sul petrolio russo come ha anticipato il ministero dell'Economia di Bratislava. Da parte sua, anche l'ungherese Viktor Orbán ha precedentemente indicato che l'estensione delle sanzioni ai settori del petrolio e del gas è "una linea rossa" per il suo Paese.


11.25 - LAVROV INSISTE: ISRAELE A FIANCO DIEL REGIME NAZISTA DI KIEV

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, insiste, e senza fare un passo indietro, in un “saggio” di circa novecento parole ribadisce quanto detto nell’ormai famosa intervista concessa all’italiana Rete 4 nella quale ha paragonato Zelensky a Hitler, affermando tra l’altro che anche il dittatore nazista avesse origini ebraiche. Il suo scritto è annunciato in un Tweet del ministero degli Esteri in cui si legge che “Abbiamo prestato attenzione alle dichiarazioni antistoriche del capo del ministero degli Esteri israeliano Yair Lapid, che spiegano ampiamente il corso dell'attuale governo israeliano a sostegno del regime neonazista a Kiev”. Quindi viene proposto il link allo scritto che esprime il Lavrov-pensiero che dovrebbe fornire una prova sull’esistenza dell’antisemitismo in Ucraina nonché una lezione di storia su ciò che, a detta del Cremlino, sarebbe una evidente collaborazione degli ebrei con i nazisti prima dell'Olocausto. “Per qualche ragione – argomenta Lavrov – la stampa occidentale (e alcuni dei nostri liberali) stanno ancora discutendo se ci siano neonazisti in Ucraina. Come uno degli argomenti irrefutabili di ciò, viene citata l'origine ebraica di Volodymyr Zelensky. L'argomento non è solo insostenibile, ma anche furbo. La storia, purtroppo, conosce tragici esempi di cooperazione tra ebrei e nazisti. In Polonia e in altri paesi dell'Europa orientale, i tedeschi nominarono industriali ebrei a capo di ghetti e consigli ebraici (‘Judenrats’), alcuni dei quali sono ricordati per atti decisamente mostruosi”. Va ricordata la durissima condanna alle parole di Lavrov giunta ieri da Israele che ha bocciato la “verità” di Lavrov come una falsità "imperdonabile" che svilisce gli orrori dell'Olocausto nazista.  


10.16 - INTELLIGENCE GB: ESERCITO RUSSO NOTEVOLMENTE INDEBOLITO

Secondo l'intelligence di Londra, che analizza costantemente l'andamento delle operazioni belliche in Ucraina, l'esercito russo si è notevolmente indebolito dall'inizio di quella che Mosca si ostina a definire un'operazione militare speciale. Come si legge su Twitter, il ministero della Difesa britannico sostiene che "l'esercito russo è ora molto più debole, sia materialmente che psicologicamente. Il suo recupero sarà ostacolato dalle sanzioni. Ciò avrà un effetto duraturo sulla capacità della Russia di schierare il suo esercito tradizionale". Gli analisti di Londra hanno inoltre osservato che tra il 2005 e il 2018 il budget della difesa della Russia è raddoppiato con investimento su diverse capacità aeree, terrestri e marittime di alta qualità. "Tuttavia, la modernizzazione delle sue apparecchiature non ha permesso alla Russia di dominare in Ucraina. I fallimenti sia nella pianificazione strategica che nell'attuazione operativa non hanno permesso di trasformare il numero in un vantaggio decisivo", hanno aggiunto gli 007 britannici. 


09.31 - NEL DONBASS ARTIGLIERIA SCATENATA E SCONTRI CORPO A CORPO

Nel Donbass, la "battaglia di contatto" è iniziata dalle prime luci dell'alba nelle città di Severodonetsk e Lisichansk, che rimangono sotto il controllo delle truppe ucraine, ha affermato Rodion Miroshnik, consigliere diplomatico del capo dell'autoproclamata repubblica popolare di Lugansk. Sta dunque entrando nella fase calda la prevista offensiva ad Est dell'esercito invasore che adesso rischia di radere al suolo queste due importanti città che in tempo di pace avevano circa centomila abitanti ciascuna. Citato dalla Ria Novosti, Miroshnik spiega che al momento "sono in corso scontri di artiglieria nei quadranti meridionali e orientali di Severodonetsk. Le nostre truppe stanno avanzando lentamente ma inesorabilmente, seguendo le collaudate tattiche di 'preparazione dell'artiglieria e pulizia del territorio' A Lisichansk, nella periferia meridionale e orientale, ci sono degli scontri corpo a corpo".


