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Troiano: Italia Viva casa riformisti, ora nuova fase europea / l'intervista

Roma, 4 lug - "Ho scelto Italia Viva perché ritengo che sia la casa dei riformisti e che abbia una visione liberale, che è quello che allo stato attuale serve per risolvere i problemi in questa fase". Per Francesca Troiano, da una settimana a questa parte, è iniziata una nuova fase di questa legislatura, con la decisione di entrare a far parte del gruppo di Italia Viva alla Camera, dopo l'elezione nelle fila del Movimento 5 Stelle e il passaggio di assestamento al Misto. La scelta di Italia Viva, spiega la deputata pugliese a 9Colonne, viene perché il partito di Matteo Renzi "parte dai giovani come motore propulsivo e vuole investire sulle nuove generazioni, l'unica cosa che possiamo fare adesso. Già nel mio collegio di Foggia sono partita promuovendo iniziative come Generazione Europa, che un think tank, un laboratorio di ragazzi dai 20 ai 35 anni che parte proprio da una sfida innovativa: saranno loro il motore propulsivo del lavoro che il premier Draghi sta facendo intorno al Pnrr". Proprio la figura di Draghi, a oggi e nonostante qualche forza centrifuga, tiene unito un governo multicolore, ma con l'europeismo come minimo comune denominatore: "Credo che Draghi stia facendo un lavoro eccellente – spiega Troiano – e auspicare possa essere presente anche nella prossima legislatura credo sia una condizione base. Credo che il forum nazionale del Consiglio dei giovani europei abbia rappresentato una cornice di riferimento molto chiara: sono state delineate le tappe per la formazione e la seconda fase che i nostri padri costituenti hanno avviato, quella di definire un'Europa politica, basata su un unico fisco, un unico sistema sanitario, politiche sociali e del lavoro e una difesa comuni, basilari in questo periodo di crisi". In queste Draghi è però impegnato anche con l'emergenza siccità, che ha ricadute profonde anche settore agricolo: con Francesca Troiano tra l'altro Italia Viva acquisisce anche un membro in più in commissione Agricoltura: "Ritengo che si debba ripartire inevitabilmente dalle politiche agricole e inevitabilmente dobbiamo cambiare completamente paradigma – spiega - Non possiamo più pensare a un tipo di coltura intensiva ma dobbiamo iniziare a immaginare colture di precisione, di ingegneria, e sarà davvero la sfida del domani". Sfida che riguarda anche l'energia: c'è infatti "tutto il settore delle agrienergie, tutto il modello energetico che può essere sviluppato dal settore agricolo, ovviamente non intaccando i terreni a vocazione agricola".

(PO / Sis)

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