09.25 - METSOLA: INACCETTABILE CHE DONNE STUPRATE DAI RUSSI SI SCONTRINO CON LEGGI ANTIABORTISTE POLACCHE

Secondo Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo dal gennaio 2022, intervistata su RTL, i deputati hanno un ruolo fondamentale nel chiedere nuove sanzioni contro la Russia, in particolare sulle sanzioni sulle importazioni di energia. Nel pomeriggio dovrebbe svolgersi un dibattito con la Commissione europea sull'argomento. Inoltre, il parlamento dovrà anche discutere sulla protezione dei diritti delle donne. "I diritti delle donne devono essere salvaguardati in tutta Europa", ha aggiunto. "Le vittime di stupro ucraine si scontrano con la legge polacca contro l'aborto, è inaccettabile", ha affermato Metsola. 


09.05 - PRESIDENTE DUMA: KHERSON E ALTRE REGIONI NON VOGLIONO RESTARE NEL PAESE

Ieri gli Stati Uniti hanno avvertito che l'intenzione di Mosca sarebbe quella di annettere le regioni del Donbass nonché quella di Kherson. Ora, l'ipotesi potrebbe trovare indirettamente una conferma nelle parole del presidente della Duma di Stato russa Vyacheslav Volodin, il quale (pur non pronunciando mai la parola "annessione") ha ribadito la narrazione del Cremlino sulle motivazioni dell'invasione all'Ucraina affermando che il crollo del paese sarebbe iniziato dopo il colpo di stato nel 2014, quando la Crimea "si è ritirata" dalla nazione. Il parlamentare ha sottolineato che i territori di Donetsk e Lugansk hanno "dichiarato la loro indipendenza, lasciando l'Ucraina". Inoltre, secondo lui, "oggi molte persone che vivono nell'ovest dell'Ucraina hanno adottato la cittadinanza di Polonia e Ungheria". "Recentemente, più di 5 milioni di persone hanno lasciato il Paese. Neanche questo aggiunge stabilità", ha aggiunto. "Sentiamo anche dichiarazioni di Kherson e di altre regioni che non vogliono far parte dell'Ucraina. La realtà è questa", ha sottolineato Volodin. A questo punto sorge spontanea la domanda se sia lecito scorgere in queste affermazioni una sorta di "preparazione del terreno" dell'opinione pubblica alla definitiva annessione alla Russia dei territori conquistati. 


08.00 - IL PAPA: SONO PRONTO A INCONTRARE PUTIN

La guerra in Ucraina giunge al 69esimo giorno e ancora non si scorge una soluzione negoziale alla crisi. In un'intervista esclusiva al Corriere della sera, lo stesso papa Francesco si dice a questo punto intenzionato a recarsi a Mosca per parlare con Putin. Ma, spiega il pontefice "non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento". Intanto ieri a Bruxelles si sono incontrati i ministri dell'Energia dei 27 per definire una politica comune alla luce dell'aggressione russa al paese confinante. "Bisogna prepararsi alla sospensione delle forniture" di gas, è stata la conclusione del summit tratta dal commissario all'Energia Kadri Simson in quanto è assodato che l'Unione Europea non si piegherà al diktat di Putin di pagare le forniture in rubli per contratti precedentemente stabiliti in dollari o euro. "Apripista" in tale dinamica di scontro con Mosca sono state Polonia e Bulgaria le quali, dopo essersi rifiutate di convertire la valuta di pagamento, hanno visto la sospensione delle consegne. "Non ci sono rischi immediati per gli approvvigionamenti", ha assicurato il commissario. "Ma non potremo sostituire i 150 miliardi di metri cubi di gas acquistati dalla Russia con altre fonti. Non è sostenibile", ha ammesso. "Possiamo gestire la sostituzione di due terzi delle forniture di gas russe", ha affermato. Kadri Simson ha insistito sulla necessità che gli Stati membri riempiano le proprie riserve e il ministro della transizione ecologica francese, Barbara Pompili, ha sottolineato l'imperativo di "diversificare il modo di produrre elettricità e riscaldamento". (3 mag – deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)